La scorsa settimana il quotidiano l'Equipe ha pubblicato le prime indiscrezioni relative a possibili sanzioni sul Paris Saint-Germain. Poco dopo sono rimbalzate dall'Inghilterra simili notizie relative al Manchester City. La settimana si è conclusa con un laconico comunicato ufficiale della UEFA con il quale si precisava che a fronte dei 237 club oggetto di verifica da parte del Club Financial Control Body (CFCB) erano stati richiesti approfondimenti per 76 ma che il procedimento era da ritenersi ancora aperto solo per 9 club.
Il web è immediatamente impazzito, chiedendosi quali fossero i nove nominativi. Sono iniziati confronti e scambi di idee e qualche ipotesi è emersa: oltre ai due "grandi indiziati", ovvero il Paris Saint-Germain e il Manchester City, nella rete del CFCB potrebbero essere rimasti anche il Galatasaray, lo Zenith, l'Anzhi Machačkala. Saremmo a cinque nomi, ne mancano ancora quattro che ragionevolmente scopriremo solo quando il CFCB pubblicherà l'niformazione.
Quello che pare essere certo, sebbene mai confermato dalla UEFA, è che con questi nove club sarebbe stata attivata la procedura di negoziazione prevista dall'art. 15 del nuovo Regolamento del Club Financial Control Body, introdotto a gennaio di quest'anno e precedentemente non previsto. In sintesi (il documento completo è disponibile qui) viene prevista la possibilità per il CFCB di negoziare un "accordo transattivo" con Club che si siano resi responsabili di violazioni ai sensi del Regolamento sul Fair Play Finanziario, accordo che ovviamente comporta delle sanzioni più lievi di quelle che sarebbero previste dall'art. 14 del Regolamento stesso. Probabilmente si tratta di un modo per rendere meno aggressiva l'applicazione della normativa, specialmente quest'anno in cui ci si trova di fronte alla sua prima applicazione.
Manchester City
Oggi Sky Sport ha rilanciato un aggiornamento sulla situazione, concentrandosi sul Manchester City. Secondo Sky Sport, ma anche buona parte della stampa inglese, la proposta del CFCB al City prevederebbe:
- una "multa" di 60 mln di euro, mediante il mancato pagamento di quota parte dei premi UEFA eventualmente spettanti per la partecipazione alle competizioni europee;
- la riduzione del numero di giocatori inseribili nelle liste UEFA dai normali 25 fino a 21 (o addirittura 18);
- il diviento di incremento del costo della rosa che giocherà in Champions League ed un tetto al possibile aumento il prossimo anno.
Martyin Ziegler, sulla sua timeline Twitter (@martynziegler) ha fornito ulteriori informazioni sulla trattativa in corso, specificando che il City starebbe cercando di fare pressioni per una riduzione di tali sanzioni, apparentemente senza successo.
Secondo Ziegler, la multa sarà poco efficace, soprattutto perché suddivisa su un periodo di 3 anni (quindi con un impatto di circa 20 mln all'anno).
Nel contempo il limite al numero di giocatori in rosa per la Champions League, potrebbe essere effettivamente un deterrente importante. Innanzitutto perché la rinuncia a 4 giocatori da schierare nella competizione europea riduce lo spazio ed in parte l'attrattiva della squadra sanzionata. Poi perché tale limite viene a sommarsi alla già esistente regola che prevede la presenza, all'interno dei 25 (qui 21 o 18) calciatori, di almeno 8 giocatori provenienti dai vivaio, dei quali 4 dal settore giovanile della squadra (per almeno tre anni, nella fascia d'età frai 15 ed i 21 anni). Questa sanzione è particolarmente pesante per il City che già quest'anno aveva dovuto lasciare un posto vuoto nella lista UEFA per l'impossibilità di trovare l'ottavo giocatore "di vivaio". Inoltre i posti in meno disponibili vanno a colpire il calciomercato in entrata.
Anche il divieto di incrementare i costi della rosa schierata quest'anno ed il tetto all'anno successivo sono elementi che possono condizionare il calciomercato del City, che dovrà probabilmente prima vendere per poter poi acquistare a saldo di costo pari a zero. D'altra parte uno dei motivi, per non dire il vero motivo, dei defici delle squadre è proprio rappresentato dal costo del personale eccessivo, quindi questa sanzione andrebbe verso la logica desiderata.
Paris Saint-Germain
Anche le notizie in merito al PSG sono cambiate rispetto alla scorsa settimana, Si continua ad ipotizzare una rivisitazione del valore normale del contratto con la QTA (che ai fini UEFA varrebbe il 50%, ovvero 100 mln annui), con la conseguenza che il deficit del Club schizzerebbe a 105 milioni.
L'Equipe fornisce maggiori dettagli rispetto alle informazioni sul City, aggiungendo che a differenza degli inglesi, il PSG sembrerebbe aver raggiunto un accordo con il CFCB:
- una "multa" di 60 mln di euro, mediante il mancato pagamento di quota parte dei premi UEFA eventualmente spettanti per la partecipazione alle competizioni europee;
- la riduzione del numero di giocatori inseribili nelle liste UEFA dai normali 25 fino a 21;
- il divieto di incremento del costo della rosa che giocherà in Champions League;
- il divieto di schierare in CL più di un 1 giocatore acquistato nel calciomercato estivo.
In tutto questo sembrerebbe essere previsto l'obbligo di riportare il deficit reale (considerando il valore normale del contratto QTA) entro i 30 milioni di euro alla fine della stagione sportiva 2014/15: adesso sarebbe a 105, pur considerando gli incrementi delle sponsorizzazioni, con un effetto stimabile intorno ai 20/25 mnl di euro all'anno, parliamo pur sempre di un taglio di circa 50/60 milioni di euro all'anno di costi.
Questo costringerà il PSG a vendere dei calciatori per abbassare il monte ingaggi, ma contemporaneamente non potranno beneficiare appieno del calciomercato in entrata perché solo uno dei calciatori comprati potrà essere usato nella Champions del prossimo anno.
Chi si aspettava decisioni "lacrime e sangue", come detto già da Platini, non potrà che rimanere deluso da questo scenario (ricordiamoci che sono ancora ricostruzioni della stampa). Occorre però considerare alcuni aspetti:
- siamo alla prima applicazione. Ciò vuol dire che non ci sono precedenti e che il rischio di doversi allineare a decisioni del Tribunale Arbitrale sono elevate, sia per la UEFA, sia per i Club: la definizione di un accordo equo, che vada nello spirito del Fair Play Finanziario senza necessariamente stroncare i furbetti potrebbe essere visto anche come una compromesso accettabile;
- i Club interessati dagli accordi vivranno "sotto osservazione" della UEFA ed in caso di mancato rispetto degli stessi potranno essere immediatamente deferiti e sanzionati.
- ancorché blando, esiste pur sempre un rischio latente per la UEFA che deriva dalla causa iniziata dall'avv. Jean-Luis Dupont (colui che vinse la famosa causa "Bosman") per violazione delle norme sulla libera circolazione di capitali, persone e servizi. Nonostante la UEFA abbia ricevuto a più riprese il supporto convinto dell'Unione Europea, provate ad immaginare uno scenario in cui Dupont vince la causa ed il Fair Play Finanziario viene dichiarato illegittimo … Decisamente meglio una transazione.