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Il Filò, la lingua e i dialetti

Creato il 02 aprile 2011 da Libereditor

Il Filò, la lingua e i dialettiIl filò era un rito importante totalmente scomparso: nelle stalle si riunivano i contadini, e ognuno raccontava una storiella che conosceva. Era un insieme di conoscenze che sono state perdute e che invano qualcuno tenta di restaurare. Mi ricordo, non sono tanti anni, che mi meravigliavo di come potessero creare un partito rivendicando la forza del parlato dialettale senza nessuna base teorica. Per esempio, il rito di Bossi che va alle sorgenti del Piave… Si cominciava a degenerare. Sono equivoci storici. Per esempio, tutto il periodo del Medioevo avanzato in cui cresceva la nuova lingua italiana insieme con i vari dialetti non è stato capito. Ho scritto in dialetto molto presto, ma ho criticato la Lega perché non conosceva la realtà complessa dei dialetti, come nascano, fioriscano e sfioriscano.

(Andrea Zanzotto, dall’intervista al Corriere della Sera del 28.03.2011)

Andrea Zanzotto nelle sue poesie permette al suono di avvicinarsi al significato… Scrive e soprattutto riflette sul dialetto. Comprendendo che spesso certa rassegnazione tipica della saggezza popolare è acutezza di sguardo e forza d’animo.
Per lui la poesia nasce «da una violenza di situazione emozionale “propria” e, in ciò, “privata” [...], che difficilmente permette a colui che scrive di aprirsi del tutto all’alterità.»


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