Questo post nasce da un'associazione d'idee. Avete presente quando state leggendo una cosa e ve ne viene in mente un'altra che, apparentemente, non c'entra nulla? È esattamente quello che mi è successo leggendo, nel post di Francy "Harlequin Historical Romance - Uscite di Maggio", la sinossi del romance di Judith James "Il bacio del libertino"(The Libertine's Kiss) . Mentre leggevo, mi passavano in testa le immagini di un film risalente a qualche anno fa, "Il libertino"di Laurence Dunmore, che, imho, deve gran parte del suo fascino alla magnifica interpretazione di Johnny Depp, perfettamente in parte, nel ruolo principale (scusate, voi chi avreste scelto per un ruolo del genere?...).
Il film ripercorreva, in modo piuttosto fedele, la travagliata vicenda
John Wilmot, II° Conte di Rochester a 24 anni
umana, sentimentale e letteraria di John Wilmot, II° Conte di Rochester (Ditchley, Oxfordshire, 1 Aprile 1647 - Woodstock, Oxfordshire, 26 Luglio 1680), poeta e scrittore inglese, nonché, appunto, famoso e celebrato libertino della sua epoca.
Nato in una famiglia di tradizioni realiste, il padre, Henry Wilmot, venne nominato Conte di Rochester nel 1652 per servizi militari resi a Carlo II durante l'esilio del Re, nel periodo repubblicano inglese (1649 - 1660) e sotto la dittatura di Oliver Cromwell (1653 - 1659).
John Wilmot, dopo gli studi compiuti ad Oxford e aver intrapreso il Grand Tour in Italia e Francia, ritornò a Londra e fu ammesso alla corte di Re Carlo II in qualità di poeta.
Nel 1667 sposò Elizabeth Malet, una ricca ereditiera.
La vita di Lord Rochester si divideva in due filoni: la tranquillità familiare in campagna contrapposta alla turbinosa ed avventurosa vita condotta a corte, dove era famoso per i suoi eccessi sessuali, la conversazione viviace e spiritosa e la tendenza all'uso smodato di alcolici. Ebbe numerose amanti, tra cui Elizabeth Barry, la più eminente attrice teatrale della Restaurazione.
La sua amicizia con Re Carlo II subì diversi alti e bassi, a causa della sua scarsa osservanza delle convenienze sociali e della sua vita debosciata. Scrisse satire offensive nei confronti della nobiltà e persino del Re, leggendole poi a corte e fu coinvolto in faccende poco chiare; venne allontanato da corte più di una volta, per poi farvi sempre ritorno richiamato dal Re stesso.
Morì nel 1680, all'età di 33 anni, probabilmente per le conseguenze della sifilide e della cirrosi epatica, dovuta all'eccessivo consumo di alcol.
Pare che, in punto di morte, abbia rinnegato l'ateismo per riavvicinarsi alla religione, almeno secondo quanto riportato nei suoi scritti da Gilbert Burnet, un religioso vicino alla madre del Conte e futuro Vescovo di Salisbury.
Fin qui la biografia del, diciamo così, primo libertino della storia, o meglio, del primo riconosciuto come tale in carne ed ossa e senza il quale, probabilmente, non avremmo mai avuto la gloriosa letteratura erotica del '700, capitanata dal Divin Marchese, né il perfido Visconte di Valmont de "Le relazioni pericolose" di Pierre C. de Laclos, solo per citare gli esempi più eclatanti e, non a caso, uno realmente esistito, mentre l'altro è un personaggio letterario.
Prima di questi, ovviamente, non si può non citare Don Giovanni, il prototipo del libertino impenitente, una figura leggendaria, diventata in seguito un mito della letteratura e che affonda le proprie radici nel tardo Medioevo europeo e ha ispirato innumerevoli opere letterarie, teatrali e musicali.
Solo a titolo informativo, farò un brevissimo excursus sulla nascita e sul significato originario del termine "libertino". Il libertinismo è un movimento culturale e filosofico che nasce a Parigi nella prima metà del '600, diffondendosi, in seguito, in Francia e poi in tutta Europa ed annovera tra i suoi rappresentanti, gli intellettuali libertini o liberi pensatori, sia nobili che altoborghesi di elevato livello culturale. Il concetto fondamentale è la difesa del libero pensiero senza alcun tipo di condizionamento, religioso, morale o ideologico che sia.
Voltaire, uno dei teorici del libertinismo
La distinzione principale è tra libertinismo erudito e libertinismo dei costumi. Lasciamo da parte il primo, una complessa elaborazione filosofica che prende spunto dai filosofi materialisti e atomisti greci (prima che qualcuna mi stramazzi al suolo colta da una botta di sonno), il secondo, il libertinismo dei costumi, difende e incoraggia la ricerca del piacere, la soddisfazione di pulsioni e desideri e la naturale tendenza a rifuggire dal dolore. Queste posizioni, unite al relativismo filosofico e ad un ateismo colto che permette di vivere liberamente, entrano in netto contrasto con la rigida morale religiosa e con il complesso di norme imposto dalla Chiesa in materia di comportamenti e scelte di vita.
Giacomo Casanova
Ora, però, mi piacerebbe analizzare (succintamente, non vi agitate) l'influenza del cliché del libertino (perché tale, col tempo, è diventato) sulla letteratura, romance e non.
Dato che il post è mio, approfitto vergognosamente del vantaggio per esporvi le mie conclusioni per prime.
Volendo prendere in considerazione la letteratura in generale, oserei dire che il successo di questa figura, all'apparenza così nefasta, sia da imputare al fatto che, nonostante sia denigrata da molti, in fondo ci fa la cortesia di mostrarci la vita per quello che realmente è: un qui e ora in cui tutto è relativo e dove non esiste alcunché di assoluto né, purtroppo, qualcuno o qualcosa di supremo in grado di aiutarci; sono affari nostri, nel bene e nel male, e questo è quanto. Sostanzialmente, ci dice che se desideriamo assaporare gli aspetti positivi, piacevoli e divertenti della vita li dobbiamo perseguire con determinazione, mentre, con altrettanta caparbietà, dobbiamo impegnarci a rifuggirne i lati negativi e i dolori, dal momento che, invece, questi ultimi sono molto più frequenti dei primi ed è molto più facile incontrarli sulla propria strada.
Per quanto attiene più strettamente alla letteratura romance, il libertino è un personaggio, generalmente protagonista, molto comune, di sicuro successo e fascino imperituro. D'accordo che il libertino tipico dei romance è un libertino, per così dire, all'acqua di rose: minaccia fuoco e fiamme, ma poi, di fronte alle grazie dell'eroina di turno, si scioglie come neve al sole e ha la spiccata tendenza a rivelarsi un inguaribile romanticone. Comunque, ciò non inibisce il carisma di questa figura, che ha sempre una notevole presa sul pubblico femminile. A questo punto è lecito domandarsi: come mai? In fondo si tratta di personaggi piuttosto bastardi, misogini, sessisti (le donne vanno bene solo per fare una cosa, preferibilmente in posizione orizzontale), cinici e amorali. Per cui? La risposta, a mio modesto parere, è che questo tipo di personaggio, con la sua deriva morale, risveglia l'istinto "infermieristico" tipico di noi donne. Sotto sotto, ognuna di noi sogna, grazie alla propria bellezza, bontà d'animo, generosità, abnegazione e tutto quello che di buono vi viene in mente, di incarnare l'ancora di salvezza di uno di questi affascinanti debosciati. Naturalmente nei romance, essendo d'obbligo il lieto fine, tutti i salmi finiscono in gloria e l'epilogo vede un eroe redento dall'amore e decisamente incamminato sulla retta via (avvertenza per le più giovani ed inesperte, tra tutte coloro che avessero voluto impiegare parte del proprio prezioso tempo per leggere questo post: i miracoli succedono quasi esclusivamente nei romanzi; nella vita vera, in genere, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Morale della favola: lasciate perdere. Quanto sopra allo scopo di evitare di finire intordate come gli uccelli da fare con la polenta).
N.B.: Per tutte coloro che volessero leggere un ROMANCE (proprio così, con tutte le lettere maiuscole) come Dio comanda, con protagonista un libertino, mi permetto di consigliare "Sinful" di Charlotte Featherstone (traduzione italiana "Virtù e peccati", Harlequin Mondadori - Passion n.° 32, 9 luglio 2010). Incontrerete personaggi indimenticabili e l'eroe maschile vi ruberà il cuore, oltre a farvi sciogliere come uno di quei mottarelli che si compravano all'oratorio negli eterni pomeriggi estivi della nostra infanzia. Oratorio?!?! Ma quanto decrepita sono? Non ci voglio neanche pensare.
A questo punto, sarei onorata di sapere le vostre opinioni al riguardo. Vi attraggono i romance che presentano un protagonista libertino? Vi affascina questo genere di personaggio? Secondo voi, perché ha così tanto successo? Sgranchitevi le dita e buttatevi a corpo morto sulla tastiera...
IL TRAILER DI THE LIBERTINE CON JOHNNY DEPP...ENJOY!