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Questo spazio permette al sito di continuare ad offrire in modo gratuito tutti i suoi contenuti!La fiaba
Domenica 04 Gennaio 2015 20:55 Scritto da Mamma Lori
Evviva! Babbo Natale può finalmente prender tre giorni di ferie, prima di pensare ai preparativi per l'anno a venire e, di filato, va a fare windsurf alle Maldive.
Le feste però non sono finite! Cari bambini state tranquilli, perché... col sacco pieno di dolci, chi arriva aggrappata a una scopa di notte con le scarpe che son tutte rotte?
È proprio lei, la cara Befana che vola soave nel cielo ammantato di stelle e vi riempie le calze di caramelle.
La dolce vecchina adora i bambini e vuol sempre vederli allegri e vivaci a rotolare tra l'erba verde dei prati, ma se fa freddo restano in casa e per non gelare il loro nasino, felici giocano a nascondino.
Allora lei non si risparmia e per tutto l'anno impasta, prepara e cucina ogni buona leccornìa che conserva con gelosia fino al momento di portar via e, poi riempie fino a scoppiare, tutti i calzini che trova appesi ai bordi dei camini.
C'è stato un tempo lontano, lontano in cui la Befana gioiosa non era, anzi era triste e depressa, perché riceveva letterine a valanghe scritte "dai grandi" in cui c'era scritto, con piglio deciso, che ogni bambino era cattivo! E si raccomandavano senza eccezione, di riempire le calze di nero carbone.
E la Befana spalava il carbone e più spalava più il suo viso si rabbuiava.
Ma perché pensava tra sé, più un bambino buono non c'è?
E la Befana spalava il carbone, spalava il carbone da sera a mattina ed il suo sacco si riempiva e il suo vestito un po' si strappava, mentre di nero s'affumicava; in mezzo al carbone anche le scarpe si son malridotte ed ecco perché si son tutte rotte!
«Ora basta! Gridò la Befana, non voglio più spalare carbone, anzi andrò in perlustrazione e osserverò quanto i bambini sono cattivi, con attenzione».
La cara vecchina guardò in ogni dove, ma tutti i ragazzini erano buoni.
Allora capì cosa era successo: i genitori erano poverelli e per accendere il focolare e potersi riscaldare, le ordinavano il carbone, con il pretesto che i loro bambini erano cattivi e anche monelli.
La dolce Befana come una furia fece ritorno alla sua dimora, scrisse una lettera ai genitori dicendo che i bimbi, senza ombra di dubbio erano buoni e, se si volevano riscaldare, potevano andare nel bosco e la legna spaccare!
Poi con l'allegria ritrovata, una nuova ricetta s'è inventata: impastò liquirizia, zucchero, farina e ne ricavò una pagnottella che, una volta cotta nel forno, divenne più dura d'una mattonella.
La Befana fece a pezzetti la pagnottella usando il mattarello come fosse un martello, inventando per l'occasione il "dolce carbone".
Tutti i bambini ormai lo sanno e se si trovano dentro alla calza al posto del torrone un pezzo di nero carbone, se lo succhiano ben volentieri, perché sanno che non è una punizione ma un dolce prelibato inventato con il cuore ripieno di zucchero a velo, dalla Befana che tanto li ama.
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Grazie di cuore a Silvia Moraru Sassaroe alla mia amica Lia per aver letto e commentato la mia fiaba! Per l'Epifania non potevo certo farvi mancare una nuova storia. Auguri a tutte le befane d'Italia! Commentate!