La tecnica utilizzata da Sel è molto semplice, si chiama ostruzionismo e non è certo una pratica sconosciuta agli altri partiti. Quello che più crea indignazione nell’ala Pd è che una minoranza di soli 7 senatori possa bloccare il percorso di riforme. Ma come possono 7 senatori bloccare una riforma? 6mila emendamenti possono rallentare il percorso ma non hanno il potere di interromperlo. Se anche la votazione di tutti gli emendamenti dovesse concludersi a fine settembre, trattandosi di riforme che riguardano l’assetto istituzionale dello stato, non sarebbe un grosso problema per l’Italia. Il problema piuttosto ce l’avrebbe Matteo Renzi che dall’inizio del suo mandato fissa scadenze che non riesce a rispettare e rimandare anche il primo voto sul Senato a dopo la pausa estiva sarebbe per lui l’ennesima sconfitta. Dunque i nemici di Matteo Renzi non sono ne i 7 senatori di Sel ne la mole infinita di emendamenti.
L’unico nemico di Renzi è il tempo, e la materializzazione di questo nemico immaginario si deve a Renzi stesso. Nessuno in Italia crede che la validità di una riforma, ancor più se costituzionale, dipenda dai tempi di approvazione. Invece di affannarsi a fissare scadenze che poi non riesce a rispettare Renzi dovrebbe concentrarsi sul tentativo di trovare la più ampia condivisione possibile e dovrebbe cominciare con i dissidenti del suo stesso partito. Se non lo facesse il nemico di Renzi diventerebbe il voto segreto e il rischio di andare sotto al Senato potrebbe diventare realtà. Ci sono altre riforme, come quella sulla legge elettorale che esigerebbero un approvazione più rapida. Lì non si tratta di riformare la Costituzione ma di dare seguito ad una sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato l’attuale “Porcellum”. Se domani si andasse al voto gli italiani si ritroverebbero una legge elettorale non approvata in parlamento ma delineata dal potere giudiziario. La riforma della legge elettorale è stata approvata in prima lettura alla camera ma Renzi non intende continuare il percorso di riforma fino a quando non avrà ottenuto un primo risultato sul Senato. Un circolo vizioso che non sembra condurre da nessuna parte.
“Ogni cosa ha il suo tempo” verrebbe da dire ma “Il tempo passa e se ne porta il tutto”.