“Il dubbio” è un film del 2008, diretto e scritto da John Patrick Shanley, adattamento della sua omonima opera teatrale del 2004, il cui testo ottenne anche il riconoscimento del Premio Pulitzer nel 2005.
Stati Uniti, 1964. In una scuola cattolica del Bronx, Sorella Aloysius (Meryl Streep) è la severa preside dell’istituto, nel quale il rispetto per le regole e per i ruoli è aspetto fondamentale, e i suoi rigidi metodi tengono sotto controllo la situazione. Non è semplice infatti ottenere ordine e disciplina dai ragazzi, esempio ne è Sorella James (Amy Adams), giovane e candida suora, molto preparata, ma dai metodi più garbati e gentili, cerca il dialogo più che la durezza verso gli alunni problematici. Quasi all’esatto opposto è invece il prete della parrocchia di St. Nicholas, ovvero Padre Flynn (Philip Seymour Hoffman), che è un innovatore, molto aperto al confronto e all’emancipazione sociale dei giovani e aiuta soprattutto i ragazzi più in difficoltà. In particolare, uno degli studenti di Sorella James, Donald Miller, primo ragazzo nero iscritto alla scuola, è vessato da molti compagni ma, se Sorella Aloysius è convinta che la presenza di Donald poterà solo guai, prima o poi, Flynn invece è sempre pronto ad aiutarlo, a dispetto della preside e della comunità. Donald è stato iscritto qui dalla madre (Viola Davis) per toglierlo dalle scuole pubbliche, ancora più ostili verso i neri, e Flynn sembra aver compreso perfettamente lo stato d’animo del ragazzo. Pure troppo, per Sorella Aloysius, che nota come il prete abbia persino esagerata attenzione per Donald: e quando, un giorno, durante una lezione di Sorella James, Padre Flynn chiede un colloquio privato col ragazzo, che al ritorno in aula sembra come assente e per di più il suo alito puzza di alcool, ecco che la giovane suora viene assalita da un terribile sospetto. E il dubbio continua a crescere quando vede qualche ora dopo Padre Flynn mettere una maglietta nell’armadietto di Donald. Sconvolta, Sorella James confida il suo pensiero su quanto ha visto a Sorella Aloysius. Le conseguenze saranno immediate…
Lo sviluppo del film e della trama sarà molto intenso, e guardando “Il dubbio” potrete apprezzarlo pienamente. Quanto detto è già sufficiente per trarre delle riflessioni sull’intera opera.
Il film pone degli interrogativi e in sostanza lascia allo spettatore il compito di trovare le risposte. Ed è forse l’aspetto più controverso di “Doubt” (titolo originale). John Patrick Shanley inquadra perfettamente il contesto dell’epoca, in una società sostanzialmente conservatrice la presenza in un istituto religioso di un prete progressista e di un ragazzo nero, l’unico, potevano destare scandalo e fastidio. E così è, infatti. Sorella Aloysius rappresenta quella parte dura, intransigente, che non accetta la novità e difende la tradizione, mentre Padre Flynn rompe gli schemi, si spinge oltre anche nelle omelie domenicali in Chiesa, instaura un rapporto cordiale con tutti, non distinguendo razza o provenienza sociale delle persone. E poi c’è Sorella James, giovane, delicata, ingenua, un’anima pura, sopraffatta dalla severità di Aloysius ma con tanta voglia di portare a termine ogni suo compito. Fin qui, “Il dubbio” sembra un ritratto della società del 1964 tra vento di cambiamento da una parte e ferma convinzione di mantenere tutto com’è sempre stato dall’altra. Ma ecco che Shanley comincia a seminare il sospetto, il dubbio, appunto, sull’intera vicenda: l’ombra terribile dell’abuso sessuale, della pedofilia, in questo caso. O meglio, della presunta pedofilia: perché se per Sorella Aloysius bastano pochi elementi per decretare che effettivamente Flynn ha abusato di Donald, e di questo lo accusa già al primo confronto, per Sorella James resta l’interrogativo e in un colloquio più sereno col prete sembra al contrario comprendere la sua innocenza. I comportamenti di Padre Flynn, però, inducono a pensare che le attenzioni dell’uomo verso il giovane non siano state disinteressate e sincere. Ma la preside Aloysius, va detto, agisce con determinazione per duplici motivi: sia per punire e bloccare l’abominevole abuso ma anche per tutelare la sua comunità dalla figura progressista di Flynn, che potrebbe sovvertire anche i ruoli come punto di riferimento della parrocchia e dell’intero, grande quartiere nel quale vivono. Ma da qui, le ambiguità aumentano: scelta voluta da Shanley o evoluzione inevitabile del racconto? Perché in un confronto drammatico tra Aloysius e la madre di Donald, quest’ultima sembra rassegnata al fatto che il figlio, per sue tendenze sessuali, possa anzi cercare un rapporto di quel tipo, escludendo qualunque tipo di (eventuale) responsabilità del prete, e così le prime giustificazioni di Flynn stesso sembrano portare a un chiarimento, ma Aloysius non si rassegnerà. In sostanza, il dubbio resta tale. Durante il film, però, sembra disperdersi la gravità di un fatto che, se accaduto, è assolutamente abominevole, perché parliamo di abusi sessuali su un minore. Tutti i personaggi coinvolti, infatti, esclusa Sorella James, sembrano più “sfidarsi” tra di loro che puntare all’accertare nettamente quanto accaduto. Rimane, dunque, un senso di irrisolto. E, data la delicatezza e tragicità del tema, evitare di arrivare davvero a fondo sembrerebbe quasi rispettoso verso Donald e la sua vita.
Nella realtà, però, il muro di silenzio delle istituzioni, in questo caso della Chiesa cattolica, sul tema degli abusi, è stato il mezzo attraverso il quale una piaga senza fine come la pedofilia continua, purtroppo, a sopravvivere, com’era negli Stati Uniti del 1964 e com’è ancora oggi, in tutto il Mondo, comprese l’Europa e l’Italia. Tornando al film, resta senza soluzione, dicevamo, pure il dubbio di Sorella Aloysius e, a questo punto, di chi guarda; e viene però vanificato il tentativo di porre fine al dramma di Donald. E, parallelamente, è lo stesso dramma, nella vita reale, per chissà quanti bambini e giovani, sconvolti nella loro innocenza, per sempre, da mostri che si nascondono dietro un abito talare.
Dal punto di vista tecnico, comunque, è un film davvero riuscito. L’impostazione teatrale (e non poteva essere altrimenti) favorisce le prestazioni degli attori. Se poi gli interpreti sono del calibro di Meryl Streep, Amy Adams, Philip Seymour Hoffman e Viola Davis…! Tutti e quattro candidati agli Oscar, ai Golden Globes, ai BAFTA (tranne la Davis qui), in particolare Meryl Streep sempre come Miglior Attrice protagonista. Ma, caso curioso, nelle grandi rassegne nessuno dei quattro è riuscito a vincere. Eppure, ciascuno nei propri ruoli eccelle per bravura e talento e del resto le Nominations parlano già chiaro.
Meryl Streep è davvero eccezionale nel cogliere la personalità forte e decisa di Sorella Aloysius dominando la scena con la sua sola presenza e uno sguardo intenso, austero, che giudica con l’espressione del viso; il compianto Philip Seymour Hoffman ci ha regalato una delle sue migliori interpretazioni, rappresentando tutte le contraddizioni di Padre Flynn in maniera perfetta e tenendo testa in quanto a talento e fisicità scenica a Meryl; Amy Adams dà la giusta misura alla fragilità e al garbo di Sorella James, sottolineando l’animo sensibile e troppo spesso influenzato da Aloysius, che le porta ancor di più difficoltà nel comprendere la situazione che si è venuta a creare nell’istituto religioso, e a mio parere la classe e le capacità di recitazione della Adams, in crescita film dopo film, emergono nel loro splendore anche ne “Il dubbio”; infine Viola Davis, in un ruolo molto piccolo ma davvero fondamentale, ovvero la madre di Donald, che sottolinea la drammatica realtà della comunità nera negli Stati Uniti degli Anni Sessanta.
La Scheda del Film
“Il dubbio” (Doubt), regia di John Patrick Shanley – USA 2008 – Drammatico
attori e ruoli: Meryl Streep (Sorella Aloysius), Philip Seymour Hoffman (Padre Flynn), Amy Adams (Sorella James), Viola Davis (Mrs. Miller), Lloyd Clay Brown (Jimmy Hurley), Joseph Foster (Donald Miller), Alice Drummond (Sorella Veronica), Audrie J. Neenan (Sorella Raymond), Susan Blommaert (Mrs. Carson), Carrie Preston (Christine Hurley), John Costelloe (Warren Hurley), Michael Roukis (William London), Haklar Dezso, Frank Shanley (Kevin), Robert Ridgell
Soggetto e Sceneggiatura: John Patrick Shanley, tratto dal suo dramma teatrale
Montaggio: Dylan Tichenor
Fotografia: Roger Deakins
Scenografia: David Gropman
Costumi: Ann Roth
Musica: Howard Shore
Prodotto da Scott Rudin Productions per Walt Disney Studios Motion Pictures Italia, colore, 105′
Giuseppe Causarano
Twitter @Causarano88Ibla