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Il genere spiegato a un paramecio

Creato il 01 marzo 2012 da Ilcasos @ilcasos

marzo 1, 2012 Deborah Sannia 

Daniela Danna, Il genere spiegato a un paramecio, BFS edizioni, 2011, pp. 79

Il genere spiegato a un paramecio

D. Danna, Il genere spiegato a un paramecio

Che cos’è il genere? Sembrerebbe una domanda banalissima. Ma non è semplice farci i conti quotidianamente, o per lo meno non sono semplici i modi in cui ci condiziona. Per alcuni forse un argomento ormai superato, per altri magari qualcosa di inutile e superficiale. Ma basta guardare la vetrina di un negozio di giocattoli che diversità di colori e significati tra maschio e femmina saltano agli occhi immediatamente, a rimarcare sempre ruoli e carattere.
Di genere le donne ne parlano da decenni e non sembra mai abbastanza. Un’altra donna, Daniela Danna, ci prova ancora ma questa volta non parla direttamente a noi ma a un… paramecio! Un organismo senza sesso a cui può risultar difficile cercare di capire le peculiarità dei generi che così tanto segnano le persone. Le riflessioni teoriche non sono nuove ma la particolarità di questo testo è il modo. L’escamotage che usa la Danna per parlare anche di aspetti gravi legati al genere (si pensi alle violenze, alle discriminazione, alle molestie e alle persecuzioni ecc.) è assolutamente efficace; il tutto con un linguaggio semplice ma non superficiale. Ci fa capire quanto ancora è importante parlare di differenze e diversità toccando tanti esempi e argomenti (maternità, post-genere, lavoro ecc.) riuscendo ad arrivare a chi non si è posto mai alcuni quesiti e chi ponendoseli si è dato le risposte sbagliate.
Zitelle, single, donne in carriera, puttane, mamme. In ogni aspetto della vita le donne hanno delle etichette con cui marcarle, che si tratti della propria vita sentimentale, lavorativa o familiare. I generi non sono superati. Il sesso femminile ancora porta il fardello di pregiudizi che si rimescolano  ma non spariscono. E non intendo solo l’uso del corpo femminile come oggetto sessuale che ormai sembra diventato un qualcosa di scontato senza significato a furia di ripeterlo. I pregiudizi che accompagnano la nostra quotidianità si riflettono in vari modi: dagli stipendi femminili più bassi di quelli maschili; le invettive clerico-fasciste contro l’aborto da preti e movimenti per la vita;  madri che diventano demoni se non sacrificano ogni cosa per i figli; corpi sfigurati truccati mascherati coperti e mercificati; per arrivare alle violenze fisiche e allo stupro. È chiaro che le riflessioni sui generi sono necessarie e urgenti, ma si devono trovare modi chiari per parlarne come le esperienze che ci riguardano direttamente.
Ritornando al testo, forse sarebbe stato interessante toccare un pochino di più il genere maschile che spesso è richiamato solo indirettamente. Non solo le donne devono subire e pensare il genere, ma se le riflessioni maschili sui propri ruoli machisti e paternalisti non possono che aiutare.

Il libro della Danna inoltre ci lascia con tanti consigli di lettura con cui approfondire le nostre riflessioni. Ricordo: Dalla parte delle Bambine di Elena Giannini Belotti e L’invenzione della virilità di Sandro Belassai.


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