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Il distacco dalla realtà di Helleborus niger

Creato il 27 dicembre 2013 da Informasalus @informasalus
CATEGORIE: Omeopatia
helleborus niger
La pianta Helleborus Niger, citata da D'Annunzio, era nota sin dall'antichità per le sue proprietà medicinali

RIASSUNTO
Sono descritti diversi casi clinici tratti da una analisi della letteratura omeopatica di Helleborus Niger nei quali è stato utilizzato con successo. Helleborus Niger può essere utile in condizioni cliniche gravi caratterizzate da una profonda depressione del Sistema Nervoso quando il paziente presenta uno stato di indifferenza agli stimoli esterni ed uno stato stuporoso.
È anche utilizzato nei traumi cranici o negli edemi e nelle sindromi ansiosodepressive
INTRODUZIONE
Questa pianta velenosa, citata da D'Annunzio, era nota sin dall'antichità per le sue proprietà medicinali. Il poeta latino Orazio consigliava di recarsi per la cura della pazzia nell'isola di Anticipa in cui cresceva rigogliosamente.
La pianta era stimata anche da Hahnemann che nell'introduzione al rimedio presente nella Materia Medica Pura affermava che quando i sintomi morbosi che esso può produrre saranno più completamente accertati saremo in grado di vedere quali fossero le malattie per la cura delle quali, nei loro sanatori, i Greci ottennero tale rinomanza, in quanto la pianta che impiegavano per tale scopo era una pianta dai fiori rosso pallido, strettamente collegata al nostro Elleboro. Noto anche come Rosa di Natale in quanto fiorisce in pieno inverno, appartiene alla famiglia delle Ranuncolacee.
CLINICA DI HELLEBORUS NIGER
Stato stuporoso ed indifferente agli stimoli esterni
Uno degli effetti caratteristici del rimedio è quello sul sensorio sul quale produce uno stato stuporoso e di insensibilità, lo sguardo è nel vuoto ed il paziente non vede ciò che lo circonda, non sente nulla e tutto ha perso il suo gusto. Il paziente è molto distante, non riesce a percepire gli stimoli esterni.
La mente è spesso vuota, non ricorda o ricorda molto poco gli avvenimenti del passato. Le pupille sono dilatate e l'espressione è instupidita. Si utilizzava spesso in passato per la febbre tifoide e per altre gravi forme settiche. È utile in pazienti che si trovano in stato di incoscienza o che si risvegliano da gravi traumi come ad esempio dopo incidenti stradali in cui il paziente ci rimette un po' a riprendersi e rimane in una fase di sonnolenza e scarsità di reazione al mondo esterno. La testa giace sprofondata nel cuscino.
In questi casi Helleborus Niger risulta essere uno di quei rimedi che riporta il paziente a recuperare completamente.
Sigrid Kruse del reparto di terapia intensiva neonatale dell'Università di Monaco descrive dei casi dopo emorragia cerebrale severa (3 grado) nei prematuri e nei neonati in cui la terapia omeopatica riesce a migliorare notevolmente i pazienti a 12 mesi, anche in condizioni di partenza così compromesse.
Helleborus Niger è uno dei rimedi che nei casi indicati riesce a far uscire dal coma i piccoli pazienti che giacciono in uno stato stuporoso così come la pianta di Helleborus Niger riesce a spuntare fuori dalla neve e a fiorire in pieno inverno.
Meningiti e menigoencefaliti
Kent segnala come Helleborus Niger fosse uno dei rimedi per la meningite e la meningo encefalite e come nel passato si riuscisse a curare casi con tale rimedio che con la terapia allopatica dell'epoca non era possibile curare. La descrizione del grande maestro di omeopatia degli effetti di Helleborus Niger è mirabile: Dopo parecchie ore insorge sudore o diarrea o vomito e non vanno curati perchè benefici. Questi difatti in pochi giorni procurano la guarigione, di cui il primo sintomo consiste in un formicolio nelle dita del bambino, nel naso, nelle orecchie, ed esso comincia a strillare e a muover la testa. Diranno i vicini sentendolo gridare: chiamate un altro medico che possa calmare questo bambino con qualche sedativo; se ciò venisse effettuato si procurerebbe la morte del P. ... finchè egli grida la morte è lontana.
Dopo questa fase subentra la guarigione e Kent spiega che non è il dolore che fa gridare il bambino quanto il formicolio nel riattivare ciò che prima era bloccato e che non deve essere mai cambiato il rimedio in questi casi. Kent inoltre descrive anche la facies caratteristica del rimedio ed oltre all'aspetto stuporoso ed inebetito già descritto mette in evidenza la fronte e le sopracciglia raggrinzite con stiramento dei muscoli facciali come in Lycopodium, ma che si accompagnano in quest'ultimo rimedio a polmonite con presenza anche dell'alitamento delle pinne nasali che è caratteristico di Lycopodium, mentre in Helleborus Niger non è presente e il centro della patologia è a livello neurologico. Entrambi però hanno un aggravamento dalle 16 alle 20.
Bambini istituzionalizzati
Grandgeorge indica che questo rimedio interviene ad un livello molto profondo di depressione della funzionalità del sistema nervoso centrale e ne sottolinea il suo utilizzo in quei bambini che sono stati a lungo tempo ospedalizzati e che giacciono in una condizione di stupore senza reagire, in una condizione che definisce di deserto emozionale.
Bambini istituzionalizzati per lungo tempo per una disabilità fisica o psichica, circondati solo da un mondo meccanizzato e sterilizzato in cui regrediscono progressivamente rimanendo allettati e con il solo movimento della testa di dondolio continuo in avanti e indietro, come per cullarsi da soli e per ricostruire attraverso il movimento ritmico la sensazione che avevano in utero con l'esperienza del battito cardiaco materno o dei suoi movimenti respiratori che li tranquillizzavano.
Il movimento continuo della testa o della mandibola come nell'atto del masticare è in ogni caso indicativo di Helleborus niger in patologie gravi di varia natura in cui il paziente giace inebetito con tali movimenti che possono riguardare anche una sola parte o un solo lato del corpo ad esempio del braccio e della gamba di un lato, mentre l'altro lato giace immobile come paralizzato. Vithoulkas avverte che bisogna aspettare per vedere il suo pieno effetto in quanto Helleborus niger ha una reazione lenta e progressiva.
Epilessia
Teste curò un caso di epilessia in una bambina di cinque settimane nata dopo che la mamma aveva subito un forte spavento nella parte finale della gravidanza e dopo che un precedente figlio era deceduto per convulsioni simili l'anno prima. La bambina, costipata dalla nascita, aveva cinque o sei convulsioni al giorno seguite da un intenso sonno. Mentre dopo le convulsioni il sonno era profondo; durante le stesse la bambina restava sensibile agli stimoli esterni, tanto che la chiusura di una porta o un altro rumore forte erano in grado di arrestare e poi di accorciare di molto i parossismi. Helleborus Niger la guarì in due-tre giorni. Anche nei classici testi di neurologi omeopati del passato come McIntyer e Hart viene riportato l'uso di Helleborus niger nelle convulsioni infantili quando si presenta la fase di stupore o nelle assenze. Inoltre è riportato nei testi classici l'uso nell'idrocefalo in cui si alternava ad Apis nelle fasi di sopore che seguivano le fasi del grido encefalitico, tipiche di Apis.
Depressione
Si verifica uno stato mentale molto particolare caratterizzato dalla presenza contemporanea di una malinconia taciturna e di una indifferenza al mondo esterno. Sankaran indica ad esempio che Helleborus niger vuole stare da solo, per conto suo, vuole andare a casa rientrando nella diagnosi differenziale con Bryonia alba. A proposito della depressione Guermonprez commenta in modo molto interessante che Helleborus niger è stato progressivamente meno prescritto rispetto al passato in cui si utilizzava spesso per condizioni critiche come le meningiti e le meningoencefaliti, ma che al giorno d'oggi trova una maggiore indicazione, a torto spesso trascurata, proprio nelle sindromi depressive. In particolare quando la depressione si accompagna ad un arresto delle mestruazioni andrebbe sempre considerato in diagnosi differenziale. Inoltre è indicata, secondo egli stesso, nelle forme ciclotimiche periodiche o bipolari, quando dopo fasi maniacali subentra lo stato depressivo melanconico, indifferente al mondo esterno, caratteristico di Helleborus niger. Il ritiro dal mondo si accompagna a profondi sensi di colpa e ad un aggravamento con la consolazione.
Risponde a monosillabi, con ritardo alle domande che gli si pone. Come si nota ha molti sintomi che entrano in diagnosi differenziale con altri rimedi delle sindromi depressive come Aurum metallicum e Natrum muriaticum. Lo stesso Hahnemann, che lo sperimentò per primo, riporta il sintomo sperimentale di malinconia nel vedere una persona felice con profonda infelicità ed identifica con queste parole il particolare stato indotto da Helleborus niger: Lo stato nel quale, pur con buona vista, si vede incompletamente e non si fa attenzione a nulla; nel quale con udito perfetto non si intende completamente; nel quale con gli organi del gusto integri non si trova gusto in nulla ... nel quale di nulla ci si rallegra. Kent descrive dei casi in cui fece meraviglie, come riporta il Lathoud, in cui la depressione era scatenata da un profondo senso di colpa.
Traumatismi cranici con commozione cerebrale
Nash riporta di aver guarito un caso di commozione cerebrale causata da un colpo alla testa dopo che Arsenicum aveva fallito. Accanto ad altri rimedi utilizzati in casi di trauma cranico a partire da Natrum sulphuricum andrebbe considerato dunque anche Helleborus niger.
Nei casi in cui dopo il trauma cranico rimane uno stato commotivo con sintomi di torpore ed in cui il paziente risponde in ritardo alle domande potrebbe essere considerato. Come riporta anche Vermeulen era considerato da Foubister il principale rimedio per gli effetti cronici conseguenti a traumi cranici nei bambini.
Egli riporta il caso di un uomo di 32 anni con una depressione mentale gradualmente ingravescente che all'età di 10 anni era caduto dal quarto piano di un palazzo ed era stato ricoverato in ospedale nel quale era rimasto in coma per circa un mese e poi aveva ripreso la coscienza, persistendo da allora uno stato depressivo. La somministrazione di Helleborus MCH, una dose ogni quindici giorni per due mesi e successivamente di Helleborus XMCH una dose al mese per due mesi, è stata in grado di garantire la guarigione del paziente.
Foubister si era basato per la prescrizione anche sul fatto che lo stato depressivo conseguente al trauma cranico aveva un andamento progressivamente ingravescente come tutte le manifestazioni sul sistema nervoso di Helleborus secondo la sua esperienza. La risposta al rimedio è stata immediata, anche se il paziente ha necessitato di circa un anno per il pieno recupero.
Postumi di anestesia dopo interventi
Quando il paziente stenta a riprendersi dopo un intervento chirurgico complesso con alterazioni del suo stato di coscienza, con oliguria comparsa dopo una anestesia profonda. Come giustamente Voisin fa notare, Helleborus Niger ha tra le sue caratteristiche una profonda depressione della sensibilità con un blocco della ideazione e dei riflessi sensitivomotori, una obnubilazione del sensorio ed un torpore che può manifestarsi dopo anestesie nelle quali Helleborus Niger può essere in grado di far riprendere prima il paziente, come anche sottolineato da Guermonprez.
Cefalea
Clarke ha curato molte cefalee con Helleborus niger specialmente quelle che i pazienti definiscono stupide cefalee localizzate soprattutto a livello nucale e occipitale con stupore e con la sensazione come se il contenuto della testa sporgesse dalla fronte e dalle orbite. Del resto Hodiamont avverte che in tutti gli stati che richiedono Helleborus, finchè lo stupore non avrà soppresso talmente la sensibilità, si avranno cefalee. La cefalea è legata alla congestione cerebrale ed è aggravata dal movimento e dal piegarsi e da tutto ciò che aumenta la pressione endocranica.
La cefalea è soprattutto nucale dato che il bulbo è interessato. Si allevia solo dormendo o stando immobile. Viene anche descritto un dolore particolare come se il contenuto del cervello spingesse sugli occhi dall'interno.
Nicteralopia e disturbi visivi
Cooper riporta l'uso nella cecità notturna e descrive il caso dei soldati francesi che, in prigionia, avendo finito le sigarette, iniziarono a fumare le radici dell'Helleborus niger guarendo dalla nicteralopia. La visione notturna è una delle prime funzioni ad essere interessate dal rimedio in quanto la percezione notturna prevede una sensibilità acuta che viene compromessa ben presto nei pazienti che richiedono il rimedio. La fotofobia al contrario è eccezionale. Lo sguardo è fisso e gli occhi sono vitrei, le palpebre semiaperte ed in genere si ha midriasi come riporta il Lathoud.
Insufficienza cardiaca
La elleborina contenuta nel rimedio è un glicoside molto simile alla digitale e presenta una capacità analoga di deprimere la funzionalità cardiaca. Hodiamont descrive questi effetti depressivi indicando come la causa di morte nella intossicazione accidentale con la pianta sia proprio la paralisi cardiaca. Riduce rapidamente la eccitabilità del cuore. Nei pazienti che necessitano di Helleborus niger in genere il polso è lento e vi è bradicardia, come del resto accade in Digitalis.
Idrope e anasarca
Guernsey lo giudica utile nelle affezioni idropiche con anasarca delle parti interne ed esterne, con assenza di sete, sudorazione profusa e minzione scarsa.
La sindrome nefrosica con edemi conseguenti ad una nefrite acuta o subacuta è un possibile utilizzo del rimedio.
Si accompagna ad oliguria con urine brunastre e l'edema si manifesta in modo rapidamente ingravescente di pari passo con la oliguria. La trasudazione delle sierose è un altra delle caratteristiche, a partire dalle meningi.
La ripresa della diuresi in pazienti con edema generalizzato è spesso l'inizio della risposta al rimedio. Qualunque aumento delle secrezioni esterne dopo l'assunzione del rimedio è il segno che il rimedio sta funzionando e non va cambiato o ostacolato nella sua azione
Insufficienza renale
L'azione di Helleborus Niger sul rene è riportata in molte materie mediche. Agisce secondo Choudhuri sul rene essendo in grado di ristabilire la funzionalità renale.
L'insufficienza renale con albuminuria e con sedimento scuro come fondi di caffè è una caratteristica del rimedio con polso lento e bradicardia. Un caso riportato da Miller di edema diffuso dopo scarlattina con oliguria e sedimento scarso e molto scuro del tipo a fondi di caffè. La somministrazione del rimedio alla 200 in acqua in plus ogni tre ore permetteva la ripresa del paziente con la ricomparsa di una diuresi regolare.
Alternando tale rimedio con Arsenicum Album alla 200 il paziente ha avuto un recupero pieno. La somministrazione di Helleborus Niger è avvenuta ogni volta che il sedimento tendeva a diventare scuro. Anche Nash afferma che il primo segno che Helleborus Niger sta facendo effetto è l'aumento della diuresi. Hering descrive il caso di una cistite acuta in cui la diuresi era sempre più scarsa fino a bloccarsi per tre giorni in cui uscivano solo delle gocce di sangue nonostante il tenesmo vescicale con il paziente che diventava sempre più di colorito giallognolo e con un edema che saliva progressivamente dal basso verso l'alto fino a raggiungere l'addome che fu curato da Helleborus Niger.
Patologie cutanee
Ulcere con abbondante secrezione di materiale. Helleborus niger ha la capacità di drenare i tessuti. Hering indica che è stato utilizzato con successo nelle eruzioni umide e nelle conseguenze di eruzioni esantematiche soppresse. Le ulcere cutanee di Helleborus niger sono umide, gementi continuamente una secrezione, ma sono soprattutto indolori. Hering descrive anche casi di anasarca ed elefantiasi con la pelle che si stacca e cade in superficie lasciando delle ulcere gementi.
Dolori reumatici
Choudhuri riporta il caso di un episodio febbrile con comparsa di dolori reumatici alle ginocchia che comparivano in modo caratteristico durante la fase del brivido. Egli indica questo sintomo come uno dei più caratteristici di Helleborus niger. La debolezza muscolare prevale in questi pazienti che fanno fatica a rimanere in piedi. I piedi sono freddi ed il pazienti può camminare solo molto lentamente ed appoggiandosi ad un sostegno. Le gambe sono edematose.
Diarrea in pediatria
Hoyne descrive il caso di un bambino di 18 mesi che dopo due settimane di terapie allopatiche per la diarrea era entrato in uno stato soporoso con caduta della mascella e movimento costante della mandibola come se stesse masticando qualcosa, la faccia era pallida e gonfia, le urine scarse e scure con sudorazione fredda. La somministrazione di Helleborus niger 200CH permetteva un rapido sollievo e un pieno recupero dopo tre giorni. La diarrea di Helleborus niger, secondo Voisin, è una diarrea adinamica che si accompagna a labbra secche e screpolate con lingua rossa e secca con freddo all'addome e bruciore anale. Indica anche il suo possibile utilizzo nell'ascite. Potrebbe essere utile in quelle forme in cui c'è una sindrome epatorenale con compromissione della funzionalità del rene e del fegato.
Relazioni con altri rimedi
Con Bufo rana, dal momento che presenta nella sua composizione delle sostanze chimiche, i bufodienolidi, che sono presenti in Bufo rana e che si accompagnano ai sintomi di inebetudine e di deficit intellettuale profondo dei due rimedi. Con Digitalis, per la presenza di glicosidi simili alla digossina e una analoga depressione della funzionalità cardiaca. Con Opium, per l' analogo obnubilamento del sensorio con la differenza evidenziata da Hodiamont che in Opium vi è un distacco tra interno ed esterno, per cui il paziente può apparire obnubilato, ma manifesta una esaltazione delle immagini e delle associazioni interne. Al contrario in Helleborus Niger vi è una rottura delle connessioni nervose sia interne che esterne con un totale torpore ed apatia.
CONCLUSIONI
Come appare evidente nei casi segnalati in letteratura Helleborus Niger è un rimedio molto profondo che si è dimostrato utile in patologie molto gravi come meningiti ed epilessie. Può trovare impiego nei casi di postumi di anestesie e traumi cranici in cui il paziente stenta a riprendersi o anche nelle sindromi depressive in cui il paziente appare totalmente indifferente agli stimoli esterni e a ciò che lo circonda.
Può essere considerato nei casi in cui si abbia una diminuzione della funzionalità renale o cardiaca o negli edemi di varia natura. Lo stato di allontanamento dalla realtà e diminuzione della sensibilità agli stimoli esterni rappresentano alcune delle sue caratteristiche principali che sono valse anche a garantirgli una fama per la sue proprietà curative per quelle particolari forme di insania mentale che erano ben note anche nella Grecia antica e che D'Annunzio cita nella sua opera.
Bibliografia
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