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Il figlio di Babbo Natale

Creato il 28 dicembre 2011 da Giuseppe Armellini
Il figlio di Babbo NataleA Natale, giorno meraviglioso ma di certo uno tra i più banali ed abitudinari dell'intero anno (sempre le stesse frasi, sempre le stesse assurde "magnate", sempre gli stessi spostamenti, sempre, ops, spesso, gli stessi regali) mi sono chiesto: in un giorno così bello ma banale ed abitudinario cosa posso fare di ancor più banale ed abitudinario? Semplice! Prendere la famiglia e andare al cinema di pomeriggio a vedere un film per bambini sul Natale. Detto fatto. Quello che non mi aspettavo, e che ha tolto l'alone di banalità all'intera giornata, era di trovarmi di fronte a un cartone quasi con i controcannoli, la cui recensione mi spiace di dover affrontare con tutto questo ritardo perchè inevitabilmente la memoria si porterà via qualcosa (è vero, ho sempre i mie appunti che prendo anche al cinema nel buio più completo ma stavolta avrò scritto 4,5 parole in tutto...).
Il Figlio di Babbo Natale è un delizioso cartoon ovviamente perfetto per questo periodo ma capace secondo me di funzionare a prescindere.
I Babbi Natale sono una famiglia che da generazioni porta avanti il gravoso compito che tutti voi sapete. Una volta usavano slitte e renne, ora c'è in dotazione una meravigliosa astronave capace di viaggiare a velocità supersonica e lanciare nelle case migliaia di piccoli elfi capaci di consegnare regali in pochi secondi (splendido il prologo). Si verifica però un intoppo, UN regalo rimane nella base al Polo, una bambina si sveglierà e non troverà nulla sotto l'albero. Babbo Natale ha due eredi, il supergenerale Steve che guida l'astronave e Arthur, il ragazzino goffo e timido che risponde a mano alle letterine. Al primo l'unica bambina rimasta non interessa, ha completato la missione al 99,99999999999998%. Arthur la pensa diversamente. Prende suo nonno (il babbo del Babbo Natale in carica), una vecchia slitta e parte.
Cavolo, di solito le trame nemmeno le scrivo, qui mi ha fatto fuori mezza recensione...
Perchè mi è piaciuto così tanto?
Innanzitutto perchè visivamente è potentissimo, le scene di massa nella base artica sono incredibili, gli scenari eccezionali, la cura dei dettagli elevatissima (centinaia di elfi con visi diversi, chapeau!).
Poi è divertentissimo. Ci sono sequenze geniali (come l'"operazione" fatta dall'elfo attraverso la scatola o il doppio errore sul nome della città) e personaggi strepitosi come il Nonno o l'elfo incartatutto.
C'è ritmo, c'è avventura, c'è originalità (anche se i rimandi a Monster and Co sono evidenti, come ad esempio la catena di montaggio per i regali e l'unico errore che dà spunto al film, là la bimba che entra a Mostropoli, qui il regalo mancato). Personalmente non ho trovato un solo momento di stanca, le trovate sono a getto continuo, il protagonista, Arthur, ti entra da subito nel cuore.
La tematica affrontata, la contrapposizione tra le freddezza del progresso e l'anima, il cuore, della tradizione è gestita in maniera meravigliosa, niente scene toccanti o costruite ad hoc ma tutte contraddistinte da tanto divertimento.
Poi si arriva al finale e là l'emozione arriva di botto.
La corsa frenetica in bicicletta (con tanto di incartamento in movimento, spettacolare), il geniale arrivo in contemporanea dei 4 "babbi natale", la bimba che si alza e trova il regalo.
Gli ultimi 10 minuti sprizzavano Pixar da tuti i pori, l'emozione arriva naturalmente, non ci sono giochetti.
Poi la bimba esce, quella barba finta che si crea al volo in modo estemporaneo è qualcosa di magico, una piccola trovata che vale da sola la pellicola, un secondo, niente più, che nasconde dentro tante cose.
E' il suggello di un film che, probabilmente, non avrà quello che merita.
( voto 8 )

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