"Dimmi che credi al destino" di Luca Bianchini, è un libro schietto, limpido, facile e di buoni sentimenti.
La protagonista si chiama Ornella, è una signora di mezza età, che da Verona, si è trasferita a Londra, per sfuggire a un passato pesante ed opprimente. Lavora in una libreria in bilico tra l'insuccesso e la grossa passione di chi ci lavora, e si è scelta una sorella che vive a Milano, ma che sa accorrere, con tacco 12, al momento del bisogno. Ornella si è persa in se stessa, e ragguaglia i suoi demoni interiori tenendo a freno ogni possibilità di leggerezza; ha un pessimo rapporto con la sua collega Clara, e trova in un anziano uomo al parco il suo confidente elettivo, ed in un guaglione intristito, la fonte di un rinnovamento che agogna.Bianchini parla di destino, e lo fa attraverso frasi retoriche, eppure d'impatto, frasi che regalano istanti di riflessione, smorzati da intenzionale banalità. Il Beba e la Nuzzu, gli unici amici del liceo, mi hanno regalato questo libro al mio compleanno; aveva avuto una capillare pubblicità mediatica, e non pensavo di acquistarlo, nel mio solito snobbismo che mi preclude i best sellers. Beh sono felice qualcuno abbia sopperito a questo difetto di fabbrica. È un buon libro, un libro che tiene compagnia, e che io ho trovato perfetto per il mio momento attuale. Perché certi libri, al pari di certe canzoni, ti arrivano improvvisi, come regali che non ti aspetti, come attimi di luce che parlano di te con te.
ps. centra un ciufolo ma... ho scritto sta cosa, e sono pronta a farmi linciare per bene, mi date una mano? ;-)