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Il fantastico nell’antica Roma

Creato il 03 luglio 2015 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Apuleio, scrittore e filosofo romano, subì un processo poiché accusato di praticare la magia.
Eh sì, a quel tempo i cosiddetti “parenti serpenti” erano soliti calunniare cognati, generi o suoceri per ricevere una fetta più grande dell’eredità, estromettendo gli altri.
Apuleio, purtroppo, avendo sposato la madre di un suo caro amico – su insistenza della donna  – il giorno della morte del figliastro si ritrovò a essere accusato, dai parenti della moglie, di averla sedotta con la magia al fine di ottenere la sua eredità. Come potete vedere, certe abitudini meschine non sono poi così recenti, ma anzi, hanno radici ben più antiche.
Insomma, il povero Apuleio durante il processo scrisse l’Apologia o Pro se de magia liber, anche conosciuto semplicemente come De Magia, per discolparsi. Come tutti ben sanno, egli fu assolto dall’accusa ma sembrerebbe proprio che la sua esperienza con le nefandezze umane non sia finita nel dimenticatoio così in fretta.  A suggerire ciò sono le sue opere successive, dove spesso si trovano descrizioni o rappresentazioni della cattiveria umana. Le metamorfosi, sembrerebbe proprio per questo postumo al De Magia.
le metamorfosi

L’asino d’oro narra le vicende di Lucio, un uomo trasformato, per colpa della sua curiosità, in un asino. Per tornare uomo, Lucio dovrebbe mangiare delle rose, ma per quanto questo possa sembrare un semplice antidoto, è la causa di un lungo viaggio corredato da esperienze estreme con persone improbabili e spesso crudeli. Non mancano inoltre storie inserite nella vicenda principale come aneddoti, curiosità e leggende, tra queste Amore e Psiche è sicuramente la più famosa. Per quanto questo “romanzo”, come lo chiameremmo oggi, sia molto antico, durante la lettura non si può non rimanere allibiti per quanto risulti moderno. Forse la capacità di Apuleio di mischiare più generi tipici della sua epoca, come la satira, le fabule, le tragedie e la mitologia ha contribuito notevolmente a creare un’opera che non ha perso assolutamente il potere di ammaliare e sorprendere il lettore. E non pensate che sia noioso, tutt’altro! Vi assicuro che non è solo bellissimo ma anche molto divertente. Infatti, nonostante spesso Lucio si trovi ad affrontare delle situazioni spiacevoli, il quadro generale rimane comunque comico. Inoltre, la vicenda è narrata con un ritmo veloce e incalzante.  Si fa fatica a staccare gli occhi dal libro!

A mio parere, una delle caratteristiche che rende l’opera affascinante è la scelta di avere un protagonista che vive sì la sua storia, ma in contemporanea vede dall’esterno, come animale, le vicende delle persone che lo circondano. Alcune volte egli le osserva solo, altre le vive ed altre ancora interferisce creando delle svolte inaspettate nelle vite dei suoi coprotagonisti.

le metamorfosi 1

Rispetto ad un fantastico contemporaneo, ovviamente, ci sono delle differenze. Oggi assistiamo sempre più spesso alla scelta di un personaggio eroe, che grazie ai suoi poteri, innati o acquisiti, riesce in una qualche impresa all’apparenza “impossibile”. Qui invece il protagonista non è un mago, ma è la vittima di una magia, e l’impresa che deve affrontare è molto semplice, cioè trovare delle rose. In realtà quella che ci racconta Apuleio è una storia di vita, anche se un po’ sventurata e condita di magie e avvenimenti fantastici. Per quanto riguarda il tema portante, cioè il viaggio, esso era ed è tuttora un leitmotiv di diversi generi letterari, in primis il fantastico, antico o moderno che sia.

Amanti del fantastico (e non solo), prendete in considerazione questo buon classico latino: non ve ne pentirete!

Arianna Pasquazi



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