Sicilia, Caltanissetta, il Castello di Mussomeli.
Nell’antico maniero ancora oggi si aggirano molti fantasmi: un giovane soldato fatto sopprimere da Manfredi, per l’ amore, corrisposto, della propria figlia; un gruppo di nobili lessati vivi nell’olio bollente, e la figura eterea della bella e nobile Laura Lanza, baronessa di Carini, figlia di Cesare Lanza, che nel 1500 regnava incontrastato su queste terre e dimorava, appunto nel castello di Mussomeli.
La leggenda narra che il fantasma di Laura, si aggiri ancora senza pace nel castello, proprio nell’ala ovest dove, in un muro del torrione principale, si può vedere l’impronta insanguinata della giovane donna assassinata che, non trovando pace, vaga ancora disperata per il suo castello.
Donna Laura Lanza a soli 14 anni viene data in sposa, per volere del padre, al
barone di Carini. Ben presto, il marito, tutto preso dagli affari legati alla sua proprietà, si disinteressa della giovane moglie, lasciandola spesso sola e triste nell’antico maniero che la ospita. Laura delusa dalla vita matrimoniale e dai continui abbandoni del marito impegnato, nella cura della sua proprietà, frequenta, sempre con più assiduità, un suo amico d’infanzia, Ludovico Vernagallo, e presto ne diventa l’amante.La storia tramanda che Cesare Lanza, venuto a conoscenza che la propria figlia mantiene dei rapporti extraconiugali col giovane cavaliere, per difendere l’onore del Casato, prepara la sua tremenda vendetta. Si racconta che un frate del convento, confessore della donna, che venendo meno all’obbligo di riservatezza, non perde tempo ad informare sia il padre che il marito di Laura, e, quando l’ignobile spia si accorge che i due amanti sono insieme, avverte don Cesare Lanza, che corre nella stessa notte a Carini, accompagnato da una sua compagnia di cavalieri, e, fatto circondare il castello, per evitare qualsiasi fuga dell’amante di sua figlia, vi irrompe all’improvviso. Si narra che Laura chieda disperatamente pietà al padre, ma lui la continua a colpire acceso dalla rabbia, sinchè la baronessa colpita al petto, vi mette sopra la mano e poi si appoggia al muro lasciandovi un’impronta. Per i due amanti è la fine.
Ebbene la baronessa di Carini da quel dì si materializza ogni notte e vaga tra le mura del castello, e nelle tre stanze più grandi, o sta inginocchiata nella cappella e prega. Poi si alza e va in cerca del padre assassino. Laura appare bellissima nel suo raffinato abbigliamento di un’altra epoca: un’ampia gonna di seta, un corpetto preziosamente ricamato sul quale avvolge uno scialle finemente lavorato.
Ed è così reale che la si potrebbe confondere per una donna realmente vivente.
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