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Il fortino del Bentegodi

Creato il 01 ottobre 2013 da Ilnazionale @ilNazionale
hellas livorno

Iturbe festeggia il primo gol con la maglia gialloblù

1 OTTOBRE – Dicono che le salvezze nei campionati di serie A si costruiscano soprattutto con i punti fatti in casa. Se vale quindi questo assunto possiamo dire che l’Hellas sia decisamente sulla buona strada. Tre vittorie su tre accompagnate dal pareggio di Torino e dalle due sconfitte esterne – patite peraltro contro Roma e Juventus – fanno esattamente 10 punti in 6 partite. Un bottino che tutti noi avremmo sicuramente sottoscritto ad occhi chiusi all’inizio della stagione. La squadra di Mandorlini, sulla falsa riga di quanto già fatto vedere nello scorso campionato di B, – solo Padova e Vicenza riuscirono, peraltro in maniera abbastanza immeritata, a uscire dal Bentegodi con i tre punti in tasca – ha eretto il proprio campo di casa a “fortino” inespugnabile. E quest’anno ne hanno già fatto le spese in sequenza Milan, Sassuolo e Livorno.
Contro la neopromossa squadra toscana i gialloblù hanno disputato un ottimo incontro e hanno messo in cascina tre punti estremamente preziosi, per di più ottenuti contro una potenziale concorrente nella lotta per la salvezza. All’annuncio delle formazioni, lo speaker ha dato la notizia che molti di noi attendevano, ovvero l’esordio sin dal primo minuto di Iturbe, talentuoso attaccante paraguaiano, naturalizzato argentino. Schierato inizialmente nel ruolo di trequartista, il numero 15 gialloblù non ha forse reso quanto le aspettative, anche se ha tuttavia regalato ai 18.000 del Bentegodi una rete su punizione di rara bellezza e precisione. Emozione durata, però, lo spazio di qualche minuto in quanto sull’ultimo pallone giocabile della prima frazione di gioco è arrivato il pareggio labronico. E anche qui ci troviamo a raccontare una rete avversaria originata da una disattenzione difensiva che ha visto questa volta Bianchetti “perdere di vista” Rinaudo, che con consumata esperienza ha insaccato di testa in prossimità dell’area piccola. Il pareggio è apparso comunque il risultato più giusto dopo un primo tempo ben giocato dalla squadra toscana.

E’ stato tuttavia al rientro delle squadre in campo per la seconda frazione di gioco che Mandorlini ha dato a Nicola “scacco matto” in due mosse. Tornato al solito 4-3-3 il tecnico gialloblù ha riportato Iturbe nel ruolo a lui più congeniale di esterno alto ed ha inserito Donati al posto di un “imbarazzante” Hallfredsson, con contemporaneo spostamento di Jorginho nella posizione di interno sinistro. E qui è cambiata la partita. Anche perché Iturbe è diventato un pericolo costante per la retroguardia toscana – Nicola si è visto costretto a difendere quasi sempre “a cinque” per non rischiare l’uno contro uno – e il Verona ha ripreso saldamente in mano il controllo del centrocampo. Gli scaligeri hanno quindi chiuso il Livorno nella propria metà campo trovando la rete del meritato vantaggio con un calcio di rigore – secondo i più dato in maniera un po’ “generosa”, ma dalla tribuna apparso invece tutt’altro che regalato – concesso per un fallo subito in area da Toni. Ed anche qui, come a Torino, Jorginho è andato con freddezza sul dischetto mandando Bardi da una parte e pallone dall’altra. Nuovo definitivo vantaggio e palla al centro. Negli ultimi 15 minuti i gialloblù hanno, infatti, gestito il risultato senza correre particolari pericoli e messo in cassaforte una vittoria molto importante.

In chiusura si noti – alla faccia di chi non perde mai occasione per criticare per questo Mandorlini – che hanno giocato contemporaneamente Iturbe (’93), Bianchetti (’93) e Jorginho (’91). La realtà è questa, le chiacchere le lasciamo agli altri..

Enrico Brigi

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