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"Il Film Avatar e il Legame tra l'Ambientalismo di Regime e la Teoria/Culto di Gaia"
Da RisveglioedizioniAd un'analisi superficiale potrebbe sembrare la solita storia a lieto fine di Davide che sconfigge Golia con un intervento semi-divino, dei deboli buoni che sconfiggono il potente cattivo, del bene che alla fine dopo mille traversie trionfa sopra il male. In più ci sono effetti speciali eccezionali, tecniche di rendering digitale impressionanti che costruiscono artificialmente una meravigliosa natura selvaggia con panorami fantastici; e non mancano le lotte, gli inseguimenti e i combattimenti di rito (la cosa sicuramente più noiosa del film). Ma c'è da chiedersi come mai un film costato quanto mai nessun altro al mondo, campione di incassi, e quindi inserito a pieno titolo nella logica del sistema capitalistico, dovrebbe criticare tanto a fondo l'ideologia di rapina dell'imperialismo. Prima di dare alcune possibili risposte credo sia il caso di osservare e rimarcare alcuni particolari non poco inquietanti di questa produzione colossale. 1) Il più costoso nonché più redditizio film della storia è un film di fantascienza che tratta di una invasione aliena (dove gli invasori sono gli umani terrestri) per depredare un pianeta che ospita una civiltà meno avanzata. In tale pianeta (Pandora) la popolazione è divisa in molte tribù, che ritrovano l'unità nel corso della difesa del loro pianeta dall'invasore. Se è vero che le élite occulte che avvelenano ed opprimono il nostro pianeta vogliono giocare la carta della finta invasione aliena per giustificare l'unificazione del pianeta sotto un unico governo (con una sola polizia internazionale, e una sola banca che emette denaro elettronico) film come Indipendence Day o Avatar potrebbero avere una comune funzione "educatrice" per abituare l'umanità ad associare l'invasione aliena alla coalizione planetaria con instaurazione del governo mondiale. 2) Gli indigeni di Pandora (Na’vi) si connettono neuralmente (il legame) sia con destrieri quadrupedi che con rettili volanti per cavalcarli e farsi obbedire (cosa che diciamolo pure, sarà comoda ma non molto rispettosa nei confronti di quelle bestie), e si connettono neuralmente anche con un sistema ramificato ed interconnesso simil-neurale formato dagli alberi (sacri) del pianeta. In questo processo di connessione neurale, che avviene tramite l'estremità di una treccia di capelli che funge da connettore c'è anche (come viene detto nel film) un caricare/scaricare dati da e nel sistema. Tutto ciò richiama l'orribile progetto del transumanesimo che vuole "potenziare" l'essere umano trasformandolo in un ibrido uomo-macchina, modificandolo geneticamente, magari impiantandogli un microchip per connetterlo ad una rete gestita dai computer. 3) Gli esseri umani per potere "muoversi liberamente" su un pianeta con una atmosfera tossica per loro e per potere interagire coi nativi usano dei corpi ibridi uomo-alieno ottenuti con una contaminazione umana del dna dei nativi stessi. Tali corpi di per sè inanimati (anche nel senso letterale, ovvero senza anima) ma biologicamente funzionanti, vengono comandati da remoto attraverso una macchina che può essere gestita solo dall'uomo che ha donato il dna al suo ibrido (l'avatar per l'appunto), e questo sembra avallare la questione della genetica ondulatoria, ovvero il fatto che il dna sia anche una sorta di antenna rice-trasmittente per collegare e coordinare tutte le cellule che contengono lo stesso identico dna. L'avatar in sé invece richiama temi ufologici che per quanto apparentemente assurdi non sono di per sé peregrini vista la situazione che stiamo vivendo (a volte viene da chiedersi se già adesso esseri non umani e/o non terrestri stiano comandando da remoto o possedendo dei corpi umani); come già visto in un altro articolo, altri racconti di fantascienza sviluppano tale tematica. Detto questo credo sia importante riflettere su quanto scritto nell'articolo Avatar New-age e Neospiritualismo sul blog Tra Cielo e Terra (link) dove si osserva correttamente che l'aspetto più importante del film è il messaggio religioso che viene veicolato, un vero e proprio catechismo di massa di quel neo-spiritualismo che da qualche decennio a questa parte si sta diffondendo quale vero e proprio culto dominante nella società occidentale, e non solo. Lo stesso pianeta Pandora altro non è se non la fedele trasposizione di Gaia secondo la visione dello scienziato inglese James Lovelock, per anni tra i principali punti di riferimento del movimento New Age. Secondo tale visione, detta teoria di Gaia, il pianeta terra nel suo complesso consiste in un enorme organismo vivente, in cui ogni creatura vegetale animale e minerale compartecipa nello equilibrio generale, nello stesso modo in cui un organismo vivente è composto da cellule e tessuti. L’uomo, in questo scenario, rappresenta solo uno degli elementi che compongono il sistema, ed il suo ruolo assume un carattere più negativo che vitale per l’equilibrio generale, una idea fatta propria dal movimento ambientalista moderno. [sarebbe il caso di approfondire la figura di questo folle Lovelock, che inneggia al nucleare e che sostiene la geoingegneria - n.d.R.] In Avatar, quindi, Pandora assume tutte le caratteristiche della Gaia descritta da Lovelock: nel pianeta ogni creatura è interconnessa con tutte le altre, ed il tutto compartecipa nel grande spirito di Eywa, la Dea Madre venerata dal popolo dei Na’vi. Il culto di una Grande Madre è un altro rimando ai movimenti neospirituali moderni che si rifanno ai culti ctoni del passato, trasfigurandone il senso originario. A differenza della concezione delle religioni tradizionali, dove la natura viene concepita quale creazione e manifestazione della divinità, questi culti moderni concepiscono la natura come divinità a sé stante, concetto messo in evidenza nel film di Cameron, dove il culto dei nativi è indirizzato direttamente allo spirito di Eywa, una presenza tangibile e concreta di carattere ctonio, terrestre. Si potrebbe facilmente cadere nell’errore di accomunare la spiritualità descritta nel film con quella di popolazioni che per secoli hanno mantenuto dei culti che riservavano un grande rispetto per la natura e le sue creature, come ad esempio fece la cultura dei nativi americani. Ma mentre per tali culture il creato meritava venerazione in quanto emanazione di un grande spirito trascendente, identificato principalmente con Manitù, per i Na’vi la Grande Madre consiste nel pianeta stesso. La differenza è sottile ma sostanziale, e la incomprensione di tale difformità rappresenta un’altra delle caratteristiche dottrinali dei movimenti neospiritualisti moderni. Fonte: www.anticorpi.info
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