Finalmente c’è un alternativa al Nabucco, il faraonico gasdotto (4 mila chilometri dall’Anatolia a Vienna) che l’Unione Europea vuole da anni, ma che finora è rimasto sulla carta a causa degli enormi costi previsti. Stanche di aspettare l’Europa, Turchia e Azerbaigian faranno da soli: nasce così la Trans-Anatolian Pipeline (Tanap). Duemila chilometri di tubi per portare in Europa le immense ricchezze fossili del giacimento Shah Deniz, nel Mar Caspio azero, attraverso Azerbaigian, Georgia e Turchia.
L’iniziativa è un vero e proprio terremoto geopolitico, poiché la pipeline transanatolica viene in buona sostanza a sostituire il progetto Nabucco e sarà il primo tassello del Corridoio meridionale del gas, la strategia lanciata dall’Ue nel 2009 per emanciparsi dalla dipendenza energetica dalla Russia. Il 26 giugno, a Istanbul, il presidente azero Aliyev e il premier Erdogan hanno firmato il trattato che ufficializza la nascita della Tanap.
La compagnia petrolifera azera Socar controlla l’80% del consorzio che provvederà alla costruzione e poi alla gestione del gasdotto. Il suo presidente Rövnag Abdullayev ha detto che i lavori inizieranno nel 2014 e l’investimento complessivo sarà di 7 miliardi di dollari. Nel 2020 la pipeline avrà una capacità di trasporto iniziale di 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno ma in futuro, attraverso quattro step di ampliamento, saliranno fino a 31 miliardi entro il 2026 (tanto per dare un metro di misura, l’Italia ogni anno ne consuma 85 miliardi di metri cubi).
Già al secondo ampliamento, dallo Shah Deniz verranno estratti 16 miliardi di metri cubi di gas all’anno, 10 dei quali verranno trasportati in Europa; e in un’ulteriore, futura espansione arriveranno 50-60 miliardi di metri cubi, portando gas da altri giacimenti azeri, gas del Kurdistan iracheno e del Turkmenistan. La Ue consuma oltre 550 miliardi di metri cubi: una Tanap che ne portasse 50 sarebbe un discreto rivale per la Russia, che oggi esporta verso l’Europa circa 180 miliardi di metri cubi, spuntando le armi che oggi consentono a Mosca di fare ricatti contro le scelte strategiche dell’Europa.
Il gasdotto turco-azero percorrerà tutta l’Anatolia, fino al confine con Bulgaria e Grecia. Poi, il gas del Caspio (e magari anche quello turkmeno e iracheno) prenderà una di due possibili strade, ancora da costruire: fino a Vienna, per mezzo del Nabucco ovest, con una capacità variabile dai 10 ai 23 miliardi di metri cubi all’anno; oppure fino a Brindisi, per mezzo del gasdotto trans-adriatico (Tap) con una capacità annua di 10 miliardi di metri cubi. La decisione definitiva da parte del consorzio di sviluppo dello Shah Deniz – Nabucco ovest o Tap – è attesa nel giugno 2013. L’eurocommissario per l’energia Günther Oettinger ha espresso apprezzamento per Tanap-Nabucco ovest, pur senza scartare la via meridionale verso l’Italia; e proprio qualche giorno prima della firma del trattato turco-azero, il 14 giugno a Stoccarda, l’Ue e la Turchia hanno lanciato la “cooperazione rafforzata” in campo energetico che ha come punto focale le pipeline trans-europee e l’indipendenza energetica dell’Europa.
In altre parole, una partnership in funzione anti-russa. Il presidente russo Putin, atteso a Istanbul per il vertice dell’Organizzazione per la cooperazione economica del Mar Nero proprio nei giorni in cui veniva siglato l’accordo per la Tanap, ha disertato l’appuntamento. Per non essere oscurato dai sorrisi e dalla stretta di mano e tra Aliyev ed Erdogan.
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