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Il dissuasore dell'emigrazione: un mestiere nuovo?

Creato il 20 aprile 2012 da Bulgarone84
Il dissuasore dell'emigrazione: un mestiere nuovo?Tutto parte da una mia ossessione. Approfondire e comprendere il reale significato delle migrazioni. Stringendo il campo di ricerca ai flussi che dall'Africa portano all'Europa. Provare a toccare con mano il fenomeno e penetrare i codici e le regole interne che inducono quotidianamente numerosi migranti a spingersi, o provare a farlo, nel nostro continente. Capire le logiche che portano a mettere in ballo la propria vita sobbarcandosi viaggi al limite del sovraumano. Europa percepita alla partenza come porto sicuro, miraggio e occupazione. Ma anche Europa sentita all'arrivo come delusione, sfruttamento e emarginazione. Ma l'aspetto che mi interessa maggiormente è la rete organizzativa che porta fisicamente il migrante nel nostro continente. Il dietro alle quinte dell'emigrazione.  Nel nostro viaggio virtuale si incontra così la figura dell'intermediario, il passeur, che assume diverse definizioni: tchaga, connection man, cokser. Le persone che si riconoscono in queste etichette costituiscono l'anello di congiunzione tra chi fornisce il servizio del viaggio e chi ne vuole usufruire. Senza dimenticare i ruoli degli autisti e dei recruteurs, i reclutatori che vendono i contatti "giusti" agli exodants.C'è, però, qualcosa che colpisce ancora di più la mia attenzione: il meccanismo attraverso il quale si dissuade il migrante a compiere il viaggio della vita. L'ottimo reportage di inchiesta "A sud di Lampedusa" di Stefano Liberti ha, almeno in parte, risposto a qualche mia domanda. Molto spesso quest'opera di dissuasione è frutto di accordi segreti tra Paesi. Italia e Libia per qualche anno, a partire dal 2000, ne sono stati un esempio. Lampante ma celato nello stesso tempo, per volontà dell'asse Berlusconi - Gheddafi. Ma c'è un'altra figura "creata" ad arte da alcune organizzazioni non governative attratte dalla prospettiva scintillante dei fondi europei: il "dissuasore". Mestiere nuovo - verrebbe da dire. Il dissuasore sarebbe il frutto di un progetto di sensibilizzazione finanziato dalla Commissione Europea a cui aveva aderito insieme a due organizzazioni maliane. Ma in cosa consiste il suo lavoro? Semplicemente nel persuadere i propri connazionali, mediante l'ausilio di giganteschi cartelloni stradali indicanti diversi pericoli (AIDS, abusi sessuali, sete, schiavitù, tratta, morte) a non effettuare il viaggio. Ecco quindi svelato il programma "Verità sull'immigrazione illegale verso l'Europa": provare a contrastare l'arrivo di migranti sul suolo europeo fingendo di avere a cuore i rischi cui gli stessi sono sottoposti. Niente di più semplice. Niente di più subdolo.

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