Il furto di alcune pellicce di valore e il conseguente assassinio di un guardiano notturno portano Dick Tracy (Ralph Byrd) a fare luce su una truffa assicurativa in cui è coinvolta una banda guidata da The Claw (Jack Lambert), uno spietato criminale con un uncino al posto della mano destra, il quale lascerà dietro di sé una scia di cadaveri prima di essere fermato da Tracy.
Terzo film della serie dedicata al celebre poliziotto, Il dilemma di Dick Tracy vede un cambiamento importante nel cast, con l’addio di Morgan Conway nel ruolo principale e il subentro, ma forse sarebbe meglio chiamarlo ritorno, di Ralph Byrd nelle vesti del protagonista.
Nonostante la buona accoglienza dei precedenti due film, infatti, la RKO ricevette numerose richieste da parte del pubblico, ma anche degli sponsor, affinché richiamasse Byrd a interpretare Dick Tracy.
L’attore, che negli anni Trenta aveva prestato il suo volto al detective in un serial cinematografico di grande successo (trasmesso anche in Italia), e che per tutti era l’unico a poter impersonare sullo schermo il personaggio creato da Chester Gould, si era da poco ristabilito dalle conseguenze di un terribile incidente d’auto che lo aveva coinvolto nella metà degli anni Quaranta e che aveva rallentato di fatto la sua carriera.
Una volta tornato in piena forma, la major si affrettò a scritturarlo per due pellicole, le quali avrebbero segnato il suo ritorno a un ruolo che, anche negli anni seguenti, lo avrebbe reso l’unico vero Dick Tracy del piccolo e grande schermo, fino alla sua prematura scomparsa, avvenuta nel 1952.
Oltre a una somiglianza incredibile con la versione a fumetti, Byrd aveva dalla sua un’innata simpatia, un fascino e una prestanza fisica che lo rendevano adattissimo al ruolo. A sottolineare queste peculiarità d’altronde provvede la sua entrata in scena in questo film dopo pochi minuti. Con indosso cappello e impermeabile, due elementi fondamentali del Dick Tracy fumettistico, Byrd colpisce lo spettatore per la sua fenomenale aderenza fisica al personaggio.
È anche questa caratteristica che spinge chi è da sempre un grande fan della striscia a fumetti a non perdersi nemmeno un minuto della pellicola. Diretto da John Rawlins su una sceneggiatura di Robert Stephen Brode, Il dilemma di Dick Tracy è un altro buon film che regala al pubblico una storia godibile e senza troppi fronzoli, con un villain inquietante che ha il volto di Jack Lambert, un ottimo caratterista che negli anni successivi avrebbe prestato il proprio talento a numerose produzioni western, sia al cinema che in televisione.
Grazie a un make up che rende The Claw quasi neanderthaliano nell’aspetto, Lambert delinea un criminale primitivo anche nei modi di agire. Ne viene fuori un villain rozzo ma spietato, a cui spetta di diritto di entrare nella rogue gallery degli avversari del detective, perlomeno in ambito cinematografico.
Per il resto, la pellicola ha ancora una volta nei comprimari un altro forte elemento. Lyle Latell continua nella sua simpatica interpretazione di Pat Patton, regalando al pubblico un paio di simpatici siparietti, così come Ian Keith, ancora una volta presente nel ruolo di un ottimo Vitamina Flintheart. Cambiamento invece per Tess Trueheart, non più interpretata da Anne Jeffreys, ma bensì dalla giovane Kay Christopher, bellezza acqua e sapone, ma troppo giovane rispetto a Byrd e priva dell’eleganza della precedente attrice.
Note:
Il dilemma di Dick Tracy è l’unico dei quattro film a non essere presente nella Dick Tracy Collection edita dalla Valter Casini Edizioni.
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