Il ministro degli Interni ha ammesso che i responsabili della sicurezza “ignorarono gli allarmi” su un possibile attacco pochi giorni prima dell’assalto armato all’università di Garissa, costato la vita a 148 persone. Joseph Nkarissery ha a riconosciuto inoltre che la risposta all’attacco – rivendicato da Al Shabaab – è stata “inadeguata e lenta”.
L’attacco all’università del 2 aprile scorso, che ha scioccato l’opinione pubblica keniota – ha sollevato innumerevoli interrogativi sulla gestione della sicurezza e dell’antiterrorismo nel paese, nel mirino degli insorti al Shabaab per il suo intervento militare nella vicina Somalia.
La scorse settimana sette ufficiali di polizia sono stati sospesi nell’ambito dell’inchiesta sulle lacune nei servizi di intelligence e prevenzione. Sopradicamente le famiglie delle vittime – perlopiù studenti – si riuniscono davanti al parlamento di Nairobi in sit-in mostrando le fotografie dei congiunti caduti a Garissa per chiedere che sia fatta piena luce su responsabilità e carenze nella gestione della sicurezza intorno al campus.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)