Guido Cagnacci, "Maddalena svenuta" (1663)
Graffiato dalle armature degli altri,
a lungo negli occhi di lei
è costretto a giacere l’insetto-poeta:
l’insofferenza giunge a casaccio
per riempire di passato
cartucce vuote di insaziabile visione.
Nelle sue ali
rovinosamente stanche
è stampato un prefisso di insufficienza
che altri digitano a piacere,
mentre gocce affrontano timide
il luogo degli ultimi baci:
i suoi piedi rugosi
diventano allora carapaci
per le sensazioni liquide
di chi è problema e soluzione.