
"Nel periodo della dittatura argentina (tra il 1973 e il 1983) Bergoglio, secondo il giornalista argentino Horacio Verbitsky, autore del celebre libro “Il volo”, non fece sentire la sua voce per il rapimento di due gesuiti, Orlando Yorio e Francisco Jalics. Per la prima volta Verbitsky svela l’esistenza del piano sistematico di soppressione degli oppositori al regime attraverso i voli della morte. Ma si tratta di una informazione distorta in quanto ingiustamente coinvolge Bergoglio. In contraddizione del fatto che il futuro papa avrebbe aiutato moltissimi dissidenti a fuggire dalle grinfie mortali della polizia politica di Videla e di quanto dicono oggi gli stessi giornali argentini che riferiscono i giudizi delle madri della “Plaza de mayo”. I fatti, in realtà, andarono diversamente. Due giorni dopo il golpe del marzo 1976 Bergoglio, che era Superiore provinciale della Compagnia di Gesù, non accettò che i principali diritti umani fossero violati, e andò a protestare contro i maltrattamenti che avevano raggiunto persino i sacerdoti del suo Ordine, che esercitavano la loro missione nelle baraccopoli di Buenos Aires. I due sacerdoti furono infatti liberati. Può mai significare questo che Bergoglio fu complice di Videla? Assolutamente no. Prova semmai il contrario."