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Il fenomeno, ormai molto diffuso, dei matrimoni illegali tra i rifugiati siriani in Giordania
Creato il 15 novembre 2013 da MicolsAlia è solo una delle centinaia di rifugiate che sono diventate vittime del matrimonio barrani in Giordania. Radio al-Balad** ha recentemente pubblicato un rapporto che esamina centinaia di casi di tali matrimoni non autorizzati, in base ai quali i rifugiati ricorrono ad un'unione illegale, priva di riconoscimento o di protezione ufficiale. Il Dipartimento del Giudice Capo della Corte islamica della Sharia, legge islamica, della Giordania, ufficialmente chiamato il Supreme Judge Department (Dipartimento del Giudice Supremo), ha ratificato 313 matrimoni barrani nel 2012. Ma, secondo la giornalista giordana Etaf Roudan e il team di Radio al-Balad, il numero dei matrimoni illegali è molto più elevato e cresce ogni giorno di più, soprattutto nei campi profughi siriani. Nel corso di un anno di indagini portate avanti da Arab Reporters for Investigative Journalism (ARIJ), Radio al-Balad documenta sedici casi di questi matrimoni. Le conseguenze del matrimonio barrani vanno dai matrimoni di minorenni all'abbandono arbitrario fino alla mancanza di riconoscimento per i bambini nati da questo matrimonio. Inoltre, unioni civili non esistono in Giordania, dove è richiesto sia ai cittadini che ai rifugiati di sposarsi secondo la legge religiosa.
La maggior parte dei rifugiati siriani sono musulmani e, ufficialmente, il matrimonio richiede una serie di documenti e procedure da rispettare che sono decise dal Supreme Judge Department: dalla prova documentata di stato celibe fino agli esami del sangue per i testimoni. Molti siriani stanno cercando asilo in Giordania senza avere documenti ufficiali. In campi come Zaatari, infatti, la maggior parte dei rifugiati non ha mezzi sufficienti per comprare alimenti di base o altri beni, per non parlare dell'impossibilità di ricevere i documenti dalla Siria. In questa situazione, l'unica opzione che i rifugiati hanno è quella di richiedere un permesso per lasciare il campo (di solito proibita senza la garanzia di un cittadino giordano), raggiungere l'ambasciata siriana e chiedere di poter ottenere i nuovi documenti. Questo processo richiede tempo e denaro che i siriani non possono permettersi, soprattutto senza alcuna garanzia di successo. Di conseguenza, i rifugiati ricorrono a matrimoni non ufficiali, di solito celebrati da uno sceicco di fortuna scelto tra i leader tribali all'interno dei campi profughi. Yassin Algadan, un siriano di 70 anni, ha affermato a Radio al-Balad di aver celebrato almeno dieci matrimoni illegali tra rifugiati, nel 2012. "I siriani vivono già in situazioni difficili senza documenti d'identità. Il matrimonio legale è praticamente impossibile per loro", ha detto Algadan. "Inoltre, questo tipo di matrimonio impedisce il reato di adulterio." "Pur essendo illegale per mancanza di documenti, infatti, questo tipo di matrimonio non è haram, cioè moralmente non lecito", dice Roudan.
Secondo il Supreme Judge Department (SDJ), i profughi che desiderano sposarsi possono direttamente rivolgersi ad un funzionario chiamato ma'athun. Il ma'athun deve essere in possesso di una laurea in legge e di una prova del Supreme Judge Department, che certifica le sue competenze nel poter officiare matrimoni legali. Ma nel campo di Zaatari, non c'è nessun ufficio ma'athun. Infatti, le autorità del Supreme Judge Department hanno affermato che a Zaatari non esiste un unico ma'athun ma una serie di funzionari che si alternano.
Nel frattempo, l'amministratore del campo di Zaatari, Rafaat al-Hamidi, ha detto che "non passa giorno senza matrimoni barrani". "Nessuno impedisce che questo avvenga, anche se formalmente questi matrimoni non sono permessi", ha affermato al-Hamidi. Senza risarcimento o una corretta gestione da parte del Supreme Judge Department, del Ministero dell'Interno e dell'ambasciata siriana ad Amman, i matrimoni barrani continueranno a diffondersi e il numero delle vittime come Alia crescerà ogni giorno di più.* http://en.wikipedia.org/wiki/Zaatari_refugee_camp** http://ar.ammannet.net/about-us
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