Quando si muovono i colossi industriali nazionali, in qualunque paese, c’è sempre sotto qualcosa. E così, il fatto che in Giappone una cordata composta da Toshiba, Hitachi Zosen e JFE Steel Corp abbia annunciato l’intenzione di investire nell’eolico off shore circa un miliardo e mezzo di dollari, la dice lunga sulle scelte energetiche del paese del Sol Levante.
Una decisione certamente favorita dai nuovi incentivi previsti dal governo di Tokio, ma che è affonda le sue radici all’indomani dello spaventoso terremoto che investì il Giappone nel 2011.
Allora, infatti, l’impianto eolico di Kamisu, distante circa 300 chilometri dall’epicentro del sisma, continuò a funzionare perfettamente senza riportare alcun danno. Mentre ricordiamo tutti cosa successe alle undici centrali nucleari del paese, spente automaticamente dai sistemi di sicurezza, per non parlare di quella di Fukushima.
E così, in Giappone si è cominciato a pensare che investire nell’eolico off shore fosse un’ottima idea. In particolare, i siti potenziali del progetto, che cercherà di raggiungere nell’arco di 10 anni una capacità produttiva di 300 MW, includono aree al largo della costa della regione di Kyushu, nel sud del paese.
Per quanto riguarda i fondi, questi verranno raccolti mediante project financing ed una specifica “società di progetto”. La speranza è quella di iniziare a costruire parchi eolici offshore commerciali seguendo le orme dell’Europa, e in particolare della Gran Bretagna, realizzando quanto più possibile dei 1.6 TW di capacità stimata a largo delle proprie coste.
[foto da newsdalgiappone.com]