Magazine Bambini

Il gioco libero

Da Infanziadelbambino

Durante la giornata i bambini vivono dei momenti chiamati di gioco libero.
Abbiamo già visto come è strutturata la giornata tipo al nido, e si è visto come i ritmi sono molto serrati, ma durante il giorno si lasciano i bambini “liberi” di giocare come vogliono e con ci vogliono.

I bambini passano la maggior parte della giornata al nido con gli appartenenti al proprio gruppo, ma durante il giorno nei momenti di gioco libero i bambini possono andare a giocare in un altro spazio, e con gli altri bambini, per sperimentare, per curiosare e per conoscere.

Di solito dopo pranzo e dopo la merenda del pomeriggio i bambini sono lasciati liberi di giocare dove vogliono e con chi vogliono. A volte anche per esigenze lavorative, nel pomeriggio non ci sono tutte le educatrici e così dopo la merenda o anche prima, a seconda del nido e degli orari delle educatrici, ai bambini viene chiesto dove vogliono giocare e con quale educatrice. E’ ovvio che si cercherà sempre di tenere un numero di bambini uguale per tutte le educatrici che ci sono, altrimenti potrebbe esserci una educatrice con venti bambini e una con tre….

Durante questi momenti l’unica regola è che i bambini grandi non vadano a interrompere i giochi dei più piccoli o dei lattanti. Questi gruppi vengono lasciati tranquilli, per permettere di fare le loro attività ed esperienze in modo sereno e senza il “pericolo” di bambini più grandi che potrebbero spingere o far cadere i piccoli.

Durante il gioco libero l’educatrice fornisce il gioco, le macchinine, le costruzioni, i libretti o gli strumenti musicali e poi resta in disparte, come figura rassicurante e incoraggiante. I bambini si dividono i giochi e giocano come meglio credono, se nasce un conflitto l’educatrice non interviene e aspetta di vedere come di risolve, se va per le lunghe pone rimedio cercando di non essere troppo invadente. Durante questo momento il bambino deve essere libero di confrontarsi con gli altri e deve sentirsi autonomo anche nella gestione del conflitto.

Il gioco libero non è un’attività strutturata come le numerose altre che si svolgono al nido, ma è importante, soprattutto per i gruppi dei bambini grandi. Imparano a giocare con tutti i bambini e imparano a conoscere le altre educatrici.

Nella mia esperienza ricordo una bambina, molto carina di nome Alessia che aveva una particolare predilezione per me. Non era del mio gruppo, ma al mattino giocava con me fino a quando non arrivava la mia collega, sua educatrice di riferimento.

Non c’erano problemi fin dopo la merenda, quando Alessia iniziava a chiamarmi per venire a giocare nel mio gruppo. Anche se io e la mia collega facevamo la stessa attività! Un giorno ho capito perché: la mia collega, molto dolce con i bambini e sempre attenta a quello che facevano, ascoltava Alessia con meno enfasi di quanto non facessi io. Ho pensato che forse si sentisse più ascoltata da me e più presa in considerazione.

Quell’anno mi occupavo del gruppo dei piccoli mentre Alessia era già nel gruppo dei grandi e la responsabilizzavo chiedendole di aiutarmi a portare i ciucci e/o il cestino delle merende, o il biberon di qualche bambino.

A lei piaceva questo sentirsi “grande”, avere sempre un compito da eseguire la faceva sentire importante. Ho proposto questo mio pensiero alla mia collega e insieme abbiamo provato per qualche giorno a lasciare che Alessia facesse quello che voleva. All’inizio si è stabilita nello spazio di appartenenza con me e il mio gruppo e sembrava intenzionata a non cambiare, ma un giorno dopo aver fatto la merenda con me mi ha guardato e mi ha detto: “Io vado dalla Simona!” (la mia collega ndr!). Non l’ho certo fermata, ma le ho detto che poteva tornare quando voleva se le piaceva giocare con noi. Per qualche giorno girava sui due gruppi, poi ha deciso di restare con il suo gruppo.

E’ un episodio che ricordo molto bene, anche se sono passati un po’ di anni perché Alessia da quando aveva deciso di restare con il suo gruppo, ogni tanto mi chiamava da una parte all’altra del salone e mi salutava. Se le succedeva qualcosa correva a raccontarmela e se era triste voleva che fossi io a prenderla in braccio e a rassicurarla. Un giorno c’era un grande silenzio al nido e ho sentito una vocina che chiamava “Dany” ho guardato fuori dal mio spazio e lei era in braccio alla mia collega che mi mandava dei grandi baci e rideva. Ho provato una forte emozione e ancora adesso scrivendo provo una sensazione molto bella.

E’ stato importante riconoscere che Alessia aveva bisogno di essere lasciata libera di scegliere, al di la del momento del gioco libero o dell’attività. E’ questo che spinge i bambini durante il momento libero di scegliere con chi giocare. Non solo per gli altri bambini con cui giocare, ma anche per l’educatrice presente nello spazio.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog