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Il futuro è nostro, di Diego Fusaro

Creato il 14 dicembre 2014 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

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Titolo: Il futuro è nostro
Autore: Diego Fusaro
Editore: Bompiani
Data di pubblicazione: 03/09/2014
Genere: Filosofia
Pagine: 615
Formato: cartaceo
Prezzo di copertina: € 15,00

Trama (dalla quarta di copertina):
Il sistema economico in cui viviamo, a differenza dei regimi del passato, non pretende di essere perfetto: semplicemente nega l’esistenza di alternative. Per la prima volta il potere non manifesta le proprie qualità, ma fa vanto del proprio carattere inevitabile. Il nuovo saggio di Diego Fusaro è un colpo di frusta alla retorica della realtà come situazione immutabile, all’abitudine di prenderne atto anziché costruirne una migliore. Si impone così il principale comandamento del monoteismo del mercato: “non avrai altra società all’infuori di questa!” Il primo compito di una filosofia resistente è quindi ripensare il mondo come storia e possibilità, creare le condizioni per cui gli uomini si riscoprano appassionati ribelli in cerca di un futuro diverso e migliore. A partire da questo pensiero in rivolta, si può combattere il fanatismo dell’economia: e, di qui, tornare a lottare in vista di una più giusta “città futura”, un luogo comune dell’umanità in cui ciascuno sia ugualmente libero rispetto a tutti gli altri.

Recensione:
Riappropriarsi del futuro, ai giorni nostri, sembra una conquista impossibile. Questo perché a prevalere sono – per dirla con Spinoza – le passioni tristi. Un senso generale di rassegnata sopportazione impedisce di pensare l’azione come via di fuga dalla gabbia d’acciaio. Presa in prestito da Max Weber, la metafora è usata dal filosofo Diego Fusaro per presentare il nichilismo dell’attuale scenario storico: dalla caverna platonica come immagine dell’emancipazione umana siamo passati alla gabbia d’acciaio weberiana, simbolo dell’orizzonte intrascendibile della modernità. Quello di Weber, secondo l’autore, è il paradigma metaforico che meglio di tutti mette in risalto l’inevitabile dominio del mercato globale pensato come unico mondo possibile dal 1989. Peculiarità del capitalismo speculativo oggi imperante è l’inemendabile imperfezione:

“Viviamo nella gabbia d’acciaio senza saperlo, pensando anzi che essa coincida con la libertà pienamente dispiegata. L’odierno mondo capillarmente pervaso dalla forma merce non pretende di essere perfetto. Semplicemente nega l’esistenza di alternative, convincendo le menti non delle proprie qualità, ma del proprio carattere fatale, intrascendibile e destinale.”
Le tematiche filosofiche e socio-politiche affrontate nel saggio ruotano tutte intorno alla critica del pensiero moderno. Nella civiltà dei Robinson Crusoe, quella dei consumi, ogni passione trasformatrice è distrutta e le istanze sociali e comunitarie sono scomparse a favore del predominio incontrastato del Pensiero Unico (figlio dell’ “Americanismo” e del “Capitalesimo”).
Per riscoprire il ruolo dell’azione, la filosofia ha il compito di muovere una critica al pensiero neoliberale, che ha ridotto l’uomo ad “atomo edonistico”, ossia a un soggetto privo di spirito critico e personalità. L’apatia e il contegno delle nuove generazioni ne sono un esempio vivente. Sono loro, infatti, a pagare quotidianamente il prezzo delle misere contraddizioni del sistema capitalistico che impone in ogni ambito l’accettazione incondizionata della sua egemonia, vista come una fatalità ineluttabile. L’ultracapitalismo esistente ha preso possesso dell’intera vita umana, facendo sì che tutto diventi flessibile e precario: non solo il lavoro, ma anche i rapporti sentimentali ed esistenziali. È in particolare alla generazione dell’homo precarius che Fusaro si rivolge, esortandolo a riattivare la passione critica per realizzare una società futura in cui ognuno può esercitare liberamente il proprio diritto all’autodeterminazione.
Il futuro è nostro propone una rivoluzione culturale che ha come obiettivo il superamento della realtà, serva delle direttive dell’ordine economico. Per ovviare ai suoi comandi e per comprendere l’essenza del nostro tempo occorre liberarsi dalla convinzione che la dittatura delle Banche sia un processo irreversibile e affrancarsi da alcune categorie (destra e sinistra, fascismo e antifascismo) ormai obsolete. La dicotomia capitalismo-anticapitalismo è l’unica che in questo momento storico ha ancora un senso. Insomma, per il filosofo studioso di Hegel e Marx la soluzione si pone nella forma di un aut-aut. C’è solo da scegliere da che parte stare: o con il capitalismo della finanza e dell’euro che ci imprigiona nella gabbia d’acciaio, oppure con l’anticapitalismo dei lavoratori e della sovranità etica dello Stato nazionale che aspira alla fondazione di un comunitarismo cosmopolitico.

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Sull’autore:
Diego Fusaro (Torino, 1983) è ricercatore presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, e studioso della “filosofia della storia” con particolare attenzione per il pensiero di Fichte, Hegel, Marx, Gentile e Gramsci. Per Bompiani ha pubblicato Bentornato Marx!, Essere senza tempo, e Minima mercatalia. Filosofia e capitalismo. È il curatore del progetto internet “La filosofia e i suoi eroi” (www.filosofico.net).

Eliana Barbarulo



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