Sono perplessa. Questo libro mi è stato spedito per una recensione. Il testo è un commento puntuale ai vari articoli della legge sul diritto d’autore, un asettico riassunto, peraltro non tradotto in linguaggio comune. La quarta di copertina informa dell’assenza di finanziamenti pubblici e contributi dagli autori. Controllo sul sito di Writer’s dream: la Arduino Sacco risulta in effetti nell’elenco delle editrici non a pagamento: «Pubblicazione – di base – senza contributo. È possibile che venga chiesta una partecipazione alle spese per promozione e distribuzione».
Dunque. Temperamente – salvo una eccezione, talmente spudorata da imporre restrizioni – recensisce anche editoria a pagamento. Non è un male, spesso è una forma necessaria all’autosostentamento degli editori e non è detto che sia una forma per arricchirsi. Ma mi chiedo: se una casa editrice investe interamente del proprio su un testo deve stare ‘sul mercato’, giusto? E come può bilanciare le spese di pubblicazione con le vendite se non pubblica testi validi e interessanti? Abbattendo le spese, ad esempio. E infatti la Arduino Sacco informa che:
non effettua editing, solo una correzione di bozze generica. C’è un’ottima cura per il lato grafico, che risulta ben curato dal punto di vista di copertina, quarta di copertina e impaginazione.
Arduino Sacco distribuisce quasi esclusivamente online. Per essere distribuiti in libreria ci sono tre possibilità:
- Il libro deve avere un buon successo online;
- Trovare uno sponsor;
- Autofinanziarsi parte dei costi di promozione e distribuzione.
Immagino che molti autori decidano di autofinanziare almeno promozione e distribuzione, e questo già stempera la dichiarazione di purezza editoriale. Ma non è questo il punto. Il punto è – a mio avviso – che è preferibile chiedere un contributo a monte agli autori, per garantire il sacrosanto editing e una correzione di bozze non generica. Cosa vorrebbe dire ‘generica’? Le bozze le correggi o non le correggi. Sfuggiranno sempre dei refusi, va bene, ma quantomeno nelle intenzioni la correzione dovrebbe essere eliminazione di errori e non sgrossatura. Se già a pag. 8 trovo la sillabazione ‘rius-cire’ e a pag. 25 ‘cias-cuno’ vuol dire che l’impaginato non è stato rivisto.
E l’editing: un editor avrebbe consigliato all’autrice un tono meno formale, un commento meno puntuale, l’inserimento di esempi.
A me dispiace che lo sforzo di scrittura di un autore non meriti neanche un parere sul testo. E mi dispiace che alla cura grafica delle copertina promessa corrisponda un’immagine sfocata, sgranata e del tutto non invitante.
Insomma.
Carlotta Susca
Eleonora Alessio, Il diritto d’autore per tutti, Arduino Sacco Editore, 141 pp., € 15,00.