Magazine Fotografia

Il diario di Los Angeles

Da Alxcoghephotographer
Settimo giorno
Il diario di Los Angeles
Chi mi conosce sa benissimo della mia ossessione per il numero 7. E’ decisamente il mio numero fortunato e anche stavolta non si smentisce.
I’ve got the one! Si, finalmente posso dirlo. Ho la foto che serviva per lanciare le altre due che l’accompagneranno. Come avevo anticipato avevo già un progetto in mente e ora non mi resta che lavorarla e procedere domattina con le stampe.
E’ stata una giornata perfetta sotto tanti punti di vista. L’appuntamento con Eric Kim era per mezzogiorno a Union Station da dove con la sua auto sportiva abbiamo raggiunto Fashion District ed in particolare il block, teatro della competition.
Prima foto per Eric e primo cazziatone da parte della ragazza che non gradiva le attenzioni fotografiche del mio amico. Parlare dell’evento che si svolgerà durante il Downtown Art Walk l’ha calmata almeno in parte. Continua anche qui comunque la confusione tra privacy e diritto d’immagine. La privacy infatti in un luogo pubblico non esiste.
La giornata è evoluta alla grande. E la foto della giornata è arrivata ben presto per me. Soddisfatto della cosa lavorare successivamente è stato molto più facile e privo di stress. Il risultato è che ho continuato a fare buone foto per tutto il pomeriggio.
Sono tanti i fotografi che erano presenti oggi e per un lungo tempo eravamo in otto a girare insieme. E’ fantastico scambiare idee, punti di vista e spunti con tanti fotografi.
Questa è si una competizione ma tra noi non c’è spazio per rivalità e si avverte solo tanta amicizia nell’aria. Sono contento di rivedere alcuni già conosciuti in precedenza e al tempo stesso di conoscerne di nuovi. Scopro così che uno mi conosceva per via di The Decisive Moment, la community che ho creato in tempi recenti dedicata alla street photography.
A pranzo siamo in un ristorante vietnamita. Un vero e proprio battesimo per me. Che tutto sommato non è andato così male. Carne e riso in buona sostanza anche se il brodetto lo lascio volentieri ad Eric.
Ripartiamo e si fanno altre belle foto. Ormai conosco alcuni venditori del block: un signore messicano, amabilissimo, una signora conosciuta perchè le avevo fotografato la bambina, un ragazzo che ha studiato musica nel Distrito Federal.
La maggior parte delle persone è contenta di essere fotografata. Conosciamo varia umanità in un caleidoscopio multicolore di razze, culture, personalità. E il pomeriggio passa rapido. Con alcuni ci salutiamo, dandoci appuntamento magari per la serata del 13 ottobre, giorno della festa alla Think Tank Gallery e rimaniamo in tre. Andiamo a fotografare a Broadway. Altre buone immagini raccolte, compreso un incredibile ritratto che ho fatto ad Eric che non vedo l’ora di condividere.
Ceniamo al Bar Kitchen, un locale davvero trendy e si continua a parlare di street photography ma anche di altro fino al momento di tornare a casa. Eric mi riaccompagna a South Pasadena e ora eccomi qui a scrivere questa pagina del diario.
E’ tempo di congedarmi e iniziare a lavorare le foto. Stanco ma soddisfattissimo della giornata di oggi, decisamente la più positiva dal punto di vista delle foto scattate finora.
Ottavo giorno
E’ il giorno della stampa. Vado a Old Town Pasadena per questo. Il negozio è Samy’s Camera, davvero un gran bel negozio. La mia attenzione viene richiamata da un intero settore dedicato alla lomografia. A lungo inseguite le toy cameras qui sono ad un prezzo realmente accessibile, e sebbene abbia pensato di acquistarne una negli ultimi giorni, preferisco attendere il mio ritorno in Messico e acquistare lì un flash professionale.
Old Town Pasadena è davvero un bel posto. Andiamo a fare colazione a IL FORNAIO, un bar- ristorante italiano: io prendo una hot chocolate con panna e una pasta.
Mi faccio poi un breve giro da solo e ritorno a casa. Devo lavorare al computer oggi, magari anche qualche foto se trovo il tempo. Domani andrò a ritirare le stampe e mi auguro che siano venute bene. Il mio inglese zoppicante non mi permette di essere specifico come avrei voluto essere nel laboratorio. Da lì missione Downtown per la consegna delle immagini e del contratto firmato.
Sto guardando le immagini che ha caricato Eric su facebook con i compañeros di ieri ed è una piacevole sensazione quella di esserci.
Nono giorno
Il diario di Los Angeles
La mattina a comprare gli ingredienti che mi serviranno a fare due teglie di lasagna per domani, festa familiare. Anche in questo modo un fotografo può tenere alto il nome dell’Italia.
Oggi pomeriggio mi recherò nuovamente a Old Town Pasadena a ritirare le stampe. Fino a che non le vedrò non starò tranquillo.
Ieri la soddisfazione di vedere un articolo su Il Messaggero di Roma che parla di me e del  mio essere impegnato qui a Los Angeles per YOU ARE HERE.
E’ davvero piacevole ricevere tanti complimenti da amici e parenti e incitamenti a continuare così. E’ istruttivo anche, e lo dico senza polemica alcuna, registrare anche come al contrario qualcuno che si diceva amico resti piuttosto freddo o peggio silente. Ma ripeto, è istruttivo anche in previsione futura.
Los Angeles continua a darmi tanto, umanamente e professionalmente. Si stanno delineando idee per il mio ritorno in Messico. Dovrò pianificarle e attuarle con molta attenzione ma di fatto potrebbero costituire per me buoni approdi per stare più sereno in futuro. Lo devo non solo a me ma anche se non soprattutto a mia moglie.
Questo viaggio già mi ha cambiato e non poco. Lo sento. Credo che ogni viaggio sia un’occasione di trasformazione, a maggior ragione se tanto intenso come questo. Accadde naturalmente in passato con il Messico, sta accadendo nuovamente oggi.
Bene, anche per oggi è tutto. Ci leggiamo come al solito, domani.
Decimo giorno
Come vi avevo detto ero preoccupato per le stampe. Temevo che avrebbero pregiudicato il lavoro fatto fin qui, perchè le stampe richieste sono in formato 40x50 e non sono esattamente quello che definiresti una soluzione economica.
Sono invece alle stelle perchè tutto è perfetto!!!
Il risultato è eccellente e domani mi recherò alla Think Tank Gallery per consegnare foto e contratto firmato. A questo punto non vedo l’ora di essere presente alla serata evento di giovedì.
D’altra parte sono molte le cose da fare nel frattempo: domani dopo il Fashion District andrò a visitare vari luoghi interessanti di Los Angeles. Chinatown è tra questi. Andremo anche come suggerito dall’amica Susan a Olvera Street, e in un quartiere molto bohemienne chiamato Silver Lake. E’ un quartiere molto importante sotto molti aspetti, a partire dalla massiccia commistione etnica tra bianchi, neri, meticci e mulatti e può essere considerato il centro della scena alternative rock statunitense.
Avremo modo, probabilmente, in serata di recarci anche al mitico Sunset Boulevard laddove gruppi come Motley Crue, L.A. Guns e Guns ‘n’ Roses erano di casa.
Si prevedono insomma altre foto domani, ma con la tranquillità e consapevolezza di farle per me da ora in avanti.
Undicesimo giorno
Bella giornata quella di ieri passata a casa della guera*.
La lasagna è stata un successo totale, apprezzata da tutti. E’ sempre un piacere riscontrare apprezzamento per le mie abilità culinarie ed è una conferma che le mie lasagne si difendono in ogni dove.
Una domenica passata dunque all’insegna della buona tavola, innaffiata anche da ottimo Chianti, e da tanta allegria. Quando mi collego via skype con mia moglie parlano con lei le sue cugine e sua zia, e le presentiamo un’amica della morena e un amico di Richard, il marito della guera.
Di ritorno a casa sono stanchissimo, ma è obbligatorio per me controllare la posta elettronica. Inoltre ho avuto modo di parlare con più tranquillità con Carmen. Chatto anche con Rinzi Ruiz, uno dei fotografi partecipanti alla competition. Parliamo di stampe e del fatto che lui è ancora indeciso tra 7 scatti. Mi congedo presto perchè crollo dal sonno.
Finalmente Neema mi ha risposto in merito alla consegna della stampe: stamattina mi recherò a consegnarle accompagnato dalla morena.
Da lì come programmato andremo a Chinatown e Olvera Street, e credo anche a Silver Lake. A Sunset Boulevard, come il nome richiama andremo all’ora del tramonto.
Staremo tutto il giorno fuori credo e questo è un bene per fare un bel carico di foto.
Urge una spiegazione. La morena e la guera sono le cugine di Carmen, chiamate così per differenziarle in relazione al loro incarnato. E’ la morena che mi sta ospitando nella sua casa.
Dodicesimo giorno
Che incredibile giornata quella di ieri!
Era in programma una giornata da turisti per Los Angeles e questo non è stato disatteso.
Io, la guera, la morena e mio nipote Luis Felipe partiamo da casa non prestissimo perchè la prima tappa è consegnare le stampe alla galleria.
La galleria a tre giorni dall’evento è ancora in fase di allestimento, ma si vede già qualche parete dipinta con le iscrizioni della competition YOU ARE HERE.
A riceverci, dopo aver parlato con Neema Sadeghi al telefono è Jacob Peterson. Entrambi sono soci fondatori di Think Tank Gallery ed entrambi vivono all’interno della stessa.
Nel corso della giornata Neema mi chiamaerà altre due volte per domandarmi la data di scatto delle immagini e per conoscere il prezzo con il quale intendo vendere le mie stampe all’interno della galleria.
Sapere di aver già consegnato le stampe e che le stesse siano ok mi rilassa. Prima tappa del nostro itinerario è Little Tokyo. E’ un quartiere davvero piccolo, ma che mi incanta.
Faccio decisamente delle belle foto. C’è consapevolezza in me che Los Angeles ha cambiato il mio approccio alla street e che me lo porterò dietro ovunque andrò. Complici di questo il confronto con altri fotografi, il considerare adesso Charlie Kirk (two cute dogs) il mio fotografo preferito e la stessa città degli angeli.
E’ si un approccio più di contatto con i soggetti, con un uso frequente del flash e che spesso mi porta a parlare con le persone a cui ho scattato la foto. Questa sicurezza è dovuta da un lato ad un puro aspetto fotografico, dall’altro alla consapevolezza di poter parlare finalmente in lingua inglese quanto spagnola senza tanti problemi.
L’esempio palese di questo va raccontato. Fotografo una ragazza nippon all’interno di un negozio. Ho fatto in modo di cercare il contatto visivo prima di scattare. Gran bella foto,e lei che mi domanda: Have you taken a picture of me? e io: Yeah!
Mi fa segno di aspettare e esce per parlarmi. E’ contenta. Le dico che sono un fotografo professionista che parteciperà all’evento di giovedì al Downtown Art Walk. Mostro lei lo scatto. Le do il flyer della exhibition, accompagnato dal mio biglietto da visita. Le chiedo di scrivermi una mail che le mando la foto che la ritrae. Mi chiede della mia fotocamera, che le piace molto. Adoro fotografare persone asiatiche, le trovo incredibilmente fotogeniche.
E il loro approccio alle attenzioni fotografiche è quello giusto. Qualche europeo dovrebbe imparare da questa cultura.
A Little Tokyo mangio per la prima volta nella mia vita sushi. E scopro che mi piace tantissimo. Il ristorante è fantastico, con un cameriere che è uno spettacolo in quanto a bravura e attenzione. Viene da New York, ci parla dei suoi tatuaggi. Ed è inevitabile raccontargli che mio fratello è tatuatore professionista a Roma.
Anche a lui diamo il flyer dell’evento, e ci assicura che verrà con qualche amico. Bene così.
Dopo pranzo andiamo a Olvera Street. Aria di casa. Si tratta infatti di un piccolo mercato messicano, dove però le cose le paghi quattro volte quello che costano in Messico. Altre foto, altri flyers distribuiti.
E’ a Chinatown che andiamo successivamente. Luogo davvero incantevole ma sono sicuro che ci fosse stata più gente avrei fatto foto migliori. Comunque non mi lamento.
Andiamo poi a Silver Lake. Luogo bohemienne, di artisti, alternative rockers, in cui la mixture culturale e di razze è evidentissima, molto più che in altri luoghi di L.A.; qui tra caffè chic e librerie old style, vive una delle più importanti comunità gay di tutti gli Stati Uniti d'America.
Interessante anche dal punto di vista fotografico, naturalmente, con graffiti particolarissimi a fare da perfetta location per immagini tipicamente stradaiole. Purtroppo anche qui, essendo lunedì, di gente se ne vede poca.
E’ alla volta di Malibu e Santa Monica che ripartiamo. In mezzo Beverly Hills e Bel Air. Apprendo così che Halloween per gli abintati della celebre Beverly Hills è una festa importantissima con case decorate in modo incredibile.
A Santa Monica abbiamo occasione di fermarci, visitando il lungo viale popolato di tanta gente, luogo di ristoranti di ogni tipo, di cui molti italiani (uno chiamato Trastevere, carissimo) e negozi fashion incredibili.
Entriamo in un negozio di cappelli: chi mi conosce sa quanto mi tentano, ma mi limito a misurarmi qualcuno. Poi vedo che la guera parla al negoziante e che già gli ha dato dei flyers. E’ un ragazzo nero, stile rapper, pieno di tattoos. E’ quello che qui si chiama nice guy. Parliamo dell’evento, ma anche di tatuaggi. Ama l’Italia, dove è stato in vacanza. E mi dice che cercherà di esserci il giorno dell’evento insieme alla sua cricca. Salutiamo e andiamo a mangiare.
Ora qualcuno che sta leggendo il diario mi ha fatto notare quanto amo parlare di cibo, quasi di più che di fotografia.
Ebbene, io considero che un fotografo a stomaco vuoto è nada. Mangiamo così una pizza margherita, che di margherita per amor di verità ha poco ma è buona. Inoltre ali di pollo con salse a gusto. Il tutto innaffiato da un’ottima birra germanica.
Qualche altro scatto, una sosta ad un gelataio italiano per una coppetta cioccolato e menta e il ritorno a casa.
Un altro giorno a Los Angeles termina. L’appuntamento come sempre è per domani.
Tredicesimo giorno
La giornata di ieri è stata di relativo riposo. Dovevo riprendere molto lavoro arretrato e ho quindi lavorato al computer. Preso contatti importanti per Hyde Park Photography, avuto conferme importanti e ho trovato anche il tempo di lavorare qualche foto di lunedì.
Per la gioia di chi segue anche le mie vicende culinarie, ieri a pranzo ho fatto quesadillas con formaggio e fiori di zucca, accompagnate con insalata. Per la cena ero solo e mi sono preparato petti di pollo con salsa chipotle e sweet potatoes a fare da contorno. Vino rosso della California ad arricchire il tutto.
Oggi il programma prevede recarmi a Broadway nel pomeriggio. Lì farò foto, ma soprattutto distribuirò flyers dell’evento.
Ammetto di essere in fibrillazione. Manca davvero poco, ormai.
Quattordicesimo giorno
Oggi è dunque il gran giorno. Stasera alla ore 19 inizierà la serata evento in quel della Think Tank Gallery, nel cuore del Fashion District, che per dieci giorni è stata teatro delle scorribande di oltre 30 fotografi.
L’ emozione c’è, inutile far finta di nulla, ma è perlopiù legata al fatto di sapere che sarò lì, insieme agli altri fotografi e che verrà gente a vedere le mie foto. Non penso più di tatno alla competition in sè,e sono sincero. Io ho già vinto venendo qui e facendo un’esperienza unica, che mi ha permesso di conoscere tanti bravi colleghi e che mi sta facendo crescere tantissimo. Sono sincero e non sto mettendo le mani avanti. Per me è realmente così.
In quanto alla competizione ammetto che un piazzamento mi farebbe davvero piacere, ma sono convinto che non sia così importante. Ieri facevo l’esempio del Festival di Sanremo: è meglio vincere la competizione canora o vendere i dischi?
Perchè c’è anche il fattore vendita delle immagini che è interessante, almeno per me nell’immediato.
Ieri ho firmato un importante contratto che mi lega ad un brand della fotografia. Altro al momento non posso rivelare per evidenti ragioni di opportunità.
Per il resto la giornata è stata molto interessante. Ieri pomeriggio mi trovavo a Broadway (quella di Los Angeles, naturalmente) per fare qualche foto e soprattutto distribuire flyers dell’evento, accompagnato da un caldo che non sentivo da quando vivevo in Italia.
Il paio di ore di scatti è sostanzialmente positivo: unica nota stonata è che il flash mi sta abbandonando. E pensare che l’ho utilizzato meno di 6 giorni in tutto e di cui solo uno in maniera davvero intensa.
Con il suo prezzo di mercato trovo la cosa davvero strana. Ho già contattato l’assistenza per vedere di risolvere questo problema.
Ieri sono stato a trovare la morena al Millennium Biltmore Hotel, e l’unica esclamazione che mi viene da fare è una che sto utilizzando molto da quando sono qui: Wow!!!
Si tratta di un hotel storico, dove si sono svolte moltissime serate degli Oscar. Pensate che c’è una sala museo piena di foto delle premiazioni con tantissimi personaggi della Hollywood che tutti conosciamo.
Qui hanno alloggiato i Beatles e tantissime celebrità. Qui hanno girato e continuano a girare tantissime pellicole. La morena mi ha regalato una lista contenente tutti i film, produzioni televisive e altro che hanno avuto per location questo prestigioso ed esclusivo hotel. Scorrendo la lista vorrei citare qualcuno: The Italian Job, Spiderman, Ocean’s Eleven, Independende Day, Beverly Hills Cop, Rocky III, Pink Panther, New York, New York.
Per gli amanti delle serie tv, con me in testa: CSI, Alias, Beverly Hills 90210, Falcon Crest, Moonlighting, Charlie’s Angels, Kojak, Wonder Woman tra gli altri.
Nel depliant non compare e quindi non confermato ma sembrerebbe di si, anche Californication una delle serie che più ho amato ultimamente.
L’appuntamento al Biltmore era anche con Richard, il marito della guera con cui sono tornato per una cena a casa loro.
A ritorno lo stesso Richard mi ha accompagnato alla fermata del treno di Lake, da dove ho raggiunto Mission, la fermata più vicina a dove alloggio.
Una passeggiata di 10 minuti circa utile a smaltire due piatti di pasta e in cui ho potuto apprezzare con il buio le case già agghindate per l’incombente Halloween.
Quindicesimo giorno
Eccomi dunque qui a scrivere del giorno dopo l’evento. E inizio subito con il dire che si è trattata di una serata perfetta sotto moltissimi punti di vista.
La exhibition in quel della Think Tank Gallery fa parte del Downtown Art Walk, tradizionale appuntamento culturale che attira tantissime persone in quel di Downtown L.A..
Io arrivo alle ore 20 dopo aver mangiato con mia cugina, suo marito e Luis in un locale tedesco. Trovo all’entrata Alex JD che saluto e finalmente salgo. L’impatto è incredibile. Già c’è molta gente convenuta. Ritrovo Rinzi Ruiz, Eric Kim, Susan. Corro a vedere le mie foto. Fanno un effetto incredibile incorniciate ed esposte in una galleria allestita alla grande da Neema e gli altri.
Incontro altri amici: Jacob Patterson, Ludmilla Morais, Derriel. Scambiamo idee e impressioni. Siamo eccitati, impossibile nasconderlo.
La sensazione è quella di far parte di un grande evento e inserisco questa esperienza certamente come una delle più belle mai vissute a livello professionale fino ad oggi.
Sono felice di parlare delle mie foto ai convenuti così come andare a vedere le foto degli altri e sentire la spiegazione che ne danno gli stessi autori.
Parlo con Neema Sadeghi che vuole assicurarsi se sono soddisfatto di come è riuscita la mostra. Che volete che gli abbia risposto? Vengo così a sapere da lui che i risultati della competizione non verranno comunicati nel corso della serata.
Ci saranno 5 best of the show, ma di oltre un centinaio di foto solo una sarà nominata vincitrice e l’autore si porterà a casa una Leica. Dura, durissima, ma come ho avuto modo di dire ad un estasiato Rinzi Ruiz questa sera abbiamo già vinto tutti. Il resto è relativo. Importante, ma un in più.
E’ interessantissimo osservare come ogni fotografo ha avuto uno sguardo e un approccio completamente diverso da ogni altro. Ci sono foto maggiormente focalizzate su aspetti urbani, chi ha proposto fotografie essenzialmente reportagistiche, chi purissima street, altri concentrati su dettagli osservati lungo il perimetro che delimitava la zona prescelta.
Ho incontrato con piacere anche Mehdi Boqua, ragazzo nato in Francia, di origini marocchine, residente da 8 anni a Los Angeles: la sua proposta è eccellente, incentrata sul puro ritratto. Restiamo d’accordo di vederci negli ultimi giorni restanti per andare a fare un pò di street assieme.
La mia proposta
Il diario di Los AngelesIl diario di Los Angeles
Il diario di Los Angeles
Credo che meriti un capitolo a parte in questo diario. Ora finalmente sono pubbliche le mie foto e non sono più vincolato a tenere nel mistero quella che è stata la mia proposta.
Medesimo concept, medesimo il punto preciso di scatto (vetrine di Starbucks) in una sorta di falsa doppia esposizione sfruttando il riflesso del vetro.
In tutte e tre le foto il concetto ruota attorno al dentro e fuori, con il soggetto principale dentro, con la mia stessa presenza perchè Friedlander per me è ancora molto importante.
C’è il contesto urbano, c’è la storia dei soggetti rappresentati, momenti ed elementi life, urbani  e puramente street che si incastrano in composizioni piene.
Sedicesimo giorno
Giornata regolare. A casa a sistemare molte cose e a lavorare al computer. Leggere le impressioni degli altri sulla serata, che a detta di tutti convenuti è stata perfetta, caldo atroce a parte, e condividere scatti e idee.
In giornata viene finalmente comunicato il vincitore della Leica V-Lux 30. Si tratta di Jordan Dunn. A lui vanno i miei complimenti.
Domani alla Think Tank Gallery ci sarà un workshop tenuto da Eric Kim. Io tornerò alla galleria per vedere per l’ultima volta tutta l’exhibition in maniera più rilassata. Già contattato Neema, ci incontreremo lì.
Non è piaggeria nè retorica. Andando oltre la foto designata come best of the show qui a vincere siamo stati tutti, dagli organizzatori a tutti i fotografi coinvolti.
Il progetto ha tenuto fede a quanto prometteva, dimostrandosi evento interessante dal punto di vista prettamente artistico e assolutamente professionale dal punto di vista organizzativo.
Domani inizierà l’ultimo fine di settimana qui a Los Angeles, ed è giunta l’ora di andare a dormire per me. Non sono ancora le 11 ma avendo fatto le ore piccole la notte precedente il mio fisico mi sta implorando riposo. Buonanotte.
Diciassettesimo giorno
La giornata inizia tardi. Impegnato la mattina al computer, io e la morena andiamo a pranzo alle 14. Fino all’ultimo non mi dice dove mi porterà a mangiare, che si tratta di una sorpresa.
E’ un ristorante giapponese la sorpresa: sono contento di poter mangiare di nuovo sushi.
Dopo pranzo, lista alla mano andiamo a comprare tutti gli ingredienti che ci serviranno per il pranzo domenicale a casa della guera. Domani farò risotto con ragù e funghi, servito su un letto di mozzarella e pollo ripieno.
Mi faccio lasciare alla stazione di Mission della metro da dove raggiungo Downtown. Mi fermo a Figueroa/7th Street e raggiungo a piedi la Think Tank Gallery, che merita un’ ultima visita prima della mia partenza. Lì incontro appena entrato due dei ragazzi che hanno condiviso questa meravigliosa esperienza. Norman Estrologo e il vincitore del best of the show, Jordan Dunn.
Ammiriamo gli scatti street di Weegee in un libro e finalmente Jordan apre il suo premio. Eccola la Leica V-Lux 30: Jordan sembra un bambino di fronte al suo giocattolo nuovo, impossibile resistere a non fotografarlo.
Vado a vedere le foto presenti in galleria, poi raggiungo Eric Kim che ha terminato la giornata di workshop. E’ contento di rivedermi e ci facciamo un paio di foto assieme.
Mi dice che verrà a trovarmi il prossimo anno in Messico. Questo per lui si concluderà in Asia, dove starà a conti fatti per due mesi, impegnato con i workshops, e che lo condurranno a metà dicembre a Tokyo al fianco di Charlie Kirk.
Diciottesimo giorno
Una giornata emozionante sotto ogni punto di vista questa ultima domenica nella Città degli Angeli. Prima di andare alla casa della guera, ci rechiamo a comprare barbacoa e huaraches per un pranzo in pieno stile messicano.
Compriamo anche pan dulce, inevitabile acquistare anche il pan de los muertos, dato il periodo.
La barbacoa ( carne d’agnello) è buonissima, fresca e per nulla grassa. Di meglio non potevamo chiedere. Dopo pranzo mi metto sotto a preparare la cena.
Sarà un risotto con ragù di carne ai funghi, adagiato su un letto di mozzarella. Per secondo pollo ripieno. Mi aiuta Rosaura, che lancia la proposta di un ristorante Mexitalia che potremo aprire. Magari se mi va male con la fotografia...
La cena è un vero successo.
Passiamo una piacevole giornata in famiglia. Luis mio nipote è dolcissimo nelle sue manifestazioni d’affetto. Parlo a cena in inglese più che in spagnolo per Richard. Il dolce di  Rocìo a base di frutta è perfetto per concludere questa ricca cena.
L’emozione è forte quando si tratta di salutare. Anche se domani rivedrò ancora mia zia e Rocìo, con Luis e Richard è ora dei saluti.
Siamo già sul sentiero del ritorno a casa io e Rosaura quando Richard ci chiama al cellulare. Dice che ha qualcosa per me. Ritorniamo e rimango a bocca aperta. Richard mi mostra una fotocamera e poi l’altra. Sono due Pentax e mi dice che ci devo fare la foto più bella e di inseguire il mio sogno.
Inutile dire che sono commosso, e a ritorno finisco per far commuovere anche la morena. Non sono le fotocamere, ma quello che mi sta dicendo con questo gesto Richard, il marito della guera.
L’ultima notte qui termina con il sistemare le cose nella mia valigia e con lo scrivere questa pagina di diario.
In tutte le giornate che sono stato a Los Angeles mia moglie mi è sempre mancata terribilmente, ma questo non nega il fatto che tutti i giorni qui siano stati perfetti.
Di Los Angeles, di questo viaggio serberò sempre ricordi positivi, tanto umanamente che professionalmente.
In un certo senso non è del tutto finita l’esperienza YOU ARE HERE. Mi è appena arrivata una mail da Jacob Patterson contenete un questionario che dovrò riempire. Ne uscirà fuori un’intervista che verrà pubblicata sul book di questa exhibition.
E un’altra splendida conferma mi è arrivata dal mio sponsor. Adesso posso andare a dormire davvero contento.
Buonanotte L.A....
Diciannovesimo giorno - Arrivederci L.A., arrivo D.F.
Ultime ore in California. Alle 18,20 ora locale la partenza delll’aereo che mi riporterà a Città del Messico.
Come già ho avuto modo di dire questo viaggio è stato fantastico, pieno di esperienze davvero importanti e credo di essere davvero una persona diversa sia professionalmente che umanamente grazie al mio vissuto di queste tre intense settimane.
Porterò sempre con me affetto e sorrisi dei familiari, l’ospitalità degli amici incontrati qui (Susan ed Eric in maniera particolare), e naturalmente le positive vibrazioni vissute per tutti i giorni di gara in quel di Downtown L.A. e della fantastica serata dello show.
La mia prima volta negli Stati Uniti non poteva andare mglio di così, e sinceramente non mi aspettavo tanto.
Los Angeles mi ha dato tantissimo dal punto di vista professionale: torno in Messico con le idee decisamente più chiare su quale direzione prenderà la mia carriera.
Aver fatto parte di un evento internazionale tanto prestigioso, sponsorizzato da Leica fa curriculum ma non è tanto questo. Il confronto con professionisti mi ha fornito nuovi stimoli sia alla mia fotografia che al mio core imprenditoriale.
Annuncio su quest’ultima pagina di diario la mia intenzione di voler creare una scuola di fotografia a Città del Messico, con un occhio particolare alla street photography.
Workshops dedicati essenzialmente alla fotografia di strada. Già presi contatti importanti in questo senso, solo il tempo mi dirà se il progetto avrà ragion d’essere.
Stamattina ho inviato ai ragazzi di Think Tank Gallery le risposte alle domande che pubblicheranno per accompagnare l’intervista per il book dell’evento.
Torno in Messico con rinnovata energia, certo che quest’anno sarà fondamentale per la mia carriera: il magazine Hyde Park Photography, il progetto scuola, la mia attività prettamente fotografica.
E’ giunto il momento di salutare. Ringrazio i miei lettori che hanno letto questo diario e non hanno mancato di esprimere i loro pensieri. Ringrazio chi mi ha ospitato qui e ha fatto diventare questo soggiorno una fantastica esperienza. Ringrazio mia moglie con cui sono stato costantemente in contatto per la pazienza e il supporto che mi ha dato.
Un arrivederci a Los Angeles. Messico sto arrivando!http://feeds.feedburner.com/AlessioCogheStreepher

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