Non esiste niente come un “divorzio intelligente”. È una risposta decisa quella della dottoressa Jann Gumbiner, psicologa e professoressa all’Università della California e all’Irvine College of Medicine, all’articolo “The Intelligent Divorce” dello psichiatra e autore di un omonima serie di pubblicazioni, Mark Banschick. E sempre su PsychologyToday.com (dove è stato pubblicato anche l’articolo di Banshick) la Gumbiner risponde. «Il divorzio è negativo, chiaro e semplice. […] A scuola, ho letto tutto quello su cui ho potuto mettere le mani, sia di accademico che di aneddotico. […] Dagli articoli scientifici a Hemingway, sul divorzio, nessuna fonte è stata trascurata. Credetemi, non esiste niente come un divorzio intelligente».
La dottoressa non parla a vanvera, e nel botta e risposta, rincara la dose citando la sua personale esperienza di figlia di genitori separati. «Persi la motivazione nello studio. I miei voti calarono. Non studiare era una forma di ribellione, di rabbia e apatia. Poi, c’è la mancanza di contatto con un parente caro. Senza mio padre, divenni promiscua. Cercavo l’affetto nei miei coetanei adolescenti. Non ero controllata e finii nei guai. […] Per quanto mi riguarda, persi tutta la mia famiglia estesa: i miei cari nonni, zie, zii e cugini. Il divorzio colpisce i bambini e li colpisce subito, nel breve periodo».
Nondimeno, gli ‘effetti’ coprono un ampio raggio e non si limitano soltanto ai bambini, come spiega in seguito: «Il divorzio ha anche conseguenze nel lungo periodo sui figli ormai cresciuti. In primis, si ripercuote sulle loro relazioni. Andai incontro al matrimonio con la consapevolezza che avrei potuto mollare tutto. Statisticamente, i figli del divorzio hanno più probabilità di divorziare a loro volta». E concludendo la dottoressa ribadisce recisamente: «Non c’è niente come un divorzio intelligente. Non ci sono regole precise per una buona o una cattiva separazione. Il divorzio colpisce i figli, anche quelli adulti. Quello dei miei genitori ha avuto effetti indelebili su di me e che continuo ancora a sentire».
Nicola Z.