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Il gioco d’azzardo a Cremona, 10mila giocatori in provincia. Sarebbe opportuno un intervento delle istituzioni e della Guardia di finanza (di Daniele Bonali, Pd)

Creato il 18 novembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Negli ultimi anni a Cremona si è assistito ad una crescita significativa della sale da gioco con slot machine e videopoker. Tali luoghi, che legalizzano il gioco d’azzardo, attraggono un numero sempre più alto di cittadini che, con la prospettiva del facile guadagno e del divertimento, cadono in un vero e proprio vortice di dipendenza. Attività assolutamente lecite, ma che possono minare il tessuto sociale sul piano economico e delle relazioni interpersonali; a farne le spese maggiori sono però  le famiglie che spesso si trovano rovinate e indebitate per effetto di questo dilagante fenomeno.

Ricordo che il gioco d’azzardo compulsivo è stato riconosciuto ufficialmente dalla Organizzazione mondiale della sanità come una vera e propria patologia, classificata dall’Associazione psichiatrica americana all’interno dei «disturbi del controllo degli impulsi».

Voglio quindi portare all’attenzione alcuni dati assai allarmanti. Quelli più recenti in materia, a livello nazionale, parlano infatti di circa 800 mila persone per le quali il rapporto con i giochi a premi è a elevato rischio di patologia da gioco (in due milioni, invece, sono a rischio moderato). E ancora: solo nel 2011 i cittadini italiani hanno speso circa 76 miliardi di euro in giochi legali: una cifra che corrisponde più o meno al 10% della spesa delle famiglie per consumi. Individualmente la spesa per il gioco d’azzardo supera i 1000 euro. Suscita preoccupazione, altresì, la crescente diffusione del gioco tra i giovani, segnatamente fra i minorenni. 

Nel suo piccolo anche Cremona vive questa dura realtà: le persone “malate”di gioca d’azzardo sono circa 1000, 2000 nell’intera provincia. Tuttavia, i numeri di quanti si avvicinano al gioco d’azzardo, pur non essendone dipendenti, sono decisamente più allarmanti: 4000 in città, addirittura circa 10000 nell’intera provincia. Dunque, dobbiamo necessariamente fare la nostra  parte al fine di limitare – agendo con senso di responsabilità – attività sì lecite, ma che rischiano di mandare sul lastrico famiglie oltre che – come detto – impoverire in maniera irreversibile le relazioni sociali.

E’ d’uopo, a questo proposito, da parte di un’amministrazione sensibile e vicina ai problemi della gente, mettere in campo una serie di interventi affinché venga realizzato un piano che regolamenti le concessioni per questa sorta di “mini-casinò” cittadini, per evitarne un proliferare che può finire per provocare, oltre  a ciò che ho già ricordato, anche un disagio per i residenti. Importante è monitorare la provenienza degli investimenti che alimentano queste reti del gioco d’azzardo. Altrettanto fondamentale deve essere, a questo scopo, l’attivazione di un più stretto canale di collaborazione con la Guardia di Finanza al fine di controllare il giro di denaro di tali attività.

Va inoltre promosso – e ciò non è meno rilevante – da parte delle istituzioni pubbliche, un atteggiamento civico – a monte – capace di moltiplicare le sentinelle ed i recettori per potere intercettare paure, solitudini, senso di precarietà.

Occorre, insomma, nei confronti del gioco pubblico, pensare l’implementazione di una politica che non si occupi solo di tutelare il profitto economico ed erariale, ma che sia in grado di valutare – possibilmente prevenendoli – gli impatti negativi che scelte superficiali e poco lungimiranti potrebbero provocare.

Prof. Daniele Bonali

Consigliere Comunale PD


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