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Il detto “Voce ‘e popolo, voce ‘e Dio” e l’eredità romana di Napoli

Creato il 18 gennaio 2015 da Vesuviolive

popolo

Quando si dice “Voce ‘e popolo, voce e’ Dio” si proclama la verità di una chiacchiera divenuta di dominio pubblico e si afferma che il popolo o una comunità è concorde sul fatto. Un antico proverbio che stabilisce, dunque, la verità quando è il popolo ad affermarla e attribuisce ai proverbi una fedeltà ai fatti proprio perché coniati dall’esperienza e dalle menti popolari.

Affermare “Voce ‘e popolo, voce e’ Dio“, equivale a dire “E’ cosa certa! Non ci sono dubbi!“. Ma a quando risale questo detto? L’origine è antichissima ed ha accompagnato l’uomo in varie epoche, infatti viene ancor oggi utilizzato. Il detto napoletano è la traduzione popolare della locuzione latina “Vox populi, vox Dei“, che viene fatta risalire alla Bibbia, dove però assume un’altra sfumatura di significato, in quanto sarebbe diverso dall’uso che oggi se ne fa.

Il passo biblico (Libro di Isaia, 66,6) racconta: “Una voce! Un tumulto sale dalla città, una voce esce dal Tempio! È la voce del Signore; egli ricompensa i suoi nemici secondo le loro azioni“. Qui il significato è di tipo invocativo, molto diverso da quello che poi gli è stato attribuito col tempo.

Ma la locuzione, nella sua accezione odierna, compare per la prima volta in Alcuino di York (735 –804), erudito anglosassone che ricostruì alla corte di Carlo Magno la Schola Palatina. Nella sua opera, il Capitulare Admonitionis ad Carolum IX [1,376] (“Raccolta di consigli per Carlo”), l’espressione “Voce del popolo, voce di Dio” si riferisce a qualcosa che diventa verità, solo perché sono molti uomini a volerlo. Il detto popolare è citato, molto spesso, anche nella letteratura moderna, come ne “I Promessi sposi” (Capitolo 38, periodo 41), in cui Alessandro Manzoni lo usa frequentemente, come nel caso della folla in rivolta che mette a ferro e fuoco Milano.

Nelle adunanze, per esempio, si è soliti pronunciare queste parole, quando tutti sono d’accordo su una determinata questione. Oppure le si utilizza con un’abbreviazione, “vox populi”, per alludere a notizie o opinioni molto diffuse, come ad esempio l’affermazione: “Che lui sia una persona disonesta è vox populi“.

Ma come mai un proverbio latino è divenuto così popolare a Napoli arrivando ad oscurare, addirittura, la paternità romana? Non c’è da stupirsi. Il legame della città partenopea e la cultura romana latina è più viscerale di quanto si pensi. Basti già pensare a tutti quei “riti” scaramantici che ancora oggi pratica il popolo napoletano, o tutte le credenze religiose, reminiscenze di antichi culti pagani, che a Napoli sono più forti e profondi rispetto ad altre realtà. Per non parlare di alcune espressioni dialettali che non sono altro che la traduzione gergale di alcune parole latine o ancora, di alcuni piatti o riadattamenti culinari divenuti tipici della cucina e della pasticceria napoletana.


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