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Il destino dell’immobile di Tuscolano Maderno: Marina Ristori spiega

Creato il 09 maggio 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

L’amministrazione provinciale cederà l’immobile di Tuscolano Maderno, un ex sanatorio antiturbercolare, in cambio di quote di un fondo privato, l’Eridano partecipato da Prelios sgr.

 

All’inizio, finché si pone l’obiettivo di spiegare di chi è la proprietà dell’immobile di Tuscolano Maderno, ancora nel patrimonio dell’amministrazione provinciale, la direttrice della stessa Provincia di Cremona Marina Ristori è decisa e convinta: smentisce alcune ipotesi, chiarisce che lo stabile è nel piano delle alienazioni, non è però stato rilevato dal fondo Eridano. Poi il tono di voce della direttrice cambia, si smorza, pur senza perdere ritmo e lucidità, e anche il modo di gesticolare diventa più nervoso. Marina Ristori sta spiegando che cosa dicono i documenti ufficiali e quali sono le intenzioni della Provincia, da sola, rispondendo al posto degli assessori, assenti, e ammette che è stata la Regione a contattare l’ente di Corso Vittorio Emanuele II. E’ stata la giunta Maroni a firmare quella delibera che Ristori definirà poi “una fuga in avanti”. L’amministrazione provinciale ha subito una volontà esterna.

E’ un momento di svolta nella storia politica dell’ente, non solo per gli orientamenti nazionali. Una svolta rischiosa, improvvisa, una discontinuità verificatasi senza partecipazione del consiglio provinciale, impossibilitato a discutere e pronunciarsi. La Provincia è di fatto già commissariata. A Tuscolano Maderno esiste un immobile, un ex albergo, sul lungolago Zanardelli, in riva al Garda. La Provincia ne venne in possesso grazie a un lascito e lo concesse in comodato d’uso per 99 anni all’allora Istituto ospedaliero di Sospiro.

La Regione però incalza: vuole accorpare gli immobili dell’Asl cremonese, da Cremona a Crema, per evitare di pagare troppi affitti, e anche la sede di via Dante, cioè lo Ster, il Pirellino.

La Regione ha interpellato il fondo. La Provincia ha voluto inserire nell’evoluzione della gestione degli immobili anche l’ex sanatorio antitubercolare di lungolago Zanardelli. La Regione senza il consenso di Provincia e Fondo Eridano, di cui la Provincia fa parte con un consigliere d’amministrazione, aveva già inserito lo stabile nel Fondo privato. Il 30 aprile la Regione approva un nuovo testo di protocollo d’intesa, stavolta d’accordo con la Provincia. Marina Ristori appare più serena. Non sta esprimendo opinioni sue: il suo modo di fare lascia trapelare un possibile disagio, del tutto comprensibile.

Non importa qui quale parte politica abbia merito: è fondamentale invece notare il cambiamento profondo che il presidente Salini introduce. Gli si può riconoscere di essere un abile amministratore, un uomo di questo tempo. La tecnica amministrativa però diventa un marchingegno che esclude il pubblico dibattito e umilia il ruolo del consiglio provinciale, ancora esistente e nel pieno delle sue facoltà. Non si potranno più usare le tecniche del passato, ma “abbiamo una dignità” ha dichiarato Giuseppe Torchio, come consigliere ed ex presidente, una dignità che tutti i consiglieri provinciali in quanto tali hanno, di ogni gruppo.

L’immobile in questione fa parte dello stato sociale della Provincia, ha finalità sanitarie. L’istituto ospedaliero di Sospiro ha investito 13 miliardi di lire anni fa. Il Comune bresciano ha fatto una variante al piano regolatore per permetterlo.

Cambia il welfare, si snatura. Anche il welfare si giustifica con il profitto, nella nuova veste che indossa.

“Una vergogna, una porcheria” dichiara Giampaolo Dusi durante e dopo la riunione della commissione Affari istituzionali di cui qui si sta parlando, svoltasi ieri in sala preconsiliare.

 

L’ex sanatorio antitubercolare sarà valutato dall’agenzia del Territorio di Brescia, poi si potrà svolgere il confronto tra Provincia, Regione, Asl e fondo immobiliare privato. Non ci sarà lo Ios, oggi Fondazione Sospiro, perché è un concessionario, non un proprietario.

La Fondazione non è tra i proprietari. Ma circa un anno fa il consiglio d’amministrazione della Fondazione Sospiro aveva deliberato la disponibilità ad accettare la vendita dell’immobile da parte della Provincia, impegnatasi a rifondere la Fondazione dell’investimento compiuto in passato. La Provincia sarà impegnata a recuperare quella somma, già stabilita prima che venisse coinvolto il Fondo privato. L’importo esatto dovuto alla Fondazione sarà noto solo al successivo atto, con cui la Provincia venderà e poi darà alla Fondazione l’equivalente dell’investimento di ristrutturazione compiuto. E’ a questo punto che Giampaolo Dusi (Rifondazione), indignato, dichiara: “Che porcheria!”.

L’affare è stato fatto prima e tenuto nascosto, per poi essere rivelato a giochi fatti, senza partecipazione, senza dibattito pubblico, seguendo le regole del mercato e basta. Così si è comportata una pubblica amministrazione.

Una valutazione dell’importo dovuto dalla Provincia alla Fondazione Sospiro era già stata fatta: circa 5 milioni di euro.

La finalità del lascito viene conservata, spiega Ristori, perché i proventi saranno destinati all’ammodernamento dei servizi dell’Asl. Ma nel 2012 il Comune di Tuscolano Maderno ampliò la destinazione d’uso dello stabile, inserendo una parte minore di funzione residenziale, oltre che turistica alberghiera e di interesse collettivo.

L’amministrazione provinciale non incasserà nulla, ma il fondo cederà quote alla Provincia stessa. La patrimonializzazione della Provincia dunque non cambierà. Sarà legata però all’andamento del fondo immobiliare privato, esposto ai sussulti e ai saliscendi del mercato.

Sarà un modo di procedere vicino a certe sensibilità contemporanee: la Provincia lascia che un fattore di rischio entri nella gestione del proprio patrimonio. Come un istituto privato gestito da un amministratore delegato (Salini). Uno strappo straordinario, una lacerazione rispetto al passato.

Appena l’agenzia del territorio di Brescia consegnerà la perizia estimativa, l’immobile sarà venduto. La Regione incasserà subito il 50%, un’altra parte sarà data alla Fondazione Sospiro. Il Fondo acquisirà l’immobile come anche l’area Stalloni di Crema e la sede della Regione di via Dante a Cremona.

Se l’immobile varrà 15 milioni, per ipotesi, 5 milioni saranno versati alla Fondazione Sospiro e 5 alla Regione, il Fondo privato, acquisiti gli immobili di Tuscolano Maderno, parte dell’area Stalloni di Crema e la sede cremonese di via Dante, emetterà quote per il valore di cinque milioni e le darà alla Provincia.

Che ne farà la Provincia? Le gestirà liberamente.

 


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