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Il futuro del libro

Creato il 21 giugno 2011 da Federicobona @Federico_Bona

Il futuro del libroNon siamo i primi a preoccuparci del futuro del libro, ci ricorda Darnton, uno di quegli autori capaci di trasformare una considerazione ai limiti del banale in un ragionamento profondo e illuminante. Sì, perché da storico del libro e dell’editoria sa cogliere le analogie tra il delicato momento attuale e altre svolte epocali del passato – impressionante come le inquietudini per l’avvento della stampa a caratteri mobili, che Darnton riporta da una lettera del 1471, assomiglino a quelle di oggi – e da bibliotecario dell’Università di Harvard è tra i primi a fronteggiare concretamente le trasformazioni che il digitale sta inducendo nelle biblioteche pubbliche e nella trasmissione del sapere. Il punto di vista di Darnton, a grandi linee, è semplice. Per cominciare, sottolinea come nessuna nuova tecnologia, nel campo del libro – il passaggio dal papiro al codice o quello successivo alla stampa, per esempio – o della comunicazione – l’avvento della radio, della televisione, di internet – abbia mai cancellato d’un colpo quelle precedenti, anche se ogni volta ha provocato previsioni apocalittiche. Certo, ci saranno dei cambiamenti e il libro di carta a un certo punto potrà pure essere messo da parte, ma non prima di aver risolto – come minimo – un problema di conservazione: non esistono infatti ancora un supporto e una codificazione stabili, che garantiscano la leggibilità dei testi anche tra cinque secoli e più, come egregiamente fa il libro. Pensate solo alle videocassette inutilizzabili che avete in casa, roba di non più di vent’anni fa… Poi si concentra sulla digitalizzazione dei testi, con particolare attenzione a Google, che già da tempo ha intrapreso questa strada, partendo proprio dai volumi conservati nelle biblioteche pubbliche o universitarie. E qui la questione principale è la diffusione del sapere: è giusto lasciarla in mano a un’impresa privata? La risposta, naturalmente, è no, e non solo per questioni di opportunità, ma anche di accessibilità, accuratezza, criteri di organizzazione e ricerca. Ma insomma, questa è una sintesi che poco rende onore alla precisione e alla profondità del pensiero di Darnton, anche se va detto che il suo libro, trattandosi di una raccolta di interventi fatti in diverse occasioni, soffre tutti i difetti del caso, in particolare la ripetizione quasi mantrica degli stessi concetti. Ma sono cose che gli si possono perdonare.

Il futuro del libro, Robert Darnton (Adelphi, 274 pp, 24 €)

Ascolta l’audiorecensione su RFT del 14-6


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