Magazine Diario personale
Mi viene in mente che un ottobre di molti anni fa entravo all'Accademia Aeronautica di Pozzuoli, bocciato come aspirante pilota ma selezionato come aspirante ingegnere; ero un buon studente, superai il biennio e mi mandarono a Pisa, dove conobbi Rita, dolce fanciulla con i capelli rossi e gli occhi verdi, presi la laurea e infine superai l'esame di stato.
In pochi mesi accadde di tutto: ci sposammo, non rinnovai la ferma militare e ci trasferimmo a Torino, dove ero stato assunto dalla Fiat Aviazione.
Torino divenne la nostra città: passai a lavorare all'Aeritalia, nacque la nostra Valentina e crebbe bella e intelligente, mentre con gli anni cresceva anche la mia carriera, di ingegnere prima e di scenziato poi.
L'Aeritalia era diventata Alenia, e poi Alenia Spazio, quando l'Italia entrò nel consorzio europeo per la conquista dello spazio, e per me si aprirono le porte di contatti prestigiosi e intellettualmente stimolanti.
Ma ogni volta che avevo tempo libero, la mia mente tornava allo stesso pensiero: come ricavare, da una piccola fonte di energia, una forza così grande da vincere la forza di gravità ?
Ad un certo punto, mi sembrò di aver trovato la soluzione teorica, e incominciai a fare piccoli esperimenti, in segreto, portando in casa una minima attrezzatura.
Proprio all'inizio dell'anno 2000, riuscii a costruire un amplificatore di energia, e ne ricavai il primo e unico motore magnetico della storia; per sperimentare, lo montai dentro una cassetta, misi la cassetta all'estremità di un lungo banco di lavoro, poi feci generare al motore un polo magnetico 50 centimetri più avanti della cassetta, e questa partì a razzo non appena la forza di attrazione del polo artificiale superò la forza di gravità.
Rifeci l'esperimento creando il polo 50 centimetri sopra la cassetta, e questa si alzò, e se non avessi spento il motore avrebbe continuato ad alzarsi all'infinito, inseguendo il polo che lei stessa creava.
Sarebbe stata un'invenzione da premio Nobel, e per un attimo immaginai automobili, camion e treni che correvano dietro al loro polo, e aerei giganteschi e senza ali levarsi in volo; ma decisi immediatamente di non divulgarla: tutti i governi della Terra, le Sette Sorelle e tutti gli sceicchi si sarebbero mobilitati per ammazzarmi e ammazzare tutti i collaboratori che avessi coinvolto nel progetto.
Così, tenni tutto per me e studiai ancora.
Quando si possiede energia all'infinito, ti viene voglia di giocare con lo spazio e con il tempo.
Come tutti sanno, se si riducesse quasi a zero il raggio del cerchio che gli elettroni percorrono attorno all'atomo, la Terra intera diventerebbe piccola come un'arancia, pur mantenendo la stessa massa.
Nel giro di un paio d'anni, programmai un piccolo timer che accendesse e spegnesse dopo 10 minuti il motore magnetico: la cassetta con il motore e tutto il resto divenne piccola come un fagiolo, e, al tempo stabilito, tornò alle sue dimensioni originali.
Anche allora non mi passò neanche per l'anticamera del cervello di divulgare: tutti i servizi segreti e le organizzazioni terroristiche avrebbero fatto a gara a catturarmi e a estorcere il modo di miniaturizzare un killer, per ammazzare leader sgraditi e fare stragi a piacimento.
Così, mentre si avvicinava il tempo della pensione e rallentavo le mie attività, cominciai a indagare le possibilità dell'ultimo fattore: il tempo.
Un bel giorno, fatte le opportune modifiche al motore magnetico, lo puntai 60 minuti indietro, ne programmai il ritorno a 60 + 5 minuti, misi nella cassetta un orologio ed anche un coniglio; all'ora X, la cassetta divenne piccola come un fagiolo, poi sparì, e riapparve 5 minuti dopo.
Meraviglia ! L'orologio dentro la cassetta aveva registrato 65 minuti, ed il coniglio era vivo e vegeto !
Che fare ? Pubblicare ? Neanche per idea ! Qualche governante o qualche dittatore pazzo o qualche pazzo e basta mi avrebbe rubato il progetto, giusto per andare nel passato e cambiarlo, e magari qualche capo religioso me lo avrebbe rubato per andare nel futuro, e carpire a Dio la data del giudizio universale.
Cosa che comunque non sarebbe riuscito a fare, perchè il "passato" in qualche modo esiste, ma il "futuro" esiste solo quando diventa ... "passato".
Quello che ho fatto è stato di mettere insieme le mie scoperte e costruire un veicolo dove io stesso potessi entrare, attrezzato con il motore magnetico e la strumentazione necessaria.
Il veicolo che ho costruito con resine leggere somiglia alla cabina di un'Ape Piaggio, è di colore verde-oro, e quando l'ho miniaturizzato la prima volta mi è venuto in mente il nome giusto: Gazzilloro !
Inizialmente ho fatto piccoli viaggi sperimentali: porto il Gazzilloro sul tetto (ho un appartamento all'ultimo piano e pesa solo 20 kg), entro dentro, miniaturizzo, mi alzo fino a 1000, 2000 metri e poi parto, a non oltre 300 km/ora, perchè 20 kg di Gazzilloro più i miei 80 fanno 100 kg in uno spazio più piccolo di un calabrone, e non posso rischiare di trapassare da parte a parte un aeroplano incontrato per aria.
Sono stato in Spagna, Francia, Cipro, anche al Polo Sud, ma sono venuto via subito perchè il Gazzilloro non ha il riscaldamento interno.
Collaudata la miniaturizzazione ed il volo, ho cominciato a spostarmi nel tempo, con molta più tranquillità in epoche in cui non c'erano gli aerei.
Praticamente, poichè il Gazzilloro non è pressurizzato, faccio un grosso respiro, bastevole per una trentina di secondi, lancio il motore a 30.000 km/ora e dopo 30 secondi lo fermo per respirare di nuovo: più o meno, faccio 300 km in 30 secondi.
E così, dopo essere andato per prova sulla Torre Eiffel il giorno dell'inaugurazione, ho deciso di venire qui, per godermi la scoperta dell'America.
Al prossimo viaggio porterò con me mia moglie.
Staremo un po' stretti nel Gazzilloro, ma è troppo divertente. Devo solo convincerla a mollare per qualche ora i suoi pennelli !
Ma ecco che il sole sta per sorgere, l'America sta per essere scoperta e Colombo sta per passare alla storia.
A proposito, mi ripromettevo di stabilire una volta per tutte di che nazionalità fosse l'illustre navigatore, ed ora non ho più dubbi: quando nessuno lo ascolta ed è arrabbiato, Cristoforo smoccola in genovese !
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