Tu sei un gatto impertinente e io una bambina impertinente, e la veri.tà è che siamo stregati, noi 2 e vivremo settantasette vite.
Venerdì è un gatto di strada e non ha mai conosciuto padroni. È spelacchiato, odora di pesce marcio e parla. Christine è una bambina che non sa contare, abita con la mamma e il papà in una casetta dove non manca niente tranne i sorrisi e le carezze. Il gatto Venerdì conosce bene le cose e i segreti del mondo e Christine lo ascolta volentieri. Non importa se al mattino arriva tardi a scuola e il maestro la sgrida; non importa se nessuno crede a Venerdì gatto parlante, perché questa è una storia assurda: un gatto che parla, un bambino col nome buffo, un reverendo con gli occhi grandi e cattivi.
Intanto Christine sogna e rincorre la vita. Leggendo queste poche righe sembrerebbe che Il gatto Venerdi, edito da Beisler e vincitore del Premio Andersen 2007, sia un libro per bambini da leggere in meno di un’ora; in realtà, anche se il testo è molto scorrevole, il libro è denso di significati con vari spunti di riflessione.
Ogni volta che ho riletto questo libricino ho colto nuove sfumature di siginificato; non è solo la storia di un gatto parlante e di una bambina sognatrice, ma è molto di più: una storia filosofica o un racconto simbolico, dove la solitudine della bambina si intreccia con l’irrealtà del gatto parlante, fantasia e realtà si fondono come per magia.
Un libro incantevole, poetico ma bizzarro, proprio come il gatto Venerdi che dispensa volentieri le sue perle di saggezza alla piccola protagonista, la quale lo ascolta turbata ma rapita dalle sue disquisizioni sul mondo. Tutte le mattine, infatti, la piccola Christine arriva tardi a scuola perché non può far a meno di ascoltare il suo amico felino. Alla fine del libro sono sicura che anche voi vi domanderete se il gatto parla davvero o se l’immaginazione della bambina è così fervida da poter creare dei pensieri così profondi e contorti. Beh…forse l’autrice tedesca vuole proprio farci capire che l’età dell’infanzia non è soltanto un’età semplice e immacolata, anche i bambini sono pieni di dubbi e domande, sfidano gli adulti formulando interpretazioni illogiche, ma proprio per questo logiche e profonde.
Da 10 anni in su
Julia Richter, Il gatto Venerdì, Beisler editore, 2006