Sul Fatto c’è il solito post/articolo contro il Pd, oramai è una rubrica fissa come le previsioni del tempo, l’andamento delle borse o le lettere al direttore.
Davide Vecchi nel suo blog sul fatto scrive l’ennesimo articolo sul Pd: TraTra Renzi e Bersani ha perso il Pd. E ora tocca ad Ambrosoli. Sottinteso perdere.
Impegnato, come al solito , a sparare sulla Croce Rossa Vecchi dice anche delle cose che condivido da sempre e precisamente questo: l’interesse dei cittadini e del dibattito politico per le sorti del Pd era ridotto al nulla dei soliti battibecchi interni tra le mille correnti cattoliche, presunte atee, moderatamente agnostiche e decisamente disinteressate.
La penso allo stesso modo solo che io esprimo lo stesso concetto in modo diverso e cioè che il problema del Pd non è una, eventuale, alleanza con l’Udc di Casini se non hanno i numeri per governare ma i casininiani che il Pd si porta in pancia da quando è nato, le mille correnti cattoliche e le presunte atee che vorrebbero un partito laico somigliante, vagamente, al Pci. Nel Pd ce ne sono tantissimi che erano nel Pci.
Detto questo il post di Davide Vecchi usa argomenti ed ironia sulla falsa riga della scrittura di Travaglio, bastona l’asino con gusto e sarcasmo. Scrive di un Pd spaccato in due tra Ambrosoli e la Kustermann, che è vero, ma preso dalla critica quotidiana ed obbligatoria al Pd, cosa che non riserva se non in misura minore a nessun altro, dimentica che c’è un altro candidato che è stato citato di striscio, di passaggio e cioè il Prof. Andrea Di Stefano.
Non so se il Pd ha dovuto accettare la candidatura di Andrea Di Stefano o se l’ha accettata, resta il fatto che dei tre è l’unico che dovrebbe essere preso in considerazione da tutti i sinceri democratici lombardi, sarebbe l’ideale, il migliore governatore che la Lombardia abbia mai avuto.
Peccato che Davide Vecchi, preso dal perculare il Pd, abbia perso l’occasione di far sapere ai lettori del Fatto la storia, le capacità, le proposte di cui è portatore Andrea Di Stefano.
Ve lo faccio sapere io, che non ho la fregola di sputtanare il Pd ad ogni occasione e quando mi impegno sputtano a destra e sinistra sino ad arrivare ai movimenti, non ho un occhio azzurro per i movimenti ed un occhio blu per il Pd.
Invito i sinceri democratici e quelli di sinistra residenti in Lombardia, che non lo conoscessero, a perdere qualche minuto per ascoltare quello che dice, cosa propone e la chiarezza con la quale ci fa capire la sostanza dei problemi.
Partiamo da Radio Popolare:
i candidati a Rp: microfono aperto con Andrea Di Stefano
Brunch con Andrea Di Stefano, candidato alle Primarie per la Lombardia
Evento pubblico · Creato da Andrea Di Stefano.
Di Stefano: “Nuovo piano regionale della montagna per la Valtellina”
L’ho sentito ieri alla radio che raccontava dei leghisti con la bocca piena di territorio, o terra, che hanno mollato la bresaola ai brasiliani. Il famoso salume lombardo Doc che non è più lombardo e la carne viene da brasile, come le ballerine. Ma con il marchio Igp.
Cosa si intende per marchio IGP? L’”Indicazione Geografica Protetta” (IGP) è un marchio che può essere richiesto per tutelare, a livello comunitario, l’indicazione di origine di un prodotto e può essere attribuito a quelle produzioni agricole e alimentari per le quali una determinata qualità, la reputazione oppure un’altra specifica caratteristica dipendono dall’insieme dei fattori naturali ed umani legati ad uno specifico territorio. Pertanto, per beneficiare di una IGP non è necessario che tutte le fasi di produzione, trasformazione e commercializzazione avvengano nella zona da cui il prodotto prende il nome, tanto che il collegamento fra il prodotto e la zona geografica può consistere semplicemente nella reputazione di cui questo gode.