Alla fine, ma proprio alla fine, l'Inter vince lo scudetto del 2006, anzi non perde lo scudetto che non aveva vinto. Il "gioco dei non" è complicato, e a seguirlo tutto viene un po' la nausea. Ma è il filo aggrovigliato della logica retroattiva che chiude a chiave (forse, chissà) la bacheca dell'anno più storto del pallone italiano. Come si sapeva, il Consiglio federale della Figc si è riunito e ha deciso di non decidere. Ha approvato, cioé, la delibera in cui dichiara che non ci sono i presupposti giuridici per la revoca dello scudetto 2006 alla società di Moratti (un voto contrario e due astenuti sui 25 totali). Perde, dunque, la squadra che l'aveva vinto per primo, quel titolo: la Juve. L'istanza che chiedeva parità di trattamento dopo le ultime intercettazioni emerse al processo di Calciopoli vale ormai carta straccia. Perché il Consiglio federale ha voluto "rispettare le norme vigenti" e si è autoproclamato "non competente" a revocare lo scudetto maledetto consegnato all'Inter dopo le sentenze della Corte Federale. Trovando il sunto nel gioco di parole: il commissario straordinario Guido Rossi non esercitò la "non assegnazione", e quindi oggi, 2011, non ci può essere la revoca. Un ragionamento tutto in negativo, e non è un caso.
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Alla fine, ma proprio alla fine, l'Inter vince lo scudetto del 2006, anzi non perde lo scudetto che non aveva vinto. Il "gioco dei non" è complicato, e a seguirlo tutto viene un po' la nausea. Ma è il filo aggrovigliato della logica retroattiva che chiude a chiave (forse, chissà) la bacheca dell'anno più storto del pallone italiano. Come si sapeva, il Consiglio federale della Figc si è riunito e ha deciso di non decidere. Ha approvato, cioé, la delibera in cui dichiara che non ci sono i presupposti giuridici per la revoca dello scudetto 2006 alla società di Moratti (un voto contrario e due astenuti sui 25 totali). Perde, dunque, la squadra che l'aveva vinto per primo, quel titolo: la Juve. L'istanza che chiedeva parità di trattamento dopo le ultime intercettazioni emerse al processo di Calciopoli vale ormai carta straccia. Perché il Consiglio federale ha voluto "rispettare le norme vigenti" e si è autoproclamato "non competente" a revocare lo scudetto maledetto consegnato all'Inter dopo le sentenze della Corte Federale. Trovando il sunto nel gioco di parole: il commissario straordinario Guido Rossi non esercitò la "non assegnazione", e quindi oggi, 2011, non ci può essere la revoca. Un ragionamento tutto in negativo, e non è un caso.
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