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Il dessert dei Tartari (per un paese ormai alla frutta)

Creato il 14 agosto 2010 da Sogniebisogni

enjoy the dessert

Se mai nella senescente obnubilazione che mi incalza da presso dovesse manifestarsi pur anche l’indizio dell’ombra di un rimpianto per la politica della cosiddetta Prima Repubblica, si concentrerebbe probabilmente sul solo concetto di Governo Balneare. Nella repubblichetta del nanarca, ormai tropicalizzata dal surriscaldamento del Mediterraneo e dalla mefitica putrefazione del clima politico, nessuno dovrebbe fare dire baciare di politica dopo il giorno 15 luglio. Prendano esempio da quei bei governucci che la DC metteva su per permettere a tutti noi di andare in vacanza, approvare la legge di bilancio e aspettare tempi migliori. E invece no, fa un caldo boia a Sud, a nord straripano i fiumi, l’autostrada ha il bollino marrone e dobbiamo stare a pensare alla crisi di governo. E già che la crisi di governo è innescata dalle maldestre manovre di palazzo del compagno Fini, che, caso più unico che raro, afferma di aver ritrovato la vista sulla via di Damasco e di riconoscere nel cavalier De’Nanis l’ombra dell’Anticristo, dobbiamo stare ad occuparci anche di come fosse arredata la casa di Montecarlo e se il pacchiano mobilio acquistato dalla ex di Gaucci sia stato pagato con fondi off shore o con soldi vinti al Superenalotto. Come se facesse differenza: tanti politici italiani hanno vinto al Superenalotto e si ritrovano seduti su poltrone stile basso impero invece che col proverbiale culo per terra. Gli unici che ritirano fuori l’idea di un governo balneare, pietosamente definito “tecnico”, quando sarebbe più giusto dirlo “artistico” o anche “acrobatico” sono i membri del PD, terrorizzati dalla certa sconfitta elettorale (che secondo me li coglierà comunque). I compiti di questo governo con la paperella dovrebbero essere strettamente limitati, rifare la legge elettorale con una che consenta al PD di vincere (a questo punto bisognerebbe statuire che governerà il secondo arrivato, ma il PD rischia pure di arrivare terzo...). Ma perché limitarsi alla legge elettorale? Se si fa il Governo Balneare facciamolo completo, ecco alcuni punti che suggerisco alla fantacalcistica compagine governativa che andrà da Che Guevara a Madre Teresa:

1) Abolire finalmente le province, ma istituire una decina di regioni nuove, per aiutare il federalismo e per aumentare i posti di lavoro nei vari uffici che verrebbero aperti. Propongo la regione Salento, la regione Langhe, la regione Sicilia Babba, la regione Maremma Maiala, la regione Marsica, e altre regioni scelte a caso su un elenco compilato da Calderoli.

2) Istituire le unioni di fatto, ma renderle obbligatorie: tutti i single e le singolesse dovranno andare ad abitare insieme, pena la morte. Ricchi incentivi fiscali e rilancio del mercato degli affitti. Nel caso si può creare un ente inutile che sovraintenda all’accoppiamento dei più riottosi e affidarlo in gestione a qualche ritardato della Lega che ancora non fosse riuscito ad accaparrarsi una poltrona.

3) Abolire un po’ di vecchiume tipo la Rai, il Festival di Sanremo, il monopolio Telecom (abolirlo davvero non in teoria), il ministero del Turismo, il bollo, l’ordine dei giornalisti, l’Alitalia.

E voi che cosa chiedereste al Governo Balneare (oltre all’ombrellone e ai due lettini)?


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