Ci vuole il fisico per qualunque cosa, ma soprattutto per fare lo scrittore. Me ne sono accorto in un autogrill. Nella vita è importante stare con orecchie e occhi ben aperti perché le scoperte essenziali possono arrivare in un qualunque momento. Insomma me ne stavo a distribuire brioches alle figlie, in tappa sulla Torino Savona, quando l'occhio mi cade sulla copertina di un libro dai colori cupi. In particolare sul nome dell'autore. Enzo Ghinazzi. Perché questo nome non mi è nuovo? Dove l'ho già sentito? Ci vuole un bel po' di zucchero al cervello prima che la risposta salti fuori. È Pupo! Quello che cantava,
Su di noi nemmeno una nuvola su di noi l'amore è una favola su di noi se tu vuoi volare lontano dal mondo, portati dal vento non chiedermi dove si va.
Ora è uno scrittore. E della sua qualità di autore vengo completamente convinto dalla quarta di copertina. Il Ghinazzi qui presente non è per nulla il brevilineo spensierato cantore del gelato al cioccolato (dolce e un po' salato, scritto insieme a Cristiano Malgioglio) con il capello a posto e il piglio cordiale. Il ritratto della quarta di copertina è un sofferto bianco e nero con luci apocalittiche che scolpiscono uno sguardo intenso di uno che la sa lunga. Come confermano gli occhiali da trader svedese e il filo di barba. Se non è uno scrittore questo... Sono tentato di comprare il libro. Ma la colazione per cinque mi è già costata abbastanza.
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