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Il futuro non è da buttare

Creato il 19 aprile 2012 da Barcampsolbiateolona
Valle Olona
Il futuro non è da buttare, l'Europa insegna
Una possibile alternativa per un futuro industriale 

diverso dal passato

Il futuro non è da buttare
18 Aprile 2012 - Probabilmente, anche i più incalliti nostalgici del passato e gli imperterriti sostenitori dell'industria come principale fonte di reddito per la Valle Olona e i dintorni si stanno lentamente rassegnando all'impossibilità di recuperare un futuro simile a quella che è stata una importante pagina di storia, anche recente, dell'economia locale. Come diversi esperti stanno cercando di trasmettere, aspettare che la tempesta sia passata per riprendere il corso di attività interrotte rischia di essere ancora peggio della crisi stessa. La nuova imprenditoria dovrà rassegnarsi a un mondo diverso, e agire di conseguenza.
La grande esperienza industruale particolarmetne variegata per attività e per dimensione può però rivlearsi utile. Tra le direzioni da vagliare, merita qualche rieflessione un tema sempre più attuale. Un ramo di attività solo agli inizi e tutto da scoprire, ma sulla cui importanza i dubbi sono sempre di meno, vala a dire il trattamento e soprattutto il riciclo dei rifiuti da intendersi come materie prime.
I dati elaborati dall'Unione Europea indicano come gli Stati membri più virtuosi vantino percentuali di riciclo dei rifiuti fino al 70% e non interrino praticamente nulla in discarica, dove invece altri Stati membri smaltiscono ancora oltre i tre quarti dei rifiuti.
Come sia possibile tramutare i rifiuti da problema a risorsa lo spiega la nuova relazione pubblicata dalla Commissione Europea. Nessuna formuila magica, ma un misto di buon senso e lungimitranza. Una combinazione di imposte e divieti sulle discariche e sull'incenerimento, programmi di responsabilizzazione dei produttori e sistemi di paga quanto butti risulta essere la soluzione più efficace per incanalare i flussi dei rifiuti verso percorsi più sostenibili.
Affinché l'UE riesca a conseguire gli obiettivi fissati nella Tabella di marcia verso l'impiego efficiente delle risorse (zero conferimento in discarica, massimizzazione del riciclaggio e del riutilizzo, limitazione del recupero di energia ai rifiuti non riciclabili), si dovrà generalizzare a tutti gli Stati membri l'introduzione di adeguati strumenti economici.
In una zona ricca di risorse umane, dove la capcaità imprenditoriale è da anni ai massimi livelli, dove ogni anello della filiera è a portata di mano, dove anche le potenzialità di ricerca e sviluppo, con Università e Castellanza e Varese, non mancano, ignorare questa opportunità, rischia di rivelarsi un errore decisivo.Non la prima, dopo aver già ignorato il treno per Expo 2015.A quantificare le potenzialità dell'argomento, quanto spiega Janez Potočnik, commissario per l'ambiente: "I rifiuti sono troppo preziosi per essere semplicemente buttati via: con una gestione oculata è possibile reiniettarne il valore nell'economia. In sei Stati membri uno smaltimento in discarica pari praticamente a zero si associa oggi a percentuali di riciclo elevate. In tal modo questi Stati non soltanto sfruttano il valore dei rifiuti, ma hanno contestualmente creato anche industrie fiorenti e numerosi posti di lavoro".
Una relazione liberamente consultabile illustra come ci sono riusciti: aumentando l'attrattiva economica della prevenzione, del riutilizzo e del riciclaggio mediante strumenti economici selezionati. "Condividiamo oggi con gli Stati membri e gli enti locali la responsabilità comune di far sì che tali strumenti siano usati efficacemente e diffusi in tutta l'UE - aggiunge Potočnik -. È questo uno degli obiettivi centrali della Tabella di marcia verso l'impiego efficiente delle risorse".
L'esperienza maturata negli Stati membri insegna come il modo ottimale per migliorare la gestione dei rifiuti passi per la combinazione di una serie di strumenti. Prima di tutto, imposte e/o divieti sulle discariche e sull'incenerimento. I risultati dello studio sono inequivocabili: le percentuali di conferimento in discarica e di incenerimento sono scese nei Paesi in cui imposte o divieti hanno innalzato i costi di tali operazioni. Inoltre, i sistemi di paga quanto butti si sono rivelati molto efficienti nel prevenire la produzione di rifiuti e incoraggiare i cittadini a partecipare alla raccolta differenziata. A loro volta, i meccanismi di responsabilizzazione dei produttori hanno consentito a vari Stati membri di raccogliere e ridistribuire i fondi necessari a migliorare la raccolta differenziata e il riciclaggio.
Attualmente la gestione dei rifiuti varia notevolmente da uno Stato membro all'altro: stando alla relazione pubblicata il 27 marzo da Eurostat, i sei Stati membri più avanzati in materia (Belgio, Danimarca, Germania, Austria, Svezia e Paesi Bassi) conferiscono in discarica meno del 3% dei rifiuti urbani, percentuale che, all'estremo opposto, sale tuttora ad oltre il 75% in nove Stati membri.
La Commissione esorta gli Stati membri ad attuare in modo più efficace la normativa sui rifiuti vigente. Nel 2008 il settore della gestione dei rifiuti e del riciclaggio nell'UE ha realizzato un fatturato di 145 miliardi di euro per un totale di circa 2 milioni di posti di lavoro. La piena attuazione della politica unionale sui rifiuti potrebbe creare altri 400mila posti di lavoro nell'UE, incrementando di 42 miliardi di euro il fatturato annuo del settore. Migliorando la gestione dei rifiuti si contribuirebbe al conseguimento di vari obiettivi e traguardi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
Per tradurre tutto questo in pratica, o almeno provare a prendere in considerazione l'ipotesi proprio a partire da una regione d'Italia in passato già più volte capace di rivelarsi un traino, serve certamente un punto di partenza. Per dare il buon esempio in termini di idee, eccone una molto semplice. Premesso che al momento i diretti ineressati sono ancora all'oscuro di tutto, può essere interessante ricordare come a Cassano Magnago si trovi in scandenza di mandato non più rinnovabile un Sindaco, Aldo Morniroli, capace in questi anni di mettere in piedi un modello per la raccolta differenziata, il cui unico difetto è forse quello di essere troppo efficiente per essere copiato su larga scala. Poco vicino, si trova Gorla Mggiore, un paese capace per lungo tempo di convivere con una discarica regionale traendo più vantaggi che disagi. Due importanti esperienze dalle quali iniziare un'avventura, a condizione di voler veramente cambiare ed essere dispisti a mettersi in gioco.
di Giuseppe Goglio (l' articolo è pubblicato su concessione del sito  http://www.vallelona.com )

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