Il filosofo Hoerster: «amici atei addio, preferisco Benedetto XVI a voi scimmie»

Creato il 05 gennaio 2012 da Uccronline

Sono passati solo pochi mesi dalla visita di Benedetto XVI al Bundestag tedesco e pare proprio che le conseguenze positive di questa visita possano prendere la via di quelle succedute al viaggio nel Regno Unito. Nel nostro apposito dossier abbiamo raccolto alcune di queste prime reazioni positive, ma poco prima di Natale ne è avvenuta un’altra. Si tratta della decisione di un “ateo di ferro”, il filosofo Norbert Hoerster, già professore di Filosofia del Diritto e sociale presso l’università di Mainz, di abbandonare la solita combriccola di “invas-atei” dedicata al mago esoterico Giordano Bruno. Ma è la motivazione ad avere creato un putiferio in Germania, ovvero l’adesione al pensiero di Benedetto XVI abbinata alla critica verso l’idea di illuminismo, la violenza del «nuovo ateismo», l’evoluzionismo di Dawkins (e non più di Darwin), la stupidità di certe dichiarazioni dell’associazione razionalista e anche di certe manifestazioni con i soliti pupazzi di suore e preti.

Il filosofo ha voluto scrivere un articolo su uno dei più prestigiosi quotidiani tedeschi, il “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, in cui si legge: «Non c’è bisogno di essere un veneratore del Papa per trovare criticabile il fatto che Schmidt-Salomon (il presidente dell’associazione Giordano Bruno) dichiari che questo Papa sia da condurre “davanti a un tribunale internazionale” e che abbia “un influsso disastroso sulla politica mondiale”. Quanto sia fuorviante questa posizione è chiaro anche in virtù di una frase pubblicata su internet dalla stessa Fondazione, secondo la quale il Papa sarebbe “un uomo che istiga milioni di uomini in tutto il mondo a rapporti sessuali non protetti provocando effetti mortali”. Esiste forse qualcosa che lo attesti? Nel Catechismo della Chiesa cattolica si dice che “l’atto sessuale può avvenire esclusivamente nel matrimonio” e questa è anche la posizione del Papa. Non saprei dire a quanti milioni di effetti mortali può aver portato finora l’atto sessuale consumato all’interno del matrimonio». Una lucidità di pensiero ormai decisamente rara nella cultura razionalista.

Ovviamente non manca l’affondo contro Richard Dawkins: «Per quale motivo la teoria darwiniana dell’evoluzione, presupposta la sua giustezza, confuterebbe la fede in Dio? Ciò che quella teoria confuta è soltanto (volendo prenderlo alla lettera) il racconto biblico della creazione. Le teorie evolutive non potrebbero essere legate a un intelligente principio ordinativo del mondo o essere addirittura il risultato di un cosciente atto creativo? Perché il mondo è programmato al punto tale che la vita segue proprio le leggi dell’evoluzione? Non è forse presuntuoso attendersi che una sola branca della scienza offra una spiegazione esaustiva della vita? Un pensatore che si consideri un filosofo come Schmidt-Salomon, indicato dalla stampa come il “capo degli atei di Germania”, proprio in nome dell’illuminismo dovrebbe affrontare la filosofia della religione in maniera un po’ più approfondita». Insomma, anche il Pierpippo Odifreddi tedesco non sembra essere un tipo molto sveglio.

Infine Hoerster percepisce benissimo il tentativo disperato dell’ateismo militante moderno di eguagliare l’animale all’uomo attraverso l’ideologia dei diritti degli animali e la presunta somiglianza tra la scimmia e l’uomo, con lo scopo di annullare la straordinarietà e unicità dell’essere umano. L’unica etica promossa da loro è quella che deriva dall’osservazione del mondo animale: «Non vedo perché le ricerche sul fenomeno dell’omosessualità nel contesto animale abbiano una rilevanza minima circa la questione se lo Stato possa vietare un simile comportamento tra gli uomini. E non credo che un uomo, anche non del tutto ragionevole, potrà mai far dipendere, per esempio, la sua posizione rispetto al divorzio da quanto frequentemente accada lo stesso comportamento nel contesto delle diverse specie di scimmie. A proposito di scimmie. Trovo fuorviante il fatto che ci si adoperi con veemenza affinché vengano riconosciuti dallo Stato ai cosiddetti ominidi i tipici diritti umani fondamentali. Le scimmie non hanno bisogno, per esempio, di alcun diritto in tema di libertà religiosa. Non necessitano neppure del diritto alla vita. Per Schmidt-Salomon & Co. un uomo è nient’altro che “il parente prossimo degli scimpanzé”. Devo ammettere che quando leggo la Critica della ragion pura di Kant, oppure ascolto il secondo atto del Tristano e Isotta di Wagner mi risulta difficile capire quanto sostenuto da Schmidt-Salomon».


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