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Il Fatto Quotidiano, Arvedi e quei 15 milioni della giunta Serracchiani

Creato il 18 agosto 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

In alto una rappresentazione simbolica di Cremona: un bunker controllato da un unico blocco di potere locale

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Perché Giovanni Arvedi è tanto interessato alla centrale Elettra Produzione, forse più che alla ferriera di Servola (Trieste)? Il Movimento 5 stelle teme che l’imprenditore cremonese voglia portarsi via ben 15 milioni di euro che la giunta regionale friulana ha destinato alle crisi industriali complesse. Il dubbio grillino è stato riportato dal Piccolo di Trieste, che aggiunge anche che la centrale è andata avanti sinora con gli incentivi di stato Cip6.
Arvedi anche in Friuli? Alcuni penseranno a un’operazione speculativa, protagonista un imprenditore “straniero”.
Allora interviene il Fatto quotidiano, che nelle ultime righe di un articolo di taglio basso della vigilia di Ferragosto, a pagina 13 (Economia) pare voler rassicurare gli sgomenti friulani. La firma è di Salvatore Cannavò.
Arvedi di fatto è un imprenditore che sta ampliando la sua sfera d’azione: è vero che la sua reputazione è migliore di altri industriali molto più noti, e ahimé tristemente famosi. L’industria italiana è un disastro, una vergogna nazionale.
Ogni volta che si parla di crisi industriale, nel settore dell’acciaio, comunque balza il nome di Arvedi, avvantaggiato dalla sua tecnologia Isp eccetera.
Il Fatto dipinge il possibile nuovo “re dell’acciaio”, dopo il declino dei Riva, come un imprenditore “illuminato” e “umano”, anche se l’Usb dice che “paga poco e inquina”. Tutte le acciaierie inquinano, entro le soglie di legge ma inquinano. È inevitabile.
Il giornale di Padellaro dà solo una notizia “di copertura” che potrebbe avere un seguito.
Di quel che succede a Cremona il Fatto però non è informato. Sarebbe impossibile o quasi!
Allora ricordiamo, rimembriamo! E d’ora in avanti invece di riportare aggiungiamo del nostro, ispirati dal chiaro di luna.
L’allarme diossina non venne scatenato dai giornali contro Arvedi, che reagì diffidando i famosi “criminali” di Cavatigozzi e minacciando querele. Nessuno però attaccò pubblicamente Arvedi!
Arvedi “non ha una ribalta nazionale”, dice dispiaciuta la testata nazionale, però l’illuminato imprenditore ha anche chiuso Cremona in un bunker mediatico. I corrispondenti cremonesi di tutti i giornali nazionali sono tutti legati al giornale arvediano La Provincia. Cremona la conoscono solo i cremonesi. Tutte le testate e i siti appartengono al padrone delle ferriere.
La questione dell’inquinamento legale poi esiste eccome in provincia come a Trieste e in tutta la Val Padana.
La giunta Serracchiani probabilmente favorirà le relazioni e smorzerà i timori. Arvedi prima ha incontrato la presidentessa “e poi i rappresentanti sindacali”.
“I requisiti per diventare grande non gli mancano” scrive il Fatto. Il Museo del Violino e il sostegno di Cgil, Cisl e Uil contro chi pubblica notizie “senza guardare bene i dati ufficiali” ne sarebbero la prova.
Il “Fatto Quotidiano” ha bisogno di un’inserzionista? Ma Arvedi è più vicino al governo. È sempre utile. Vuole una ribalta nazionale? Vogliamo aria pulita, terreno pulito, un’altra economia, visto che quella tradizionale genera ingiustizie sociali abnormi, crisi continue e devasta il territorio.

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