Il dominio Me.ga non può appartenere a Dotcom: il Ministro per le Comunicazioni del Gabon ne ha infatti richiesto la chiusura.
Non nasce sotto i migliori auspici il nuovo Megaupload, fortemente voluto e recentemente presentato da Kim Dotcom. Quando tutto sembrava pronto per il ritorno sulla scena di uno dei nomi più noti nella scena dei digital locker online, chiuso ad inizio anno grazie al lavoro svolto dall’FBI, ecco giungere infatti l’intoppo: a mettersi di traverso tra Dotcom ed il Web è Blaise Louembe, Ministro per le Comunicazioni del Gabon, nazione presso la quale è stato registrato il dominio Me.ga presso il quale sarebbe dovuto essere raggiungibile il nuovo servizio. A riportare la notizia è il quotidiano neozelandese Stuff.co.nz, al quale Louembe avrebbe sottolineato come le piccole nazioni africane «non possano essere utilizzate come piattaforma per commettere atti volti alla violazione del copyright, né tantomeno sfruttate da persone senza scrupoli». Il tutto, inoltre, è stato condito da una dichiarazione di Ira Rothken, avvocato di Dotcom e di Megaupload, il quale ha confermato che il nuovo progetto non aprirà i battenti utilizzando il dominio annunciato nelle scorse settimane.Il ministro gabonese ha infatti richiesto la chiusura del dominio, costringendo Dotcom e soci a cercare una nuova soluzione, benché fortemente convinti della propria innocenza. «Sembra una mancanza di net neutrality da parte del Gabon» ha continuato Rothken, il quale ha tuttavia tenuto a precisare che tale ostacolo non rappresenterà un problema insormontabile per il nuovo Megaupload, il quale userà «un diverso dominio» per risorgere dalle proprie ceneri più forte che mai.
Al momento, tuttavia, il sito «non è ancora funzionale», motivo per cui sarà necessario attendere ancora diverso tempo per poter rivedere online Megaupload, questa volta dotato di una serie di misure protettive per difendersi dai quasi certi nuovi attacchi da parte delle autorità statunitensi così come delle major. Tra questi figurano un sistema in grado di garantire il più totale anonimato agli utenti, la creazione di un’infrastruttura distribuita in tutto il mondo e capace di resistere all’eventuale chiusura di alcuni nodi e nuove politiche volte da un lato a garantire la sopravvivenza online dei file caricati dagli utenti, dall’altro a non incentivare violazioni da parte degli stessi.
Fonte: CNET
[fonte-feed]