Il dibattito all’americana cui abbiamo assistito ieri sera su SkyNews24 tra i candidati del centro sinistra ha confermato il fatto che siamo seriamente nei guai. Lo siamo perché la destra sta naufragando nel brodo da minestrone generato dalla politicaccia sozza di Berlusconi che, finalmente, ha cominciato ad emanare la puzza che deve emanare. Ma lo siamo anche e soprattutto perché la sinistra non c’è. Ieri sera ne abbiamo avuto la prova.
Al di là di chi sia il vincitore o il vinto del confronto, cosa che, visto che non siamo negli USA, poco importa, è risultato lampante quanto distino le posizioni all’interno della potenziale alleanza. Come si fa, mi chiedo, a conciliare il pensiero di Vendola con quello di Tabacci? Come si può concepire un governo in cui convivano punti di vista così diametralmente opposti? Tabacci potrebbe tranquillamente schierarsi con centro-destra senza colpo ferire mentre Veltroni è coerente col suo pensiero che, vivadio, rappresenta ancora un barlume di sinistra. In mezzo, oltre l’inesistente Puppato, troviamo la professionalità televisiva di Renzi abilmente utilizzata per mascherare il vuoto totale di idee che caratterizza la mozione del sindaco di Firenze, e poi c’è lui, Bersani, l’uomo talmente ignavo e privo di nerbo che potrebbe dire tutto e il contrario di tutto senza contraddirsi.
Un governo di questa sinistra non durerebbe un mese, altro che i primi cento giorni ormai mitizzati dal Cavaliere e ereditati da Renzi. E l’apertura a Casini palesata da Bersani aggiunge, se mai sia possibile, un ulteriore elemento di instabilità. In questo panorama, e con Grillo che sclera e si dittatorizza sempre più, il povero elettore che deve fare oltre a sognare di giungere in volo sostenuto dagli angeli in Australia?
Luca Craia