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Il futsal femminile di Marco Shindler e Cinzia Benvenuti: dallo IUSM alla nazionale, passando per il giovanile che non c’è

Creato il 07 settembre 2015 da Shefutsal
Marco Shindler e Cinzia Benvenuti, allenatori professionisti di calcio a 5 femminileIn un calcio a 5 femminile in evoluzione, la sete di confrontarmi con persone che stimo e reputo tra le più competenti che conosca, mi ha portata ad un’intervista doppia con due allenatori, Cinzia Benvenuti e Marco Shindler. Al termine di Ternana Futsal-Borussia eccoci tutti e tre seduti sulla stessa panchina, i miei appunti, il registratore, le mie mille domande e la loro pazienza e schiettezza nel rispondere. Mentre le giocatrici sono sotto la doccia, ascolto Marco e Cinzia parlarmi del loro futsal, in un acuto e brillante viaggio nella nostra passione a 360°.
L’occasione è una delle prime amichevoli in programma a settembre, a circa un mese dall’inizio dei campionati di calcio a 5 femminile regionali e nazionali. Il Borussia, che nella passata stagione ha solo accarezzato la qualificazione ai play off della serie C del Lazio (terminando in un onorevole 6° posto) è la prima avversaria della Ternana Futsal, campione d’Italia in carica. Sulle rispettive panchine due profondi conoscitori del calcio a 5, mister Cinzia Benvenuti e mister Marco Shindler. Due professionisti dello sport che ho avuto la fortuna ed il piacere di conoscere nel 2003, condividendo un percorso insieme, quando ho finalmente coronato il mio sogno di iscrivermi all’università di Scienze Motorie di Roma (IUSM). Allora Cinzia insegnava nella cattedra di “Giochi sportivi” ed era la responsabile del gruppo sportivo universitario di calcio a 5; Marco, terminata la specialistica, collaborava con lei.
Marco Shindler allenatore della Ternana Futsal, serie A calcio a 5 femminileDieci anni fa eravate insieme allo IUSM. Qual’era allora il vostro sogno nel cassetto?
M: Soprattutto Cinzia e poi anch’io, volevamo creare qualcosa di importante nello IUSM riguardante il futsal e ci siamo riusciti. Al di fuori, portare un certo tipo di livello nel calcio a 5 femminile italiano e piano piano ci stiamo riuscendo.
C: I sogni erano tanti. L’obiettivo era portare all’università il calcio a 5 e siamo riusciti anche a confrontarci con altri Paesi, disputando tornei internazionali nelle città universitarie. Al di fuori il mio obiettivo è da sempre veder crescere le mie atlete fino a portarle a diventare delle giocatrici mature.
Dieci anni fa non c’era la serie A femminile, non c’era la nazionale femminile, non c’erano le straniere e giravano meno soldi. Com’è andata secondo te l’evoluzione del futsal femminile italiano?
C: Avevo paura che il femminile facesse la fine del maschile con l’inserimento di tante oriunde fino a sradicare le atlete italiane e purtroppo è successo. Su questo sono delusa.
M: L’evoluzione c’è stata, ci speravo ed ho lavorato per questo. Il lavoro paga sempre.
Cosa non ti piace del futsal femminile italiano di oggi?
M: Non mi piace che si continua a non investire, soprattutto nelle massime serie, sull’organizzazione societaria e sullo staff tecnico. Gli staff non sono mai completi e questo crea un rallentamento nella crescita delle giocatrici.
C: Marco ha detto una cosa sacrosanta. Spesso la scelta del tecnico è in relazione a se porta o meno uno sponsor mentre un tecnico professionista paradossalmente a volte dà più fastidio. Di contro si stanno affacciando al femminile anche tecnici molto validi, come Diego Podda (ndr: al Futsal Femminile Cagliari)
Cinzia Benvenuti, allenatrice del Borussia, serie C calcio a 5 femminile del LazioIn questo ultimo decennio abbiamo assistito ad un salto di qualità nel gioco, nell’assetto societario e nell’offerta formativa con i numerosi clinic rivolti agli allenatori. Quale consiglio daresti a chi vuole allenare nel femminile?
C: I clinic sono importanti ma l’aggiornamento passa dalla presenza continua agli allenamenti dei mister che stimi e che ti possono dare tante idee nuove. E ce ne sono tantissimi. Io lo facevo dai tempi di Agenore Maurizi e continuo; recentemente ho seguito una settimana Alessio Musti (ndr: Carlisport).
M: Il consiglio è di non pensare mai che le donne non siano alla stessa altezza degli uomini sia da un punto di vista tecnico, che tattico, che mentale. Io tratto le mie giocatrici come professioniste che possono fare tutto, ma in tanti anni ho notato che molti tecnici non portano le proprie giocatrici oltre il limite, sia dal punto di vista fisico ma soprattutto mentale e tecnico. L’unico modo per evolversi è andare oltre. Poi giustamente come diceva Cinzia andare sul campo e vedere come si lavora. Io ho seguito per tanti anni grandi allenatori e devo ancora crescere. Aggiornarsi comprare libri, partecipare a clinic, studiare fa sempre bene perché è un ripasso continuo.
Jessica Exana, Ternana Futsal, classe 1993, la più giovane convocata nell'esordio delle nazionale italiana futsalGiovanile: siete due allenatori particolarmente attenti al lavoro con le giovani. In Italia però il futsal femminile giovanile stenta a decollare. Da dove si dovrebbe partire per far crescere il futsal giovanile femminile ed i tempi sono maturi per l’obbligo di una under in serie A?
M: Le under non sono pronte perché per arrivare a giocare in serie A le ragazze devono avere un vissuto che non parte dalla juniores, ma dai pulcini, dagli esordienti. Ci deve essere una crescita che ti permetta di arrivare a 16-18, dopo 10 anni di settore giovanile, con una certa maturità tecnica. Poi dovranno ancora fare un certo tipo di esperienza. La giocatrice under che non gioca si scoccia, mentre per crescere deve giocare e deve sbagliare in gara; non puoi crescere solo negli allenamenti. Lo vediamo nella nazionale italiana: al Foro Italico e a Montesilvano di giocatrici italiane di 19-20 anni non ce n’erano. La più giovane era Exana (classe ’93) e Belli (classe ‘92).
C: In Italia abbiamo due difficoltà, economica e culturale e su questo dobbiamo lavorare, non sulle regoline. La regola delle under non è utile perche si comincia a fare come per il maschile, si trovano strategie per non farle giocare. Ho seguito per settimane l’Atletico Madrid Navalcarnero per vedere se le loro metodologie di allenamento erano migliori delle nostre ed in realtà non è così. E’ che le loro atlete semplicemente hanno iniziato a giocare a 5-6 anni. Hanno 25 bambine di 5-6 anni. 25 bambine 7-8 anni, e così via e campionati per le varie categorie giovanili. Ho visto fare già portiere di movimento alle ragazzine dell’Atletico Madrid che hanno 9-10 anni. Per supportare il settore giovanile in Italia proviamo a dare soldi alle piccole società che investono nel pagare un tecnico che vada a scuola, porti le bambine e non le faccia pagare per fare attività giovanile. L’altro problema è ancora quello culturale, perché si pensa che il calcio sia uno sport da maschio, questo mi dicono i genitori a scuola dove faccio fare il calcio a 5 a tutti; mentre in America è lo sport più praticato al femminile.
Gimena Blanco, argentina, capitano della Ternana Futsal, campione d'Italia 2014-2015Nazionale: favorevole alle oriunde in serie A e la nazionale dovrebbe andare ai mondiali quest’anno (Guatemala 23-27 novembre)?
M: Una parte di oriunde ci deve essere perché Spagna, Portogallo, Brasile, Argentina, hanno una cultura del futsal e sono più avanti a livello tecnico rispetto all’Italia. La presenza delle oriunde può accrescere la qualità delle giocatrici italiane ma l’importante è non fare come nel maschile che poi si esagera. Per il mondiale dobbiamo partecipare, dobbiamo fare esperienza e prendere coscienza del nostro valore sul campo; così tutto il sistema potrà capire quanto bisogna lavorare per raggiungere certi livelli.
C: Sulle oriunde ho già detto. Sui mondiali ne ho seguiti tre ed ho visto le nazionali di tanti Paesi e non vedere la nazionale italiana era una sofferenza. Quest’anno ci dobbiamo andare e secondo me la squadra che ha allestito Roberto (Menichelli) ha le potenzialità per fare una buona figura.
Le domande che mi ronzano in testa invece di diminuire aumentano ma non c’è più tempo; la maè e Marco devono scappare dopo avermi lasciato tanti spunti di riflessione. Esco dal palazzetto con una bella sensazione, felice di questa “reunion” e sempre più convinta che la crescita del futsal femminile richieda inevitabilmente un continuo confronto tra gli addetti ai lavori ed interventi specifici, non una semplice riproposizione degli schemi applicati nel mondo maschile.
Ringrazio affettuosamente Cinzia e Marco per l’estrema disponibilità e sincerità e la Ternana per avermi ospitata.
Letizia Costanzi

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