Titolo orginale: The King’s Speech
Regia: Tom Hooper
Cast: Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter, Guy Pearce, Jennifer Ehle, Derek Jacobi, Michael Gambon, Timothy Spall, Anthony Andrews, Filippo Delaunay, Dominic Applewhite, Jasmine Virtue, Max Callum, Tim Downie, James Currie, Harry Sims, Anna Reeve Cook, Mark Barrows, Sean Talo, Dick Ward, Mary Robinson, Naomi Westerman, Freya Wilson, Eve Best
Distribuzione: Eagle Pictures, GB- Australia, 2010
Il timido Bertie, (Colin Firth) futuro Giorgio VI, Duca di York, è il figlio dell’anaffettivo e rigido sovrano Giorgio V (Michael Gambon) e fratello del bello e anticonformista Edward (Guy Pearce), primo in lista di successione al trono. Bertie è affetto da balbuzie, cosa che gli crea non pochi problemi durante i numerosi discorsi pubblici che è costretto a tenere nelle occasioni più disparate. Dopo aver provato i rimedi più assurdi e anticonvenzionali, Lady Lyon ( Helena Bonham Carter), sua moglie incontra il logopedista australiano Lionel Logue (Geoffrey Rush), un professionista atipico e con velleità attoriali. Lionel accetta l’arduo compito di curare il futuro sovrano, e dalla relazione medico-paziente nascerà una grandissima amicizia.
Tom Hooper, giovane e premiatissimo regista per miniserie di successo e di pellicole stupende e sottovalutate come Il Maledetto United, con questo film si aggiudica l’ingresso nel cosiddetto “giro che conta” e si assicura il meritato riconoscimento del suo valore per questa bellissima storia di umanità e potere, di valori ed etichetta. Costata solo 15 milioni di dollari, coadiuvata da uno script intelligente realizzato da David Seidler, che alterna vita pubblica e privata, aspetto esteriore e sentimenti, la pellicola racconta la storia di u uomo, ma attraverso di essa la storia di un’intera nazione, la Gran Bretagna, degli anni 20 e trenta, anni in cui si fa sempre più minacciosa la figura di Hitler, un periodo di grandi cambiamenti, nel quale anche la figura del sovrano cambia: egli deve far sentire la sua voce, alla radio o nei discorsi pubblici, deve rassicurare e guidare con piglio sicuro la nazione. Giorgio V è molto abile in questo, rigido, impertubabile e strasicuro di sé, così come il figlio Edward, erede al trono, tombeur de femmes, impegnato in una relazione con un’attrice americana, Wallis Simpson (Eve Best), divorziata due volte. In questo quadro, il timido e riservato Bertie appare decisamente fuori luogo e la cosa si fa evidente durante i discorsi via radio o in pubblico che deve tenere. La moglie devota e innamorata lo supporta e lo incoraggia ed è proprio grazie a lei che Bertie conosce Lionel e i suoi metodi sui generis. Il medico capisce subito che il problema principale del futuro re britannico non è nella voce ma nella testa e decide di lavorare sulla sua self confidence, sulla percezione di quello che è la sua reale forza, il suo talento. Tuttavia, dopo l’abdicazione fulminea di Edward per amore di Wallis, la nazione intera, in crisi e in aria di nuova guerra mondiale, si rivolge speranzosa a Bertie per essere da lui governata, guidata e rassicurata…
Tom Hooper riesce a tirare fuori sempre il meglio dai suoi attori e non è un caso che in tutti i film per la tv o miniserie per le quali è stato premiato con il Golden Globe, anche i suoi protagonisti abbiano ricevuto l’ambito premio (Helen Mirren, Jeremy Irons, Paul Giamatti, Samantha Morton, solo per citarne alcuni): quando poi davanti la macchina da presa si ha a propria disposizione il migliore attore del Regno Unito ma non solo, Mr Colin Firth, il capolavoro è servito. L’attore britannico regala un’interpretazione da brividi, che si apprezza ulteriormente nella versione originale della pellicola. Lo spettatore è assolutamente catturato dalla sua performance, da ogni suo piccolo gesto. La vittoria del Golden Globe come miglior attore protagonista è solo l’anteprima di quello che vedremo ai prossimi Oscar. E cosa dire di un Geoffrey Rush brillante, ironico, vero istrione, buffo e commovente allo stesso tempo? Inoltre il film può vantare dei comprimari di altissimo livello, come Helena Bonham Carter, misura e quasi timida, lontana dai ruoli estremi e stravaganti firmati Tim Burton, un simpaticissimo Timothy Spall nel ruolo di Winston Churchill, un ottimo Derek Jacobi, e un intenso Guy Pearce, combattuto tra dovere e amore.
In definitiva una pellicola stilisticamente ed emotivamente perfetta, diretta da un promettentissimo regista e con un protagonista alla sua migliore performance di sempre.
Conclusione: Imperdibile!
Voto: 9.5