Siamo a Napoli, è un giorno qualunque e assistiamo a un controllo di polizia su un pullman. Ore dopo siamo sempre in compagnia degli stessi due poliziotti quando ritrovano il medesimo bus in un fosso. I passeggeri sono in pessime condizioni e c’è il rischio che esploda. Un agente chiama i soccorsi mentre l’altro si getta in un folle salvataggio grazie al quale libera dalle lamiere una ragazza, Assia (Nina Torresi), una giovane segretamente innamorata proprio di quel poliziotto bello e tenebroso arrivato dal Nord. E in Trentino Alto Adige Matteo (Giorgio Pasotti), il nostro protagonista, subito dopo quella notte decide di far ritorno.
La storia di “Nottetempo” ci porta, infatti, sino a Bolzano alla scoperta del passato di Matteo che da quell’incidente ne esce scosso, in un certo senso risvegliato da un torpore che lo avvolgeva da troppo tempo, e ora non può più aspettare: tante le cose in sospeso, alcune risolvibili, altre migliorabili, ma le più importanti insanabili e fonte di guai. Non ci vuole molto, infatti, prima che i nodi vengano al pettine e… un capriccio, una piccola bugia, una decisione affrettata dopo l’altra lo condurranno in una via senza uscita.
Nottetempo – Nina Torresi e Giorgio Pasotti
Il film di Francesco Prisco è un esordio: dopo essersi fatto le ossa con i corti, oggi fa il grande salto con tanto di benedizione della Regione Trentino. Il regista sceglie di entrare nel mondo del lungometraggio parlando di decisioni impulsive prese nottetempo, appunto, e di amore non corrisposto, non espresso e/o rivendicato nell’oscurità della sera. Una giovane all’inseguimento di un sogno, un attore di cabaret sul viale del tramonto in cerca di pace interiore, e un uomo che si riscopre adulto e responsabile nell’arco di una notte, sono i tre protagonisti di questa strana storia che ai nostri occhi è sembrata un po’ noir, melò e molto retrò.
Strizzando l’occhiolino al periodo a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80 e ai vezzi del cinema poliziesco dell’epoca, Francesco Prisco concede poche battute e impone spesso gli occhiali da sole a Giorgio Pasotti, il quale si ritrova a dover reggere sulle sue spalle una storia di sentimenti oscura e narrata con un andamento lento.
Nottetempo – Giorgio Pasotti
Il film è adatto a quella fascia di pubblico che potremmo chiamare nostalgica, affezionatissima al tubo catodico, sempre alla ricerca di quelle emozioni che la televisione gli ha regalato in gioventù, e decisamente non pronta a fronteggiare la nuova era ricca di meraviglie tecnologiche.
“Nottetempo” appare, invece, inadatto alle giovani generazioni, agli ammalati di adrenalina e a chi ha bisogno di dialoghi dai ritmi serrati. Troppi i sospiri, gli sguardi persi, le situazioni stereotipate un po’ da fotoromanzo e/o ai limiti del surreale, soprattutto per chi – come la sottoscritta – è stato formattato oltre oceano. Non perdo la speranza, probabilmente in futuro andrà meglio.
Vissia Menza