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Secondo gli antichi filosofi è uno dei quattro Elementi (con Aria, Terra e Acqua) che costituiscono il mondo. Di certo la scoperta di come accenderlo e controllarlo ha cambiato la storia dell’umanità. Grazie ad esso le tenebre sono diventate meno oscure e persino le zone più fredde del pianeta sono state colonizzate. Il fuoco tuttavia non è solo luce e calore.
Il fuoco però può distruggere ed uccidere e come accade con tutti gli elementi, giocare con esso può essere pericoloso. Per questi motivi il fuoco è un elemento presente in moltissime tradizioni di tutto il pianeta.
Per gli antichi Greci fu il gigante Prometeo a rubare il fuoco agli Dei per farne dono agli Uomini. Per questo fu punito: venne incatenato ad una montagna dove, ogni giorno, un’aquila gigantesca giungeva a divorare il suo ventre, che la notte si risanava per essere nuovamente straziato il giorno seguente.
Poiché accendere il fuoco era difficile, si preferiva tenerlo sempre acceso. E se si spegneva le massaie potevano recarsi in templi speciali dove un fuoco sacro era tenuto permanentemente acceso.
A Roma erano le sei sacerdotesse della dea Vesta, le vergini Vestali, a custodire il fuoco sacro per trent’anni della loro vita. Godevano di grandissimi onori, ma guai a loro se lasciavano spegnere la fiamma o se, peggio ancora, infrangevano il voto di castità: dopo essere fustigate, erano rinchiuse in una tomba a morire di fame.
Nel mondo celtico esisteva una festa, che si chiamava Imbolc, con cui si celebrava l'allungamento della durata del giorno e la speranza nell'arrivo della primavera.
La tradizione prevedeva l’accensione di lumini e candele in onore della dea Brígit, detta anche Brighid o Brigantia, la “dea del triplice fuoco”, patrona dei fabbri, dei poeti e dei guaritori. Il suo nome deriva proprio dalla radice “breo” (fuoco): il fuoco della fucina, il fuoco dell’ispirazione e il fuoco che guarisce.
Era talmente sentito il suo culto che riuscì persino a diventare santa. Con l’avvento del cristianesimo si iniziò ad onorare infatti Santa Brigida, considerata la levatrice di Cristo, un personaggio femminile della cui esistenza storica nulla si sa, mentre sono noti i molti miracoli, come quello di trasformare in birra l’acqua in cui si lavava. Cosa che non deve stupire se si considera che Brigit era chiamata “Madre dell’Orzo”.
Nel monastero irlandese di Kildare, fino alla riforma protestante, un fuoco sacro era mantenuto perpetuamente acceso da diciannove monache, che vegliavano a turni di una giornata.
Quando giungeva il suo turno, la diciannovesima suora pronunciava la formula “Bridget proteggi il tuo fuoco. Questa è la tua notte”. Il ventesimo giorno si riteneva fosse la stessa Bridget a tenere miracolosamente acceso il fuoco.
Un’altra cosa interessante è che Imbolc si celebrava nel punto mediano tra il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera, vale a dire dal tramonto del 31 gennaio all’alba del 3 febbraio. Con una coincidenza temporale che non è affatto casuale, con la nostra festa tradizionale della Candelora, che cade proprio in quei giorni.
La Candelora, come molte altre feste tradizionali, ha riassunto in sé più feste precristiane, provenienti anche da tradizioni diverse. Infatti la festa inizialmente si celebrava, secondo la tradizione latina, a metà Febbraio, il mese della purificazione dedicato a Giunone Februata. Solo più tardi fu portata agli inizi del mese per farla coincidere con la festa tradizionale pagana celebrata dalle popolazioni europee di tradizione celtica.
La foto è una cortesia di Marta Rizzato
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