Nel mese di settembre del 2001 ovvero dieci anni fa la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Lecce stampava con i tipi della s.r.l. Industria Grafica di Matino (LE) un interessante studio a cura di Antonio Cimato e Graziano Sani dell'Istituto Propagazione Specie Legnose CNR di Scandicci (FI) e di Giovanni De Rinaldis e Antonio L. Calogiuri dell'Ispettorato Provinciale dell'Agricoltura di Lecce dal titolo: “Il germoplasma olivicolo in Provincia di Lecce – Recupero, Conservazione, selezione e caratterizzazione delle varietà autoctone”.
Me ne ha parlato in questi giorni l'amico Presidente della Coldiretti di Lecce Ing. Pantaleo Piccinno e confesso di essere cascato dalle nuvole quando mi ha riferito dell'esistenza di questo studio. Conobbi il Dott. Antonio Cimato nel lontano 1991 poiché era stato compagno di studi dell'allora mio Direttore Dott. Agr. Pantaleo Mercurio. Insieme a loro e con Giovanni De Rinaldis, allora Capo dell'Ispettorato Provinciale dell'Agricoltura, presi parte ai seminari sull'olivicoltura mondiale tenuti nel 1992 in Grecia. Sono stato pure a Scandicci per definire un progetto che doveva appunto valorizzare l'olivicoltura del Salento leccese. Ma dopo di allora non ho più avuto notizie di studi o ricerche riguardanti il settore più rappresentativo dell'Agricoltura del Salento leccese.
Leo Piccinno mi ha fatto questo regalo e con fatica sono entrato in possesso di una copia di questo studio. Mi hanno detto che le copie di questo prezioso lavoro sono state tutte distribuite e che a breve non è prevista la ristampa. Questa è la ragione che mi spinge a mettere a disposizione di tutti questo prezioso strumento di lavoro rendendolo consultabile attraverso l' Associazione dei Dottori in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce grazie al suo Centro Studi on line dal 2009.
Nella speranza di fare cosa utile per tutti vi auguro una buona lettura.
Antonio Bruno
Presidente dell'Associazione dei Dottori in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce
La Presentazione dello studio
Il legame tra l'olivo e il territorio salentino è antico quanto imprescindibile: il valore riconosciuto alla pianta da tutte le civiltà è testimoniato dalla vastità dell'oliveto provinciale, dall'assoluta valenza paesaggistica e ambientale, dalla solida presenza nella cultura e tradizioni popolari e dalle numerosissime testimonianze di antiche strutture di trasformazione (frantoi ipogei).
L'importanza della olivicoltura per il territorio provinciale è documentata in numerose fonti bibliografiche storiche e trova riscontri cli rilievo anche nell'attualità.
Il settore contribuisce, infatti, in misura cospicua alla formazione della P.L.V provinciale incidendo in ragione variabile dal 30 al 60% circa, con valori di 250 - 600 miliardi di Lire, a seconda delle annate. Da questi dati emerge chiaramente l'importanza del settore, che interessa più di 60.000 operatori agricoli ed assorbe una media di 2,5 milioni di giornate lavorative.
Un quadro completo dell'incidenza dell'olivicoltura sull'economia provinciale si può ottenere considerando le attività immediatamente connesse alla fase agricola (comporto della trasformazione): sul territorio operano 159 oleifici sociali e 210 frantoi privati, per una quantità media annua di 300- 400 mila tonnellate di olive molite.
Se a tali indici si aggiungono le attività dell' "indotto" (mezzi tecnici, estrazione, imbottigliamento, raffinazione, distribuzione, valorizzazione, commercializzazione, ecc.) si può comprendere quale sia il ruolo e l'importanza strategica della olivicoltura nell'economia provinciale.
Inoltre, la provincia, con una media di circa 60 mila tonnellate di olio prodotto, contribuisce in ragione dell'8% alla produzione nazionale di olio di oliva.
Le recenti dinamiche economiche, sociali, tecniche, commerciali e normative che interessano il settore olivicolo propongono nuovi scenari e impongono agli operatori la ricerca di nuovi elementi di riferimento per assicurare lo sviluppo del settore.
In tale contesto si colloca la presente iniziativa dell'Ente Camerale, con l'auspicio di contribuire alla costruzione del futuro della olivicoltura salentina, secondo un percorso di valorizzazione che, partendo dallo studio del patrimonio olivicolo autoctono, trovi le giuste premesse per esaltare i contenuti qualitativi e di tipicità del prodotto.
Obiettivo progettuale è realizzare una strategia operativa di tipo integrato attraverso iniziative non più impostate su singole problematiche o temi disciplinari, bensì indirizzate alla ricerca di soluzioni organiche.
L'identificazione del germoplasma e la sua caratterizzazione da un punto di vista morfologico, fisiologico ed agronomico, costituiscono la premessa indispensabile per avviare e condurre un corretto programma di selezione volto al miglioramento della produzione oleicola.
E' ormai dimostrato che la cultivar svolge un ruolo importante sul risultato produttivo finale. L'esigenza di intervenire fattivamente sugli aspetti varietali è fortemente connessa agli interventi di valorizzazione dell'intera .filiera oleo-olivicola del territorio: i disciplinari di produzione, infatti, ai fini dell'attestazione della Denominazione d'Origine Protetta "Terra d'Otranto", prevedono nella composizione varietale, una presenza pari ad almeno il 60% per le due varietà autoctone Cellina e/o Ogliarola.
Il progetto, del quale la presente pubblicazione rappresenta solo la fase pro-pedeutica, si articola in tre parti:
- Studio del territorio salentino, con l'individuazione di zone olivicole omogenee, per caratteristiche varietali e struttura produttiva;
- Monitoraggio del germoplasma autoctono e progettazione di un campo di conservazione;
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Selezione donale delle cultivar "Ogliarola di Lecce" e "Celi/mia di Nardò".
La portata dell'iniziativa e il contesto di operatività dell'intervento, comportano un arco di tempo sufficientemente ampio; inoltre, al patrimonio di esperienze acquisite, sarà necessario collegare una accurata sperimentazione con l'intento di fornire nuovi elementi di conoscenza affinché l'olivo nel Salento continui a trovare una giusta collocazione come sorgente di benessere economico, oltre che come elemento integrante del paesaggio agrario e perché l'olivicoltura salentina possa assurgere a quel ruolo di leadership, nel panorama nazionale ed internazionale, che per tradizioni, vocazionalità e qualità del prodotto sicuramente le compete.
Dott. Sergio D'Oria
Presidente della Camera di Commercio di Lecce