Il ministro del’Economia Tremonti è davvero sfortunato: due volonterosi gli avevano rubato l’identità e aperto a suo nome una pagina su Facebook, dove in pochissimo tempo sono accorsi 5000 contatti ansiosi di potersi fregiare di un’amicizia così prestigiosa. Chi trova un amico trova un Tesoro e in questo caso era particolarmente vero.
Purtroppo dopo indagini frenetiche e senza risparmio di mezzi e di tempi, con l’aiuto del social network che come si sa, ha fatto anche un accordo con Maroni per facilitare controlli di qualunque tipo, i due sono stati scoperti e denunciati. Mica scherzi, rischiano un anno di prigione.
Ma anche al ministro è andata male, perché magari i due intraprendenti falsari avrebbero potuto conferire al ministro, leggerezza, educazione, ironia, al posto di quel protervo sarcasmo che gli conosciamo. Magari lo avrebbero “costruito”come un ministro pieno di idee e di proposte, di spunti e di originalità, facendolo uscire dal grigiore di una gestione banale e tuttavia tendente all’iniquità.
Forse il ministro ha perso la speranza che quanto meno la vecchia e bugiarda leggenda della finanza creativa, potesse trovare in qualche modo un nuovo credito. Invece niente: che apra o meno un profilo su Facebook, Tremonti è destinato a rimanere Tremonti.