Prodotto nel 1977 dalla Tatsunoko, ma trasmesso dalle emittenti italiane soltanto a partire dai primi anni Ottanta, l’anime Yattaman possedeva, senza alcun dubbio, le caratteristiche necessarie per essere trasformato in una pellicola live action, tenendo in considerazione l’originale mix di comicità sprigionato dai continui scontri tra i robot costruiti dai protagonisti Ganchan e Janet e quelli sfruttati dal malvagio Trio Drombo, costituito dalla sexy Miss Dronio e dai suoi tirapiedi Boyakki e Tonzula.
Pellicola live action che soltanto il prolifico cineasta giapponese Takashi Miike
– noto soprattutto per insostenibili splatter del calibro di Audition e Ichi the killer, ma cimentatosi anche in prodotti come i due Zebraman, in grado di omaggiare in maniera divertita l’universo pop dei vecchi supereroi per ragazzi dagli occhi a mandorla – si poteva permettere, se pensiamo al suo modo di fare che, alla maniera di un bambino impegnato a sfogliare un fumetto, lo porta a sguazzare gioiosamente tra i colori scintillanti sprigionati dal curatissimo connubio di scenografie e costumi e le assurde invenzioni degne del fantasioso mondo dei giocattoli.Infatti, grazie alla capacità di rimanere altamente fedele al bizzarro spirito del cartoon, dal quale riprende addirittura i temi musicali, Yattaman-Il film – datato 2009 ma distribuito nelle sale dello stivale tricolore due anni dopo – si presenta accattivante fin dal prologo, ricco di azione e di ironia.
E, nel raccontare l’eterna lotta per l’appropriamento dell’ultima delle quattro parti che, unite insieme, costituirebbero l’antica pietra Dokrostone facendo accadere un miracolo, tira in ballo anche la giovane Shoko alias Anri Okamoto, in cerca del padre scomparso proprio quando era sulle tracce della reliquia.
Man mano che, in mezzo alla notevole cura estetica, la sceneggiatura a firma di Masashi Sogo provvede a riempire la folle oltre ora e cinquanta di visione di assurde trovate, spazianti da armi che sparano inchiostro di calamaro a creature robotiche fornite di “tette mitragliatrici”.
Quindi, non rimane che recuperarlo in dvd distribuito da Officine Ubu, corredato di buona sezione extra dispensatrice di trailer, galleria fotografica, bozzetti, biofilmografia del regista, una clip riguardante il doppiaggio della canzone del Trio Drombo e un making of di venticinque minuti.
Francesco Lomuscio