Nel "lontano" 2006, Tim, Vodafone e 3 Italia hanno investito ingenti somme per la TV sul telefonino (Dvb-h). L'investimento da fare, non era piccolo. Il contratto Tim e Vodafone con Mediaset prevedeva 14 milioni di euro ogni anno solo per l'uso delle frequenze e della rete, a cui vanno sommati i costi per i contenuti.
E' noto per esempio che nell'accordo con Tim i contenuti Mediaset costavano 140 milioni di euro. Per 3 Italia la spesa è stata di 220 milioni per l'acquisto di Canale 7 1. Cifre giustificate dalle grandi aspettative nei confronti del Dvb-h. 3 Italia, ad esempio, per bocca dell'amministratore delegato Vincenzo Novari, prevedeva "7 milioni di utenti attivi e un fatturato di 3 miliardi nel 2011, in Italia". L'unica fu Wind a non credere in questo progetto.
In questi giorni Tim ha annunciato che chiuderà alla fine dell'anno il suo canale mobile TV.
3 Italia è l'unica che ancora crede nella TV mobile forse perchè a suo tempo comprò un'intera emittente? Oggi 3 Italia offre la sua emittente mobile gratis ai suoi clienti.
Miopia manageriale? Sicuramente si, ma questa è una di quelle storie che a me piace, e mi piace proprio tanto da un lato e mi da tanta trisezza per un altro.
Una mattina un pool di manager superstrapagati si sveglia e decide, o meglio crede di poter decidere, che un nuovo modo per lucrare sui consumatori sia quella di implementare la TV nel telefonino. L'equazione è semplice, nonostante internet, milioni di persone guardano ancora la TV. Offriamogliela sul telefonino, sarà un successo! Non ci importa dell'utilità della cosa in sè l'importante è che tante persone aderiscano ed usufruiscano di questo "servizio". Nel frattempo faremo milioni a palate. La risposta dei consumatori fu, nonostante le sontuose campagne pubblicitarie, un grandioso e meraviglioso sbadiglio.
Tv da una parte, internet dall'altra, come legioni contrapposte: la fallita scommessa sul Dvb-h sta tutta qui. Gli operatori (italiani ed europei) nel 2006 hanno investito infatti su un servizio con capacità innovative molto basse, di fatto riproponendo in mobilità i classici programmi televisivi. I consumatori invece si sono gettati a capofitto su internet, acquistando chiavette internet per collegare i propri pc portatili ovunque si trovino, in vacanza e non solo e più recentemente con gli smartphone ed i tablet PC.
Ma di questa miopia manageriale, (vi ricordo anche il flop delle videochiamate), ne paghiamo le conseguenze tutti. Sarebbe stato meglio, per gli operatori, per gli utenti e per l'innovazione, che quelle risorse fossero state investite sulle reti internet mobili invece che sul Dvb-h. L'Umts/Hspa, la tecnologia che permette la navigazione veloce in mobilità, è già a rischio di saturazione. La velocità di connessione è penalizzata dalla scarsità delle risorse.
La speranza è che con la chiusura dei canali TV su telefonino le preziosissime frequenze vengano utilizzate per la banda larga. E' atteso a giorni, infatti, l'annuncio da parte del ministero dello Sviluppo Economico di un'asta che - probabilmente nel 2011- darà alcune frequenze anche agli operatori di telecomunicazioni, per la banda larga mobile. La TV sul telefonino è morta ed è ormai un ricordo. La miopia manageriale no. Le risorse non sono illimitate, sperperarle è un delitto. Non ci ha rimesso solo chi ha investito male ma tutta la comunità. Questi investimenti non hanno prodotto nuovi posti di lavoro, se non nel breve periodo, e non hanno innescato un meccanismo di "ritorno" di benessere per tutti noi. Ciò che a mio avviso è veramente triste è che questi top-manager dichiarano che hanno investito sulla TV sul telefonino perchè nel 2006 "l'esplosione di internet mobile era in ritardo". Ma cavoli!!!! se non me la dai 'sta tecnologia ti credo che sono in ritardo!!!!! Ma soprattutto se avete sbagliato perche siete ancora lì?
Anche Italia è ancora lì, non solo il Decreto Pisanu spezza ancora le gambe al wi-fi libero, ma al momento non abbiamo neanche le risorse necessarie per supportarlo. Per l'innovazione siamo in ritardo, anzi in ritardissimo e questo non fa bene all'economia del nostro Paese. Viva il "mattone".